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Approvato il decreto intercettazioni: è legge

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Approvato il decreto intercettazioni: è legge

Il decreto intercettazioni è legge. La Camera lo ha approvato definitivamente e con voto segreto. I voti a favore sono 246, 169 i ‘no’. Martedì il governo aveva chiesto e incassato la fiducia (304 voti a favore, 226 contrari e un astenuto). Il voto segreto è stato chiesto dalla Lega. Il decreto intercettazioni è legge. La più contraria è Forza Italia che parla di un provvedimento liberticida. Nel mirino le norme sull’uso del trojan, il captatore informatico inserito nei cellulari e negli altri dispositivi mobili. Tra le modifiche al testo c’è il rinvio di altri due mesi dell’entrata in vigore della riforma che sarà operativa dal primo maggio. L’obiettivo è dare tempo alle procure di attrezzarsi con i nuovi strumenti previsti. Il decreto ha modificato la riforma Orlando del 2017, escludendo che il giornalista che pubblica le intercettazioni possa essere incriminato. Ora spetterà al magistrato, non alla polizia giudiziaria, valutare i colloqui rilevanti per le indagini. Dovrà anche vigilare che nei verbali non siano riportate espressioni che ledono la reputazione di singole persone o dati personali (“salvo si tratti di intercettazioni rilevanti ai fini delle indagini”). Come prima della riforma del 2017 verbali e registrazioni saranno trasmessi al pm che li depositerà entro 5 giorni. I difensori potranno esaminare gli atti e ascoltare le registrazioni. Il trojan potrà essere usato non solo per i reati contro la pubblica amministrazione commessi dai pubblici ufficiali ma anche dagli incaricati di pubblico servizio e puniti con la reclusione oltre 5 anni.  Le intercettazioni potranno essere fatte anche nei luoghi di dimora privata “previa indicazione delle ragioni che ne giustificano l’utilizzo”. I risultati possono essere usati in procedimenti diversi da quelli in cui disposti solo se sono “indispensabili” e “rilevanti” per l’accertamento dei reati per i quali è previsto l’arresto in flagranza e in quelli di particolare gravità indicati dall’articolo 266 del codice di procedura penale. Il requisito dell’indispensabilità è necessario anche per le intercettazioni fatte con il trojan. Si tratta di una previsione più ampia della sentenza delle sezioni unite della Cassazione che ha ammesso l’uso degli esiti dei colloqui intercettati con il captatore informatico solo se si tratta di un reato connesso a quello per cui si sta procedendo.

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Incontri tra Salvini e Bossi a Gemonio: i temi al centro del dibattito.

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Incontri tra Salvini e Bossi a Gemonio: i temi al centro del dibattito.

# Incontro a Gemonio tra Salvini e Bossi: Un Dialogo Proficuo

Un significativo incontro si è svolto a Gemonio, Varese, tra il leader della Lega Matteo Salvini e l’ex segretario Umberto Bossi. La conversazione, durata oltre un’ora, è avvenuta in un’atmosfera di cordialità e rilassatezza, specialmente dopo le recenti notizie infondate sullo stato di salute di Bossi. Salvini ha descritto l’incontro come estremamente positivo, esprimendo soddisfazione reciproca.

Tematiche Affrontate nell’Incontro

Durante il colloquio, sono stati affrontati diversi argomenti di rilevanza nazionali. In primo luogo, l’autonomia è stata al centro del dibattito, con Salvini che l’ha definita una “battaglia storica della Lega”, utile per l’intero Paese. Oltre a ciò, si è parlato di infrastrutture lombarde, giustizia, sicurezza e immigrazione. Anche le questioni economiche e le strategie energetiche, compreso un occhio attento al nucleare, hanno trovato spazio nelle discussioni.

L’incontro ha visto la presenza della famiglia di Bossi, tra cui sua moglie Manuela Marrone e il figlio Renzo. Salvini ha manifestato l’intenzione di mantenere Bossi aggiornato sugli sviluppi futuri, promettendo nuove occasioni di incontro.

Prospettive di Ulteriori Incontri

Tra gli impegni presi, Salvini ha assicurato che terrà Bossi informato sulle questioni affrontate, aprendo a un futuro incontro che includerà anche ministri, a partire da Roberto Calderoli. Questa premessa sottolinea l’importanza di un dialogo continuo e costruttivo con il fondatore della Lega, riconoscendo il suo valore e contributo ai temi cruciali che il partito e il Paese si trovano ad affrontare.

Questa iniziativa di coinvolgimento evidenzia come la Lega intenda valorizzare la propria storia e il legame con le radici, mirando a costruire un futuro solido e orientato verso l’autonomia e la sicurezza nazionale.

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Cambio al vertice: Giuli subentra dopo le dimissioni del Ministro Sangiuliano

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Cambio al vertice: Giuli subentra dopo le dimissioni del Ministro Sangiuliano

# Dimissioni di Gennaro Sangiuliano: Un Cambiamento al Vertice della Cultura

La Lettera di Dimissioni

Il 7 settembre 2024, Gennaro Sangiuliano ha ufficialmente rassegnato le proprie dimissioni dal ruolo di Ministro della Cultura. Questo annuncio è avvenuto attraverso una lettera indirizzata alla premier Giorgia Meloni, dopo una serie di polemiche e indiscrezioni che hanno tenuto banco negli ultimi giorni. Sangiuliano ha espresso la sua soddisfazione per i risultati ottenuti nelle politiche culturali durante il suo mandato, ma ha affermato la necessità di considerare le sue dimissioni come “irrevocabili”.

Pressioni e Malumori nel Governo

Le tensioni all’interno del governo erano palpabili, con pressioni crescenti nei confronti di Sangiuliano. Fonti vicine al governo hanno rivelato che l’atmosfera era diventata insostenibile a causa delle continue rivelazioni legate a un’imprenditrice campana. Questa situazione ha messo in discussione la credibilità dell’intero esecutivo e della stessa Giorgia Meloni, spingendo alcuni membri di Fratelli d’Italia a suggerire che fosse indispensabile chiudere la questione rapidamente per il bene della coalizione.

Il Ruolo della Meloni e l’Exit Strategy

Dopo un iniziale sostegno a Sangiuliano, la premier Meloni ha riconosciuto che le circostanze richiedevano una rapida risoluzione della crisi. Questo ha portato a una riflessione profonda sull’opportunità politica di chiudere la questione al più presto. Meloni ha poi deciso di non partecipare al G7 dei Parlamenti e ha dedicato il suo tempo alla gestione della situazione e all’individuazione di una strategia di uscita per Sangiuliano. Nel pomeriggio, ha informato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, delle dimissioni del ministro.

Il Nuovo Ministro e le Prospettive Future

Dopo aver accettato le dimissioni di Sangiuliano, il Presidente Mattarella ha firmato il decreto che nomina Alessandro Giuli, attuale presidente della Fondazione Maxxi, come nuovo Ministro della Cultura. In seguito al giuramento di Giuli, Giorgia Meloni ha espresso pubblicamente il suo apprezzamento per Sangiuliano, definendolo un uomo capace e onesto, e ha assicurato che con il nuovo ministro continueranno gli sforzi per il rilancio della cultura nel Paese.

Reazioni e Riconoscimenti

Le reazioni alle dimissioni di Sangiuliano sono state di sostegno e riconoscimento. Antonio Tajani, segretario di Forza Italia, ha elogiato Sangiuliano per il suo operato e ha sottolineato come la sua scelta di dimettersi gli permetta di difendersi e dimostrare la sua integrità. Matteo Salvini ha anch’esso inviato un messaggio di gratitudine al ministro dimissionario e ha dato il benvenuto al suo successore Giuli.

In conclusione, le dimissioni di Gennaro Sangiuliano segnano un momento significativo nella politica culturale italiana, evidenziando le sfide e le dinamiche che influenzano l’attuale governo. La nomina di Alessandro Giuli potrebbe rappresentare un nuovo inizio per il dicastero e per la cultura nazionale.

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