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Cinema

RECENSIONE Film La Città Incantata a cura di Tommaso Bucciarelli

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RECENSIONE Film La Città Incantata a cura di Tommaso Bucciarelli

RECENSIONE Film La Città Incantata un anime giapponese avventuroso che vi coinvolgerà dall’inizio alla fine

RECENSIONE Film La Città Incantata a cura di Tommaso Bucciarelli

Girando per Roma in questi giorni del marzo 2020, si vive lo stato influenzato del timore di tossire passando da maiale, cosicché ho voluto rivedere la realtà fantasiosa de La Città Incantata.

Anime giapponese del 2001, un genere fantastico avventuroso con la regia del famosissimo Hayao Miyazaki, prodotto da Toshio Suzuki, della durata di 125 minuti. Prende spunto dal romanzo Il Meraviglioso Paese Oltre La Nebbia scritto da Sachiko Kashiwaba.

Fino ad ora è l’unico anime premiato con Oscar come Miglior film d’animazione.

Siamo in macchina con un bambina di dieci anni, Chihiro, che è sdraiato sui sedili posteriori dell’auto dei genitori con i quali sta andando nelle loro nuova residenza. Il padre prende erroneamente una strada non asfaltata che termina di fronte ad un tunnel; non possono proseguire in auto, cosicché i genitori scendono per visitare a piedi quel posto nuovo, mentre Chihiro si lamenta, non vorrebbe, ma entra con loro.

Avendo sorpassato il cunicolo si trovano in una radura naturale seguita da un fiume ed un ponte che porta a un comprensorio di case, e i genitori cercano qualcosa da mangiare. Le case appaiono disabitate, ma ci sono locali locali e ristoranti vuoti, senza nessuna persona, ma colmi di buffet. I genitori si seggono ed iniziano a mangiare pensando di pagare quando si presenterà qualcuno, mentre Chihiro non vuole cibarsi e si allontana guardasi attorno. Nota un enorme bagno pubblico chiamato Aburaya, lei si avvicina ma un giovane ragazzo, Haku, gli ordina di andarsene. Lei intimorita raggiunge i genitori, ed una volta alle loro spalle li chiama, ma scopre che si sono trasformati in maiali. Vuole scappare da questo posto ma non può attraversare il fiume che ora è in piena.

Cala la note e Chihiro vaga per queste abitazioni nelle quali inizia a vedere spiriti silenziosi che affollano la via; impaurita corre e si nasconde, notando che il suo corpo sta divenendo trasparente e immateriale. Si ripresenta Haku che le fa mangiare una bacca del complesso magico che la fa rimanere in vita tornando nuovamente materiale. Haku le dice che vuole aiutarla e le spiega che per non essere catturata dalla potente strega Yubaba, deve riuscire a trovare un lavoro all’interno della struttura magica, i bagni pubblici pubblici degli dei. Le da indicazioni per raggiungerla e la avverte che lei poi farà di tutto per non assumerla: le farà paura, la screditerà, ma Chihiro dovrà rimanere solo e sempre su questa soluzione.

La città incantata è il tuo mondo.
Tante immagini forti e sciolte che creano il bene ed il male a seconda di come le guardi.

Miyazaki non ha creato, ma ha estratto dalle nostre fantasie un modo che pulisce i nostri atti ed i nostri pensieri, cosicché solo una poesia può esser la cornice di questo quadro.

L’obbiettivo si vuol raggiungere col denaro
E nella natura c’è un villaggio disabitato come un prontuario
Noi siamo giovani, immaturi, e non vogliamo quest’obiettivo
Cerchiamo auto, cerchiamo il modo di non usare quel cibario
Se lo cerchiamo quando stiamo bene, non lo troviamo, ci vogliono le pene
Quando siamo senza speranza, c’è l’aiuto che t’indirizza alla stanza

Il lavoratore oramai incallito
Mostra il come tra le tante braccia con un dito
Devi scender giù nella aperta scala
E se non lo fai in fretta
Il piede saetta

Siam bambini e distraiamo la magia
Se non vogliamo capirlo non troviamo la via
E se troviamo impedimenti evidenti
È bene saper che siamo noi stessi che ci mostriamo i denti

Ognuno di noi ha il suo compito, la sua strada di vita
Trova la tua, ma aiuta la collettiVITA

Cinema

David di Donatello, 19 candidature per “C’è ancora domani”

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David di Donatello, 19 candidature per “C’è ancora domani”

Annunciate le candidature per i film ai prossimi David di Donatello,  su tutti spiccano “C’è ancora domani” di Paola Cortellesi e “Io Capitano” di Matteo Garrone.

Paola Cortellesi all’esordio da regista ha fatto centro, infatti le candidature all’ambito statuetta sono ben 19, tra cui quella di miglior film. Un film ambientato ai tempi della guerra, che racconta la classica famiglia patriarcale di quell’epoca. La pellicola interamente girata in bianco e nero è da pochi giorni sulle piattaforme streaming e sta spopolando, se l’inizio della carriera da regista per la brava attrice romana è questo, ci aspettano altri grandi capolavori.

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È morto il regista Paolo Taviani, maestro del cinema italiano

È morto il regista Paolo Taviani, maestro del cinema italiano

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È morto il regista Paolo Taviani, maestro cinema italiano

È morto il regista Paolo Taviani, maestro del cinema italiano.

Il regista Paolo Taviani è morto a Roma dopo una breve malattia all’età di 92 anni, lasciando la moglie Lina Nerli Taviani e i figli Ermanno e Valentina. La cerimonia laica funebre si terrà lunedì 4 marzo presso la Protomoteca del Campidoglio dalle 10 alle 13. Paolo Taviani, insieme al fratello Vittorio, ha formato una delle coppie più influenti del cinema italiano, firmando film indimenticabili che hanno fatto la storia del cinema.

Il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha espresso il suo cordoglio per la scomparsa del regista, definendolo un grande maestro del cinema italiano. Anche l’assessore alla Cultura della Regione Lazio, Simona Baldassarre, ha elogiato il contributo di Taviani al cinema italiano, definendolo una figura libera e coraggiosa della cultura italiana. Paolo Taviani aveva annunciato di tornare sul set dopo aver diretto il film “Leonora Addio” nel 2022, progettando di realizzare un nuovo film intitolato “Canto delle Meduse” con l’attrice Kasia Smutniak.

Nato a San Miniato nel 1931, Paolo Taviani si trasferì a Roma negli anni Cinquanta con il fratello Vittorio per iniziare la loro carriera nel cinema, dirigendo documentari e il loro primo film da soli, “I sovversivi”. I fratelli Taviani sono stati protagonisti di un cinema civilmente impegnato con film che hanno ricevuto numerosi premi e riconoscimenti italiani ed europei.

Tra i film di maggior successo dei fratelli Taviani ci sono “Sotto il segno dello Scorpione”, “La notte di San Lorenzo” e “Padre padrone”, basato sul libro di Gavino Ledda e vincitore della Palma d’Oro a Cannes. La filmografia dei Taviani include anche adattamenti di opere letterarie come le novelle di Luigi Pirandello e il romanzo di Goethe “Le affinità elettive”.

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