Politica
CORONAVIRUS Di Battista: “Stop firma Mes, la priorità è un’altra”
Tramite un post firmato con Barbara Lezzi e Ignazio Corrao torna a parlare Alessandro Di Battista: “Assurdo, prima l’approvazione del Mes poi il backstop per mettere al sicuro le grandi banche e infine, se resta tempo, l’emergenza coronavirus”.
Di Battista continua: “Assurdo, prima l’approvazione del MES, poi il backstop per mettere al sicuro le grandi banche (come la Deutsche Bank) e infine, se resta tempo, l’emergenza coronavirus. Questo è l’ordine del giorno dell’Eurogruppo che si terrà lunedì prossimo. Tanto per rendere chiaro a tutti l’ordine di priorità delle cose. Non è accettabile. L’Italia deve avanzare una sola richiesta. Lo stralcio della discussione sul Mes e l’inserimento, come unico punto possibile, dell’emergenza coronavirus. L’Eurogruppo ha il dovere di discutere e assumere decisioni rispetto agli aiuti necessari al nostro Paese e al resto d’Europa in questo momento di emergenza. Rafforzare i sistemi sanitari, sostenere gli investimenti pubblici e privati e introdurre sistemi di indennizzi per le imprese costrette alla chiusura o che hanno perso quote significative di ricavi a causa del coronavirus. Le emergenze sono veloci non attendono le macchinose procedure europee.
È il momento di adeguare l’azione dell’Europa alle richieste dei cittadini europei. L’ordine del giorno dell’Eurogruppo del prossimo 16 marzo 2020 è da considerarsi, da parte dell’Italia, oltraggioso. L’unica risposta possibile è, dunque, un rigetto ancor più rigido e radicale (che andava già fatto a prescindere dalla tempistica) del trattato da parte del nostro Stato, che è il terzo ‘azionista-contributore’ (17.9% equivalenti a circa 16.3 miliardi di euro) di un fondo a cui potrebbe accedere solo a determinate e onerose condizioni. Questa riforma, di fatto, va a peggiorare un meccanismo già negativo per i nostri interessi nazionali. L’Italia deve avanzare una sola richiesta per il prossimo Eurogruppo: lo stralcio della discussione sul MES e l’inserimento, come unico punto possibile, dell’emergenza coronavirus. È chiaro che, se così non fosse, spetterà al Parlamento italiano porre la parola fine a questa discussione non approvando la ratifica”.
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