Cronaca
VELLETRI Maxi rissa durante il derby, tifoso colpito alla testa
VELLETRI Maxi rissa durante il derby, tifoso colpito alla testa.
VELLETRI Maxi rissa durante il derby. Tragedia sfiorata nel corso della sfida stracittadina tra Vjs Velletri e Real Velletri, giocata domenica scorsa. All’origine un grosso parapiglia scatenatosi sugli spalti, che ha causato feriti e necessitato l’intervento delle forze dell’ordine. Al termine, una denuncia è stata comminata ad un tifoso di sedici anni, mentre un uomo di 40 anni è stato costretto a recarsi in ospedale per una ferita alla testa. Colpito da un martelletto frangivetro, se l’è ‘cavata’ con 15 giorni di prognosi. A causare la lite banali e futili motivi: protagoniste due donne, che dalle parole (piuttosto animate) sono poi giunte alle mani. Il 40enne ferito ha provato allora a far da paciere, ma è stato colpito dal 16enne, figlio di una delle due litiganti.
La situazione è così degenerata, fino a trasformarsi in rissa tra le due tifoserie, fortunatamente sedata dalle forze dell’ordine. Condanna unanime da parte delle due squadre è arrivata al termine dell’episodio: “Intendiamo dissociarci dagli eventi violenti ed ingiustificabili accaduti in tribuna. Nonostante entrambe le squadre hanno dimostrato sana competizione e rispetto l’un per l’altro , chi si trovava sugli spalti (che non rappresenta in nessun modo parte di questa società) ha deciso di andare oltre, rovinando questa domenica di solo calcio Inoltre la società vuole fare i più sentiti auguri ,alle persone coinvolte ,di pronta guarigione“.
“L’obiettivo della Vjs Velletri – ha aggiunto l’altra squadra – al di là del risultato sportivo che ha poi dato libero sfogo alle frustrazioni di alcuni personaggi, era quello di creare una festa di sport all’insegna del calcio cittadino. Lo dimostrano i cento bambini della Scuola Calcio intervenuti, che hanno dovuto assistere ad uno spettacolo indegno, i tanti genitori che avevano deciso di passare una domenica diversa sugli spalti con i propri figli e il tifo, gli ingredienti giusti per una partita di calcio. Tutto il resto non ci appartiene e non vogliamo avere a che fare con chi intende il gioco del pallone in questa maniera“.
Cronaca
Prime dieci sospensioni effettuate
Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.
Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.
I DANNI
Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.
LA RIAPERTURA
In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.
Cronaca
Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda
Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.
LA SEQUENZA
La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.
SOTTO LA LENTE
Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.
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