Attualità
OMICIDIO VERBANO Il ricordo del Partito Comunista
Il 22 febbraio, come ogni anno, moltissime persone sono scese in strada in ricordo di Valerio Verbano, il militante di sinistra ucciso in un agguato nella sua abitazione a Montesacro con un colpo di arma da fuoco nell’ormai lontano 1980, e i cui responsabili non sono mai stati accertati.
A quarant’anni dall’omicidio di Verbano, il Partito Comunista ha voluto ricordare il giovane di Autonomia Operaia.
“Siamo molto legati alla storia di Valerio, storia emblematica di quegli anni: Valerio era un comunista che lottava per cambiare la società. Valerio riuscì a formare un dossier sui legami dei fascisti della Capitale con la malavita romana e i servizi segreti”, scrive la Federazione di Roma del Partito Comunista, chiarendo che: “Portando avanti la memoria di Valerio e la sua lotta ci sembra doveroso ribadire che rigettiamo in toto la teoria degli opposti estremismi, e ogni forma di equiparazione e equidistanza anche con utilizzo di parole subdole e ambigue. Da una parte c’era chi lottava per rovesciare un sistema di oppressione, dall’altra chi diventava il braccio armato dei settori più reazionari della società. Noi dopo quarant’anni siamo dalla stessa parte”.
Attualità
Il Governo è ribellato da 14 comuni della Tuscia al deposito di scorie nucleari.
Il presidente della Provincia di Viterbo Alessandro Romoli ha ribadito il rifiuto dei sindaci alla realizzazione di depositi per scorie nucleari nella Tuscia durante una riunione. La Sogin, società incaricata dello smantellamento degli impianti nucleari, ha individuato potenziali siti in 14 comuni della zona, ma i primi cittadini si oppongono attivamente a questa possibilità. Romoli ha annunciato la costituzione di un team di esperti per dimostrare l’inadeguatezza dei terreni e la sismicità della zona. La difesa della Tuscia è considerata una responsabilità condivisa e nove comuni hanno già espresso un parere negativo sull’ipotesi dei depositi.
Attualità
L’ex marito di Linda condannato a 3 anni, ridotto in fin di vita: “Ora sono libero e ho paura”
Linda Moberg ha ottenuto una condanna di 3 anni e due mesi per la violenta aggressione subita dall’ex marito nel 2019. Dopo aver denunciato le violenze dopo quasi 20 anni di abusi, il compagno è stato ritenuto colpevole di averla picchiata e tentato di strangolarla. La figlia maggiore del malvivente l’ha trovata in fin di vita e soccorsa. Nonostante la pandemia e i rinvii, la sentenza è stata emessa con 3 anni e 2 mesi di reclusione per il criminale e 5 anni di interdizione dai pubblici uffici. Linda, insieme al suo avvocato, ha lottato per la giustizia, ma l’ex marito è ora in libertà, causando paura alla donna.
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