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CASO CUCCHI Le motivazioni della Corte d’Assise

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CASO CUCCHI Le motivazioni della Corte d’Assise

CASO CUCCHI Le motivazioni della corte d’Assise di Roma sulla sentenza.

Queste le motivazioni della sentenza con cui la Corte d’Assise, il 14 novembre scorso, ha condannato quattro carabinieri di cui due, Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro, per l’omicidio preterintenzionale di Stefano Cucchi.

“L’istruttoria dibattimentale ha consentito di raggiungere delle indubitabili certezze. A seguito dell’arresto di Stefano Cucchi e, in particolare, in sede di permanenza nella sala adibita a fotosegnalamento presso la compagnia Casilina si è verificato un evento traumatico ai suoi danni in conseguenza del quale ha subito varie lesioni tali da necessitare con urgenza il ricovero in ambiente ospedaliero.

Vivendo sino alla sera del 15 ottobre 2009 (quella dell’arresto, ndr) in una condizione di sostanziale benessere, se non avesse subito un evento traumatico, il geometra romano non avrebbe sofferto di molteplici e gravi lesioni, con l’instaurarsi di accertate patologie che hanno portato al suo ricovero e da lì a quel progressivo aggravarsi delle sue condizioni che lo hanno condotto a morte (avvenuta il 22 ottobre 2009, ndr). È indiscutibile che Stefano Cucchi la sera dell’arresto versava in condizioni fisiche assolutamente normali e che non presentava né manifestava alcun segno di lesioni fisiche.

Una catena causale che parte, dunque, da un’azione palesemente dolosa e illecita che ha costituito la causa prima di un’evoluzione patologica alla fine letale. Va escluso che fossero intervenute cause sopravvenute da sole sufficienti a cagionare l’evento morte. Non possono considerarsi tali né un atteggiamento di scarsa ‘compliance’ del paziente con gli interventi terapeutici proposti né la possibilità/probabilità di negligenze nel trattamento medico e/o infermieristico inerenti scarsi controlli sul paziente e, in particolare, sull’andamento della diuresi e sull’efficienza del cateterismo.

È assolutamente fondata e condivisibile la prospettazione medico-legale che ha ricondotto il meccanismo causale della morte di Stefano Cucchi a una concatenazione polifattoriale in cui essenziale, se non unico, è risultato un riflesso vagale connesso alla vescica neurogenica originata dalla lesione in s4 tale da determinare un’aritmia letale. L’inconsistenza della tesi della morte per sudep (la morte improvvisa per epilessia da pazienti in buono stato di salute, emersa dalla perizia in sede di incidente probatorio, ndr), mera ipotesi non suffragata, anzi smentita, da alcuna evidenza clinica”.

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