Cronaca
Chiuse le scuole per coronavirus, a Roma lezioni a domicilio per studenti disabili

L’Amministrazione Capitolina ha deciso, vista la sospensione dell’attività didattica fino al 15 marzo, di convertire le ore di assistenza scolastica per gli studenti con disabilità in interventi da effettuarsi a domicilio.
La misura è stata comunicata dall’assessora alla Persona, Scuola e Comunità Solidale di Roma Capitale Veronica Mammì tramite una nota inviata a tutti i Municipi. I servizi potranno dunque essere organizzati dagli stessi Municipi, in condivisione con le famiglie dei bambini con disabilità. La prestazione sarà’ effettuata per il numero di ore già assegnate a ciascun utente. “E’ una misura fondamentale che abbiamo voluto garantire a sostegno dei bambini con disabilità e delle famiglie. Lavoriamo in questa fase delicata per dare la massima continuità possibile ai servizi e sostegno ai cittadini”, dichiara la Sindaca di Roma Virginia Raggi.
Cronaca
“Papà, ti ricordi quando facevamo volare l’aquilone? La lettera di Samson dal carcere”

LettereDalCarcere Hai mai immaginato cosa potrebbe scrivere un giovane accusato di omicidio ai suoi genitori, tra vittimismo e dolci ricordi? 😲
Le parole strazianti di Mark Antony Samson
Mark Antony Samson, il 24enne filippino al centro di un caso che ha sconvolto l’opinione pubblica, ha inviato una lettera dal carcere piena di emozioni contrastanti. Dopo l’omicidio dell’ex fidanzata Ilaria Sula, che ha lasciato tutti senza parole, ora prova a riconnettersi con la sua famiglia in modo inaspettato e toccante.
Messaggi d’amore e rimpianti per la madre
Nella lettera, Samson si rivolge alla madre Nors Manlapaz con parole che sembrano uscite da un dramma: “Ciao mamma, mi dispiace di essere stato un grosso problema per te”. Descrive come lei gli abbia dato tutto, senza ricevere in cambio nemmeno un piccolo gesto d’affetto. “E ora non so se avrò mai il tempo di darti amore, tutto l’amore che non ti ho dato in questi 23 anni della mia vita”. Queste righe, piene di rimpianto, fanno riflettere su quanto possa essere complesso il rapporto genitore-figlio in situazioni estreme.Ricordi d’infanzia e ispirazione per il padre
Non solo la madre, ma anche il padre Eddie Samson è al centro della missiva, con aneddoti che catturano l’attenzione. “Ti ricordi l’aquilone che facevamo volare fuori casa? O quando compravamo i biscotti e davamo da mangiare ai pesci a Villa Ada?”, scrive il giovane. Aggiunge che il padre è “il campione della mia vita” e la sua più grande ispirazione, ricordando come non l’abbia mai lasciato solo. Queste confessioni, tra nostalgia e gratitudine, rivelano un lato inaspettato di Samson che potrebbe sorprendere tutti.
Cronaca
Complicazioni dopo il parto cesareo, un intervento robotico al San Camillo aiuta una madre giovane.

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La drammatica complicazione durante il cesareo
Immagina una giovane mamma di 30 anni, già madre di due figli, che si prepara al suo secondo parto in uno dei più popolari ospedali per l’ostetricia a Roma. Tutto sembra procedere normalmente con un cesareo programmato in anestesia peridurale, ma improvvisamente qualcosa va storto, trasformando un momento di gioia in un incubo inaspettato.
Il calvario che porta al San Camillo
La donna si risveglia in terapia intensiva, in stato settico, con drenaggi per le urine che fuoriescono dal fianco. Esami come la TAC rivelano un grave danno agli ureteri, lacerati durante l’intervento. Dimessa senza soluzioni definitive, affronta tre mesi di sofferenze, con incontinenza urinaria e nessun piano di cura, mentre specialisti scoraggianti le chiudono le porte.
L’intervento robotico che cambia tutto
A ottobre, la svolta: si rivolge al San Camillo, dove l’équipe di Urologia guidata dal prof. Paolo Emiliozzi opta per una chirurgia esplorativa robotica, una tecnologia di precisione estrema perfetta per spazi complessi. L’operazione, durata sei ore, rivela un’anatomia devastata da infiammazioni e aderenze. Con l’aiuto della prof.ssa Giovanna Salerno, l’utero viene ricostruito, la vescica distaccata dalla vagina e i tessuti riparati con incredibile accuratezza.
Il recupero e il trionfo della tecnologia
Non è finita: a tre mesi dal primo intervento, la paziente riprende a urinare spontaneamente, portando a un secondo intervento per ricollegare l’uretere destro. Dopo sei mesi, rimuove tutti i drenaggi e torna a una vita normale. Come ha dichiarato il prof. Emiliozzi, questo caso estremo ha richiesto competenze multidisciplinari e la chirurgia robotica al massimo livello, riducendo i movimenti a un sesto di quelli umani per salvare organi vitali e ridare il sorriso a una mamma in difficoltà.
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