Cultura
ALBERTO ANGELA – “Viaggiare nel nostro paese per sostenere chi lavora”
In occasione del documentario su Venezia andato in onda su RAI1, Alberto Angela, risponde ad alcune domande sull’emergenza Coronavirus:
“Ora è importante fare compagnia alla gente, prenderla per mano e portarla a fare dei viaggi in posti straordinari. Io sono al servizio dell’Italia, ho viaggiato tanto, e ho sempre più capito che il nostro Paese è il posto più bello per cultura, per modo di vivere, per il cibo, per i rapporti fra le persone. Ma non si tratta solo di intrattenere. Invito gli spettatori, quando tutto questo sarà finito, a premiare l’Italia, scegliendo di viaggiare non all’estero ma nel nostro Paese per sostenere chi lavora, gli alberghi, le cooperative turistiche, intere città che vivono di turismo. L’economia sarà in sofferenza e, dopo avere aiutato gli ospedali occorrerà, passare ad aiutare l’industria, i commercianti, le aziende a livello familiare che soffrono tanto. Una volta passata la tempesta, chi oggi sta salvando il Paese, tutti quei medici, infermieri e personale sanitario che è in prima linea. E poi c’è la riflessione per me più importante: come mai questo Paese così piccolo è riuscito ad affrontare con questa prontezza l’emergenza?
All’estero ci hanno dapprima guardato con curiosità, poi con sospetto come fossimo gli untori mentre adesso siamo presi a modello. I motivi sono tanti. Noi abbiamo il più grande patrimonio culturale del pianeta lasciatoci da 3000 anni di storia, da generazioni che ci hanno donato monumenti e valori come creatività, generosità, ingegno, amore per la vita, grandi capacità artistiche. Valori che oggi danno il nostro modo di vestirci, di mangiare, di adottare certe strategie…Non dimentichiamo che siamo stati i primi a mettere in piedi la Protezione Civile, l’Unità di Crisi, i Caschi blu della cultura. Queste generazioni sono insieme a noi, fianco a fianco, a lottare in questa battaglia. Noi italiani ci piangiamo spesso addosso. Ma in questo caso abbiamo agito con lucidità, costruttività e un grande senso della comunità. Anche questo è un dono delle generazioni passate: il senso della famiglia e l’umanità per cui cerchiamo di aiutare in prima persona. è bello vedere l’Italia unita come una grande famiglia, questa è una grande opportunità. E’ successo con la Prima Guerra Mondiale, abbiamo combattuto e vinto insieme. Il nostro passato può aiutare il presente a indirizzare il futuro. Questo uno stralcio dell’intervista rilasciata ai colleghi dell’Avvenire.
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