Il 22 febbraio, come ogni anno, moltissime persone sono scese in strada in ricordo di Valerio Verbano, il militante di sinistra ucciso in un agguato nella sua abitazione a Montesacro con un colpo di arma da fuoco nell’ormai lontano 1980, e i cui responsabili non sono mai stati accertati.
A quarant’anni dall’omicidio di Verbano, il Partito Comunista ha voluto ricordare il giovane di Autonomia Operaia.
“Siamo molto legati alla storia di Valerio, storia emblematica di quegli anni: Valerio era un comunista che lottava per cambiare la società. Valerio riuscì a formare un dossier sui legami dei fascisti della Capitale con la malavita romana e i servizi segreti”, scrive la Federazione di Roma del Partito Comunista, chiarendo che: “Portando avanti la memoria di Valerio e la sua lotta ci sembra doveroso ribadire che rigettiamo in toto la teoria degli opposti estremismi, e ogni forma di equiparazione e equidistanza anche con utilizzo di parole subdole e ambigue. Da una parte c’era chi lottava per rovesciare un sistema di oppressione, dall’altra chi diventava il braccio armato dei settori più reazionari della società. Noi dopo quarant’anni siamo dalla stessa parte”.