Cinema
RECENSIONE FILM Her a Cura di Tommaso Bucciarelli
RECENSIONE FILM Her – Questa volta volevamo proporvi questo interessantissimo film con la recensione a cura di Tommaso Bucciarelli
RECENSIONE FILM Her
Oramai, come tutti, sai che è un favoloso Joker, e probabilmente anche che in passato fu un cattivo Comodo, ma è ipotizzabile che potresti non saper di lui che è stato anche con Her (Lei).
Her, titolo che in Italia è spesso tradotto, Lei, è un film sentimentale e fantascientifico della durata di 126 minutied ha per regista Spike Jonze. Gli attori girano tutti intorno al protagonista Joaquin Phoenix (Theodore Twombly), ci tengo a nominare Amy Adams (Amy) e a far presente che c’è la voce del computer (Samantha) che originariamente, in inglese, è di Scarlett Johansson, doppiata da una eccellente Micaela Ramazzotti.
Tra i vari premi questo film ha ricevuto l’Oscar per Miglior sceneggiatura originale.
Nella Los Angeles di un futuro prossimo si può essere sempre in contatto con il computer attraverso un auricolare, cosicché gli si possono dare ordini di lettura o archiviazioni mail quant’altro solo con la voce.
L’introverso Theodore, come attività lavorativa, è in un’azienda nella quale scrive lettere vocalmente per conto di altri, e nonostante questo lavoro lo faccia star bene a livello economico e sociale, è un po’ giù per via del suo matrimonio che è naufragato da poco, ed ogni tanto a ricordi della sua fu compagna.
In realtà, a livello sociale, lui crede di avere tanti amici, ma sono solo conoscenze, ed i suoi soli passatempi sono i videogiochi e le chat vocali erotiche con persone che non vedrà mai.
Lui come amica di vecchia data ha solo la sposata Amy, con la quale ogni tanto riesce a parlare.
Mentre è a passeggio nelle popolate strade della città viene richiamato dalla pubblicità video affissa che proclama il nuovo sistema operativo OS 1, un’intelligenza artificiale che dotata di coscienza. Al suo ritorno a casa è già con questo nuovo computer, e per l’istallazione ci vogliono pochi secondi nei quali sceglie la voce femminile per il suo contatto con OS 1.
Si presenta la sua nuova voce computer, e stupefatto dalla voce non robotica ma realmente umana, Theodore le chiede se ha un nome, e lei gli risponde Samantha.
Le interazioni con questa macchina amica procedo spesso, poiché gli basta mettere l’auricolare in ogni dove per parlarle, e con questa simpatica amica si trova a suo agio, e nota che tra i molti altri che prima per le strade parlavano con le macchine sempre con lo stesso mezzo, ora sono affrancate da sorrisi.
Con Samantha parla di tutto, ed una sera fra il tutto, subentrano le sue storie passate, i suoi amori, e lei ne è curiosa.
Cos’è l’amore? Questa è la domanda alla quale abbiamo provato a rispondere tutti, e da tutti è visto in maniera differente.
L’amore è vivere per una persona sola, e perdere anche la vita per lei.
L’amore esiste solo a livello familiare, è collegato a livello scientifico, non emozionale.
L’amore esiste solo per le persone deboli o che hanno subito un tracollo e lo nominano per riprendersi.
L’amore lo si può solo descrivere, non provare.
C’è una miriadi di ipotetiche definizioni che s’arrogano il diritto di spiegare l’amore, ma tra le migliori c’e quella che ho udito in Her.
Quando vidi per la prima volta questo film mi sentii da una parte affrancato, dall’altra derubato. Iniziai a parlare di accadimenti immensamente simili a quelli visibili in questo film una decina di anni fa, ma lo facevo con quel sorriso del non saccente o profeta, ma di quello che sperava di errare, d’allontanare questa allontanamento sociale.
Un film fantascientifico di sei anni fa, oggi da l’impressione di non esser più fantasioso, ma solo un realtà accentuata.
Her è non fa ridere, ma pensare. Dopo che lo vidi la prima volta, fui certo che prima o poi Phoenix avrebbe raggiunto quell’Oscar che non vinse per questo, ma si aggiudicò per Joker.
L’amore è o non è quello che si definisce tale, e il tale è l’essere per il quale pensi sia importante o non importante chiamarlo amore.
L’amore è la base della vita, e… innamorarsi è una forma di pazzia socialmente accettabile.
Scegli se poggiarti su una base stabile o sulla nuvola della vita.
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