Cinema
RECENSIONE Anime Laputa – Il Castello Nel Cielo a cura di Tommaso Bucciarelli
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RECENSIONE Anime Laputa – Vi proponiamo un nuovo anime tutto da scoprire recensito da Tommaso Bucciarelli
RECENSIONE Anime Laputa
Molto spesso si nomina il ritorno al futuro, grande chicca degli anni ’80 della quale ancora non ti ho scritto, ma una cosa che mi riempie d’emozioni è anche il ritorno al passato: Laputa – Il Castello Nel Cielo.
Laputa è uno dei primi anime giapponesi prodotto nel 1986, regia del conosciutissimo Hayao Miyazaki, durata 124 minuti. Richiami a I Viaggi Di Gulliver, quindi oggetti ed atti in certi casi puramente fantastici; lo stile grafico ricorda in larga parte la serie Conan Il Ragazzo Del Futuro, anch’esso di Miyazaki, con per protagonisti due giovani ragazzi, il senza paura Pazu e la dolce Sheeta, personaggio più importante.
Siamo nel cielo, e all’interno di un’aeronave vi è la ragazzina prigioniera Sheeta, che al collo porta un ciondolo nominato dai pirati che vogliono raggiungerla l’aereopietra. L’aeronave con caratteristiche militari, viene attaccata dai pirati del cielo che vogliono il ciondolo, e Sheetta riesce a fuggire dalla stanza nella quale è rinchiusa, ma inseguita precipita nel vuoto svenendo, ma prodigiosamente il ciondolo fa una immensa luce azzurra e quieta la sua caduta, che viene poi termina tra le braccia di un giovanissimo operaio della miniera, Pazu, che la porta nella casa dove lui vive.
Il giorno dopo al loro risveglio, i due fanno amicizia, e Pazu gli parla di quel che gli raccontava il padre quando era in vita, la sua visione di un castello nel cielo, cosa denigrata da tutti, ma nella quale lui credeva. Le mostra una foto che la fa notare fatta dal padre di sfuggita in una rischiosa manovra aerea.
I ragazzi sono in un villaggio di minatori e, sono presto raggiunti sia dai pirati, comandati dalla maligna Dola, che dai militari capeggiati dal colonnello Muska; le due forze si ostacolano a vicenda tentando di raggiungere Sheeta, e i due ragazzi riescono a nascondersi nelle miniere, aiutati dal vecchio Nonno Pon, il quale gli racconta che solo il popolo di Laputa era capace di estrarre il minerale del quale è composto il ciondolo aereopietra.
Sentendo il nome Laputa, a Sheeta affiorano ricordi, ma devono ancora scappare, gli inseguitori si stanno avvicinando.
Miyazaki è uno dei registi di anime più ammirato a livello mondiale. Tra i messaggi nelle sue opere c’è sempre un richiamo al rispetto per la natura, e il disprezzo sia verso i poteri che s’arrogano di comandare, sia il militarismo.
In Laputa mi hanno abbagliato la materialità dell’esercito che vuole sopraffare scientificamente cose irrazionali, e l’ammissione di coloro che nonostante abbiano la testa tra le nuvole, sappiano come rispettare il prossimo.
Inoltre in ogni male, c’è un punto benevolo, in ogni bene, c’è malignità.
Straordinaria questa opera fantastica che lega il tanto al tutto, ma lo fa in maniera equilibrata.
Non immaginare di vedere perpetue battaglie con missili e morti in ogni dove, ma troverai vita anche in cose, materie, dall’uomo attivate sennonché create, che proteggono il suo creatore.
In quest’anime, ricco di miei ricordi che s’erano offuscati, il trovarlo su Netflix m’ha riempito della voglia di passare del tempo ammirando paesaggi disegnati, panorami naturali che ricordano l’infanzia di tutti coloro che giocavano nei prati, liberi da problemi sociali e dalle imposizioni di massa.
Se pensi che non lo eravamo, ricorda che nella gioventù si ha ancora margine per non arrendersi al potere delle cose o degli oggetti animati che sono solo materia, e pensano matematicamente che il potere sia abbattere il prossimo con la forza.
Quando si è bimbi, siamo snodati, esaltiamo le emozioni, solo quelle, che possono esser create anche da un pasto goloso e naturale.
Cibiamoci di sorrisi abbeverandoci di pianti, è la nostra nutrizione naturale condita da armoniche emozioni e riflessioni che generano il nostro benessere.
Cinema
David di Donatello, 19 candidature per “C’è ancora domani”
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Annunciate le candidature per i film ai prossimi David di Donatello, su tutti spiccano “C’è ancora domani” di Paola Cortellesi e “Io Capitano” di Matteo Garrone.
Paola Cortellesi all’esordio da regista ha fatto centro, infatti le candidature all’ambito statuetta sono ben 19, tra cui quella di miglior film. Un film ambientato ai tempi della guerra, che racconta la classica famiglia patriarcale di quell’epoca. La pellicola interamente girata in bianco e nero è da pochi giorni sulle piattaforme streaming e sta spopolando, se l’inizio della carriera da regista per la brava attrice romana è questo, ci aspettano altri grandi capolavori.
Cinema
È morto il regista Paolo Taviani, maestro del cinema italiano
È morto il regista Paolo Taviani, maestro del cinema italiano
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È morto il regista Paolo Taviani, maestro del cinema italiano.
Il regista Paolo Taviani è morto a Roma dopo una breve malattia all’età di 92 anni, lasciando la moglie Lina Nerli Taviani e i figli Ermanno e Valentina. La cerimonia laica funebre si terrà lunedì 4 marzo presso la Protomoteca del Campidoglio dalle 10 alle 13. Paolo Taviani, insieme al fratello Vittorio, ha formato una delle coppie più influenti del cinema italiano, firmando film indimenticabili che hanno fatto la storia del cinema.
Il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha espresso il suo cordoglio per la scomparsa del regista, definendolo un grande maestro del cinema italiano. Anche l’assessore alla Cultura della Regione Lazio, Simona Baldassarre, ha elogiato il contributo di Taviani al cinema italiano, definendolo una figura libera e coraggiosa della cultura italiana. Paolo Taviani aveva annunciato di tornare sul set dopo aver diretto il film “Leonora Addio” nel 2022, progettando di realizzare un nuovo film intitolato “Canto delle Meduse” con l’attrice Kasia Smutniak.
Nato a San Miniato nel 1931, Paolo Taviani si trasferì a Roma negli anni Cinquanta con il fratello Vittorio per iniziare la loro carriera nel cinema, dirigendo documentari e il loro primo film da soli, “I sovversivi”. I fratelli Taviani sono stati protagonisti di un cinema civilmente impegnato con film che hanno ricevuto numerosi premi e riconoscimenti italiani ed europei.
Tra i film di maggior successo dei fratelli Taviani ci sono “Sotto il segno dello Scorpione”, “La notte di San Lorenzo” e “Padre padrone”, basato sul libro di Gavino Ledda e vincitore della Palma d’Oro a Cannes. La filmografia dei Taviani include anche adattamenti di opere letterarie come le novelle di Luigi Pirandello e il romanzo di Goethe “Le affinità elettive”.
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