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Scontro in Europa: ecco i Paesi nemici dell’Italia
Scontro in Europa: ecco i Paesi nemici dell’Italia. Fallimentare la riunione di ieri del Consiglio europeo. La versione online del Die Zeit scrive: “Una comunità che lascia cadere i suoi membri nel momento di maggior bisogno non merita questo nome”.
Europa: ecco i Paesi nemici dell’Italia. Sono Austria, Germania, Finlandia e Olanda che continuano nel loro diniego a una operazione di salvataggio delle economie europee condotto dalla Bce o con strumenti emergenziali come i Covid-bond. Tra due settimane i Paesi dell’Eurozona riuniranno di nuovo i loro ministri dell’Economia. Ma nel frattempo sarà importante seguire il dibattito nei singoli paesi che risentirà degli effetti che si stanno abbattendo sulle economie. La Volkswagen la settimana scorsa ha chiuso i suoi stabilimenti in Europa. Ieri il suo direttore finanziario ha chiesto alla Bce di “fare presto” nell’acquisto dei commercial paper. Ossia dei debiti a breve scadenza delle aziende che la Banca centrale ha inserito nel suo nuovo programma di aiuto. Resta forte però la convinzione in molti paesi del Nord Europa che ognuno deve risolvere i propri problemi da solo.
Europa: ecco i Paesi nemici dell’Italia
AUSTRIA – L’Austria è tra le prime ad aver chiuso i confini appena si è sparso nel Nord Italia il virus ma li ha più volte sbarrati ai migranti. “L’Italia non può diventare una seconda Grecia. Non siamo disposti a pagare i debiti dell’Italia”, ha sostenuto qualche mese fa il primo ministro austriaco Sebastian Kurtz. Il divorzio dai sovranisti lo ha consumato solo grazie a un video che ha raccontato gli ‘affari’ del leader sovranista e allora vice-cancelliere Heinz Christian Strache. La sua vittoria alle elezioni è dovuta a un progressivo spostamento della linea del partito popolare austriaco, da sempre conservatore ma ora dichiaratamente sovranista. In Austria ha fatto la stessa operazione dell’olandese Rutte sfruttando la caduta di Strache ma sposandone molti degli argomenti.
FINLANDIA – Altro Paese che si oppone all’Unione fiscale e agli eurobond. In Finlandia si è votato ultimamente. Ad aprile i socialdemocratici hanno vinto di un soffio sulla formazione ‘I veri finlandesi’, amici di Salvini. Uno 0,2% in più che agita la politica finlandese che nel giro di pochi mesi ha dovuto cambiare il premier incalzato dalla destra sovranista che conta altri due partiti antieuropeisti e xenofobi.
GERMANIA – In Germania il dibattito è in corso. Da tenere presente che a ottobre i tedeschi saranno chiamati alle urne per la campagna elettorale. Angela Merkel ha già annunciato che non si ricandiderà ma non si sa ancora chi cercherà di succederle. Europeista convinta la Cancelliera ieri ha detto di preferire gli strumenti esistenti, ossia il fondo salva stati. Contro si è espresso giorni fa il suo ministro delle Finanze Peter Altmaier che ha definito “fantasma” il dibattito sui corona-bond.
Contrario all’utilizzo del Fondo salva stati anche Alternative fur Deutschland che, in pieno accordo con i sovranisti di casa nostra ma per motivi diversi, si chiedono il perché dovrebbero pagare loro per gli italiani. A giugno Afd ha presentato una mozione in Parlamento chiedendo al governo della Merkel di impedire che l’Unione monetaria potesse prevedere anche modalità di messa in comune del debito. Tantissime le dichiarazioni contro l’Italia e i paesi del Sud Europa di una formazione che ha stretto contatti anche con i gruppi sovranisti dell’Est Europa.
OLANDA – In Olanda la situazione non è migliore anche se il primo ministro Rutte a gennaio ha avuto un lungo e cordiale colloquio a palazzo Chigi con Giuseppe Conte. Tra le più irritanti dichiarazioni non si possono dimenticare le esternazioni del membro del partito del lavoro olandese ed ex presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem. Tre anni fa, quando era ministro delle Finanze, l’eurosocialista se ne uscì sulla Frankfurt Allgemeine dicendo che “durante la crisi dell’euro i paesi del Nord hanno dimostrato solidarietà con i paesi più colpiti ma non puoi spendere tutti i soldi in alcol e donne e poi chiedere aiuto”.
Compagno di partito di Rutte solo ultimamente si è reso conto “di aver chiesto troppo alla Grecia” quando era in difficoltà. Buon propagatore di pregiudizi e falsità visto che ad aiutare la Grecia ci pensarono anche i paesi del Sud Europa come il nostro. Geert Wilders, che a maggio era sul palco di Milano con Salvini in occasione delle elezioni europee, è l’avversario che Rutte deve tenere a distanza. Ma non è solo Wilders. Alla sua destra c’è Thierry Baudet che tre anni fa ha fondato un partito di ultradestra che alle politiche è diventato il secondo partito al Senato. Un groviglio di sovranismo ‘Made in Netherlands’ dal quale, al grido ‘Dutch First’, a inizio millennio aveva portato alla ribalta Pim Fortuyn, fondatore del primo partito sovranista assassinato nel 2002 da un’estremista animalista.
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