Coronavirus
La Lombardi sulla Sanità Pubblica: “Esproprio di Stato dopo decenni di esproprio dei diritti”
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La deputata e attualmente consigliera e capogruppo alla Regione Lazio, Roberta Lombardi, sulla sanità pubblica: “Dall’Italia alla Spagna gli espropri di Stato tornano di moda in tempi di emergenza coronavirus. Forse, dopo anni di feroce privatizzazione sarebbe meglio parlare di ‘riappropriazione collettiva’. Con il Decreto Cura Italia il Governo Conte ha disposto, tra le varie misure per fronteggiare l’emergenza, la possibilità per la sanità pubblica di requisire ospedali e cliniche private. Questo fino al prossimo 31 luglio. Termine indicato per l’attuale stato di emergenza”.
Poi la Lombardi sulla sanità pubblica continua: “Questa disposizione potrebbe essere un primo tentativo. Un seme prezioso su cui far germogliare quel processo in grado rimettere la sanità pubblica al centro dell’agenda politica. Per onestà intellettuale dobbiamo dire che questo provvedimento emergenziale non sarà a costo zero per lo Stato. I proprietari delle strutture requisite riceveranno un indennizzo pari al ‘100 per cento di questo valore’. Dobbiamo pertanto fare molta attenzione affinché questo ‘esproprio di Stato’ non si trasformi da operazione nata con un intento benevolo in un’ulteriore occasione di spreco di denaro pubblico. Sarebbe un paradosso, e un nuovo schiaffo, dopo decenni di saccheggio già subiti dalla sanità pubblica a vantaggio di quella privata. In Spagna il Governo ha fatto una cosa simile ma in maniera più perentoria. Ha disposto che entro 48 ore aziende e privati del settore sanitario dovessero portare all’attenzione delle Autorità pubbliche i materiali disponibili.
Attrezzature diagnostiche, guanti, mascherine, ecc., tutte da destinare al Sistema Sanitario Nazionale. Minacciando sanzioni per coloro che non lo avessero fatto. In una situazione come questa, e da ora in poi, è giusto che lo Stato torni a far sentire la propria voce in modo forte. Non solo per il carattere straordinario di quello che stiamo vivendo. Ma anche per compensare tutte le volte che in passato non ha avuto il coraggio di urlare: ‘Basta!’ davanti alla progressiva avanzata degli interessi privati e particolaristici che hanno eroso il servizio sanitario pubblico. Ma come siamo arrivati a questo punto? C’è una data di inizio: il 1992. È l’anno in cui l’allora Governo Ciampi con il decreto legislativo 502/92 ha trasformato le USL, Unità Sanitarie Locali, facenti capo ai Comuni, in ASL, Aziende Sanitarie Locali.
Così hanno introdotto nella sanità pubblica il modello di gestione aziendalistica. Modello in cui le strutture private possono operare a spese delle casse pubbliche se accreditate dalle Regioni. Alle quali nel frattempo è stata demandata la competenza in materia sanitaria. Come si può vincolare a un modello aziendalistico, per sua natura votato al profitto, un bene primario come la salute, che infatti figura tra i diritti fondamentali della nostra Costituzione (articolo 32)?! Ecco perché quelli che oggi, in Italia o in Spagna, vengono definiti ‘espropri di Stato’ dopo anni di feroce privatizzazione in cui sono stati i cittadini ad essere espropriati del proprio diritto alla salute in verità non sono altro che un legittimo atto di riappropriazione collettiva. E questa dev’essere la terapia d’urto, se vogliamo arrestare l’agonia della nostra sanità pubblica iniziata circa 30 anni fa”.
Coronavirus
Ricciardi difende Conte e il lockdown. La Commissione Covid mette paura
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Il docente di Igiene all’università Cattolica di Roma, Walter Ricciardi, ha espresso la sua visione sulla Commissione d’inchiesta su Covid, approvata definitivamente e senza problemi dalla Camera. A suo avviso, la commissione “è viziata fin dall’inizio” in quanto le indagini saranno apparentemente dirette verso “la critica del governo” in carica durante la pandemia, e non verso un’analisi effettiva dei problemi. La sua percezione è che le aspettative riguardo l’operazione e l’utilità tecnica futura del lavoro da svolgere, sono pessimiste.
Ricciardi ha osservato come “tutti i Paesi del mondo hanno esaminato ciò che è accaduto” durante la pandemia, con un approccio obiettivo e basato su prove scientifiche per “imparare e non dimenticare la lezione di Covid“. Accoglie positivamente tutte le commissioni che cercano di approfondire, rivedere ed imparare per il futuro. Tuttavia, la commissione italiana è stata impostata esclusivamente in termini politici. Il fatto che le Regioni, responsabili della fornitura dei servizi sanitari in Italia, siano state escluse dal perimetro d’indagine indica, secondo Ricciardi, la mancanza di volontà di fare un esame scientifico.
Ribadisce che tale commissione, con il suo attuale setup, “non può portare a nulla di buono, se non a ulteriori polemiche e divisioni”. Sottolinea che sono ancora presenti le stesse condizioni che hanno portato alla pandemia e sarebbe opportuno evitare divisioni e cercare un accordo unanime in Parlamento sulla necessità di non ripetere gli stessi errori.
Ricciardi non ha apprezzato la citazione da parte della deputata di Fratelli d’Italia, Alice Buonguerrieri nella sua dichiarazione di voto. Il suo intervento ha causato una bagarre in Aula e ha suscitato le reazioni di Speranza e Giuseppe Conte. Nello specifico, la deputata ha affermato che la commissione è ciò che coloro che hanno subito lockdown, Green pass, restrizioni chiedono, misure che, secondo lei, mancano di supporto scientifico e sono state attuate come soluzioni di “cieca disperazione”.
Ricciardi ha risposto alla dichiarazione della parlamentare, dicendo che il lockdown è effettivamente una misura di cieca disperazione nell’ottica che rappresenta l’unica alternativa possibile in quel contesto. La dichiarazione è stata presa provvista, attribuendole un significato negativo. Ricciardi conclude riaffermando le sue preoccupazioni in merito alle premesse imposte, non aspettandosi nulla di buono.
Coronavirus
Covid, scoperta una nuova variante ‘sudafricana’: “Ha subito oltre 100 mutazioni”
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Nuova variante sudafricana di Covid: più di 100 mutazioni
Una recente scoperta nel campo della virologia ha portato alla luce una nuova variante di Covid, individuata in Sudafrica e denominata Ba.2.87.1. Tale variante, caratterizzata da oltre 100 mutazioni, è stata individuata da un gruppo di scienziati che aveva precedentemente individuato Omicron.
Il direttore del Centro per la risposta alle epidemie e l’innovazione presso la Stellenbosch University, Tulio de Oliveira, ha sottolineato che questa variante è geneticamente distintiva dagli attuali ceppi di Omicron circolanti. Secondo de Oliveira, l’analisi preliminare suggerisce che la variante Ba.2.87.1 sia emersa da Ba.2 o dal nodo basale di Omicron, con ipotesi che indicano un’origine da un’infezione cronica seguita dalla trasmissione nella popolazione.
Al momento, la trasmissibilità e la patogenicità di questa nuova variante sono ancora sconosciute; tuttavia, le prime analisi suggeriscono che potrebbe essere meno immunoevasiva rispetto ad altri ceppi. Alcuni ricercatori, come Raj Rajnarayanan dell’Università dell’Arkansas, hanno evidenziato che Ba.2.87.1 dovrebbe produrre ulteriori mutazioni per rimanere competitiva.
Nonostante la scoperta di questa nuova variante, al momento non sembra costituire una preoccupazione immediata, in quanto i contagi in Sudafrica rimangono relativamente bassi e non sembra diffondersi ampiamente. Tuttavia, il paese ha intensificato la sorveglianza genomica per monitorarne la diffusione. In definitiva, la scoperta di questa nuova variante sudafricana di Covid pone ulteriori interrogativi sulle mutazioni e l’evoluzione del virus, richiedendo ulteriori studi e monitoraggi per comprendere appieno le sue caratteristiche e il suo impatto sulla salute pubblica.
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