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Cronaca

SHOCK A FONDI – AGRICOLTORE UCCISO IN PIENA ZONA ROSSA

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SHOCK A FONDI – AGRICOLTORE UCCISO IN PIENA ZONA ROSSA

Agricoltore ucciso a Fondi – Si tratta di un uomo di 66 anni, ucciso a bastonate nel comune in provincia di Latina, che da alcuni giorni è stata dichiarata ‘zona rossa’ (a causa dei numerosi casi di infezione da coronavirus, più di 50 su 40mila abitanti). Nessuno può entrare o uscire dal paese, neanche per motivi lavorativi. Stando a quanto si apprende, sarebbe stato fermato un 44enne di nazionalità pakistana. La vittima era il suo datore di lavoro, titolare di una azienda agricola, ed è possibile, secondo gli investigatori, che l’iniziale litigio tra i due sia degenerato a causa del lavoro e delle condizioni di pagamento. In zona il fenomeno del ‘caporalato’ esiste e in questi giorni legati all’emergenza coronavirus le condizioni dei lavoratori, specie quelle dei braccianti agricoli, non sono certo state migliorate. Allo stato attuale, rimane viva l’ipotesi che l’omicidio possa essere collegato ai suddetti fatti.

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Tre molestatori al Concertone, Piantedosi chiede l’espulsione per i tre arrestati.

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Tre molestatori al Concertone, Piantedosi chiede l’espulsione per i tre arrestati.

Hai mai sentito dello scandalo al Concertone del Primo Maggio che ha fatto infuriare il governo? #ViolenzaAlConcertone #EspulsioneImmediata #RomaInGiacca

L’Attacco Choc Durante il Concerto

Immagina di essere in mezzo alla folla, con la musica a tutto volume, e improvvisamente ti ritrovi in un incubo: è ciò che è accaduto a una giovane donna di 25 anni da Caserta durante il Concertone del Primo Maggio a San Giovanni. Secondo il racconto della vittima, tre studenti di origine tunisina l’hanno aggredita con atti di violenza sessuale di gruppo tra le esibizioni di Gazzelle e Lucio Corsi. “Ero pietrificata, mi ha salvata la mia amica portandomi via. Ma quando ha urlato per chiedere aiuto, c’è chi le ha detto di stare zitta perché disturbava la musica”, ha rivelato la ragazza, scioccata nel vedere poi i tre molestare un’altra giovane. Le autorità sono intervenute rapidamente, arrestando i sospettati in flagranza.

I Protagonisti della Controversia

I tre studenti – due di 25 anni e uno di 22 – sono in Italia per motivi di studio, frequentando il Dams e la facoltà di Ingegneria all’università Roma Tre. Vivono in uno studentato a Spinaceto e, secondo le ricostruzioni, erano partiti da lì il giorno prima dell’incidente. Quando sono stati fermati dagli agenti del commissariato Esquilino, erano visibilmente ubriachi. Durante l’interrogatorio nella direttissima, si sono limitati a dire: “Volevamo solo ascoltare la musica, c’erano tanti cantanti che ci piacciono”. I giudici hanno convalidato l’arresto ma imposto solo l’obbligo di firma, scatenando un’onda di polemiche.

Le Reazioni Politiche che Fanno Scaldare gli animi

Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi non ha perso tempo e ha annunciato di aver richiesto l’espulsione immediata per i tre. Ma non è finita qui: la ministra per la Famiglia Eugenia Roccella ha accusato il centrosinistra di silenzio assordante, mentre la ministra del Turismo Daniela Santanché ha definito “agghiacciante” l’indifferenza della folla, con persone che si lamentavano delle urla della vittima invece di intervenire. “Dov’erano i paladini dei diritti?”, ha tuonato Santanché, alimentando un dibattito che potrebbe divampare in una vera e propria bufera politica.

Le Voci dagli Organizzatori e dal Mondo Istituzionale

Gli organizzatori del Concertone, come i sindacati Cgil, Cisl e Uil, hanno condannato con forza l’episodio, ribadendo che un evento dedicato a diritti e libertà non tollera simili abusi. Dal palco, avevano lanciato messaggi contro ogni forma di violenza. Anche l’assessora alle Pari Opportunità del Comune di Roma, Monica Lucarelli, ha espresso piena solidarietà alla vittima: “La mia vicinanza va a lei e alla sua amica che ha reagito, ma quante donne devono ancora convivere con questa paura nei luoghi della spensieratezza?” Un gesto di supporto che lascia però spazio a tante domande su come prevenire il peggio.

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Tuscia, il sindaco di Corchiano scrive ai cittadini: in piazza contro le scorie nucleari, basta con queste assurdità

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Tuscia, il sindaco di Corchiano scrive ai cittadini: in piazza contro le scorie nucleari, basta con queste assurdità

Scopri la Tuscia: la regione italiana che potrebbe ospitare scorie nucleari mortali? #TusciaInPericolo #ScorieNucleari

La Battaglia Contro il Deposito Nucleare

La Tuscia, una piccola gemma nel cuore d’Italia che copre meno dell’1% del territorio nazionale, è al centro di una controversia che sta accendendo i riflettori. Immaginate una zona ricca di storia e bellezze naturali improvvisamente minacciata da piani per un deposito di scorie nucleari. Il sindaco di Corchiano, Gianfranco Piergentili, ha lanciato un allarme con una lettera ai cittadini, enfatizzando i pericoli che potrebbero cambiare per sempre il volto di questa terra.

Le Aree Idonee e l’Opposizione Crescente

Ma quanti rischi reali ci sono? Secondo Piergentili, ben 21 delle 51 aree idonee in Italia per lo smaltimento delle scorie nucleari si trovano proprio nella Tuscia. Corchiano è uno dei comuni più esposti, con tre aree considerate adatte e due addirittura “particolarmente idonee”. Nonostante anni di lotte, tra ricorsi legali e studi scientifici, la procedura per localizzare il deposito sta procedendo, lasciando i residenti a chiedersi: è davvero inevitabile?

I Pericoli Nascosti per Ambiente e Salute

E se i rischi fossero più gravi di quanto sembri? Il sindaco non ha risparmiato critiche alla Sogin, l’agenzia responsabile, accusandola di scarsa trasparenza e metodi superati. Tra i pericoli? Livelli elevati di radioattività naturale come il radon e un’incidenza preoccupante di tumori nella zona. Queste minacce potrebbero trasformare un paradiso naturale in un’area ad alto rischio, facendo sorgere domande su chi protegge davvero le nostre comunità.

L’Appello per una Manifestazione Epica

Pronti a unirvi alla resistenza? Piergentili chiama a raccolta i cittadini per una grande manifestazione l’11 maggio a Corchiano, per difendere il patrimonio culturale, turistico e agricolo della Tuscia. “Non possiamo lasciare che la nostra terra diventi una semplice risorsa per altre regioni”, ha dichiarato il sindaco, invitando tutti a far sentire la propria voce in questa battaglia che potrebbe decidere il futuro di un’intera comunità. Chissà cosa succederà dopo?

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