Cinema
RECENSIONE Film The Truman Show a cura di Tommaso Bucciarelli
RECENSIONE Film The Truman Show curato da Tommaso Bucciarelli
RECENSIONE Film The Truman Show – Uno dei film che cattura maggiormente il pubblico grazie alla sua trama diversa rispetto ai soliti film, a capo di questo film c’è l’attore Jim Carrey
Mentre sono a casa in attesa della risoluzione del problema mondiale, sono stato chiamato dall’uomo vero che è tra i film in distribuzione, ed ho rivisto The Truman Show.
Un film fantascientifico, satirico e drammatico, fatto in America nel 1998, dura 103 minuti, su soggetto di Andrew Niccol il regista è Peter Weir che ha voluto l’attore nonché protagonista Jim Carrey (Truman Burbank) che compare praticamente sempre, e l’unico altro attore che ha un ruolo importante se non divino Ed Harris (Christof).
Truman esce da casa sua per recarsi al lavoro, ed incontrando la famiglia di vicini gli dice “Buongiorno… e nel caso non vi rivedessi, buon pomeriggio, buonasera e buonanotte!”.
Loro le ultime parole le ripeto in coro, poiché abituati a quel perenne saluto del trentenne che vive le sue giornate in maniera ripetitiva.
Viene fatta vedere la nascita del programma con Truman che non sa di essere un attore nel Network televisivo, e viene spiegato che lui fu adottato subito dopo la nascita, e viene ribadito quello che sanno tutti, cioè che le riprese sono state ininterrotte durante la sua crescita, la sua maturazione e sono attive anche nel presente.
La spiegazione è legata all’intervista che un giornalista sta facendo al regista Christof, un demiurgo dello spettacolo che è girato su un isoletta irreale e dalla quale Truman non è mai uscito per il terrore dell’acqua legato al fatto che recitarono la morte del padre mentre i due erano in barca, dovuta ad una tempesta, tra i fenomeni atmosferici finti praticati nella cupola che contiene l’isolotto.
Nulla è reale all’interno della cupola, neanche il giorno e la notte; tutto avviene solo se voluto da Christof.
Tra le false conoscenze di Truman, ci sono l’attore che interpreta il suo miglior amico Marlon e la moglie Meryl, che capita a volte esaltino un prodotto che stanno utilizzando a scopi pubblicitari, cosa che a Truman stranisce lievemente da sempre.
Un giorno un faro di proiezione cade dal cielo fittizio, quindi dalla parte più alta della cupola, e quel senso di vita irreale che già prova Truman prende sostanza.
L’irrealtà che viene passata per unica e sola verità.
Questa è la base di questo film che vidi la prima volta poco più d vent’anni fa, e ricordo che all’epoca fece strano a tutti. Tutto il modo fu scosso dalla visione di questo lungometraggio che ci allontanava dalle realtà proposteci dalle televisioni, ed è giusto riconoscere che tra i film fu questo, quello che allargò a livello sociale quello che oggi è una sorta di grande ateismo non religioso, ma televisivo.
Esistevano già persone che non volevano credere alle cose che la TV propagava, ma erano viste come strane, pseudo rivoluzionari, possessori di irrealtà che spacciavano per verità; ed inoltre erano pochi, pochissimi. Perlomeno tra le mie conoscenze, e chiedo scusa se sbaglio, ma non ne ricordo neanche una. C’era certo sì qualcuno che andava contro certe affermazioni televisive, ma lo erano per lo più con il legame a ideali politici, pensieri che la generazione Y, i millennials, potrebbero non comprendere.
Già dalle scuole medie si parlava di schieramenti politici, che passando alle superiori divenivano sempre più definite e soprattutto estremiste. C’erano la destra e la sinistra, e i più o erano della prima con lievi o pesanti legami all’epoca del fascismo, o eri della seconda, quella che in realtà era la più diffusa nella mia zona di Roma, cha aveva riferimenti comunisti proclamando che rappresentassero la libertà.
Le idee che avevo io le potrai leggere sulla mia autobiografia Nacqui Tre Volte, ma quel che è giusto esporre in questo articolo è come vissi questa visione.
La realtà non era dipinta. Questo fu il mio primo pensiero.
Le cose che funzionano e facevano vedere sullo schermo, non lo facevano con la perfezione che illustravano .
Non dovevo credere o poggiarmi solo su quel che diceva la TV.
Pochi anni dopo lessi 1984 di George Orwell, e fu in quel libro che iniziò realmente la mia maturazione sociale. Ed è da questo libro che è stato preso spunto dal regista per la strutturo de film, con un’eccellente Jim Carrey, attore che era stato visto esclusivamente come grande comico e che ebbe la meritata crescita di valutazione artistica.
Se non lo hai mai visto, te lo consiglio, oppure rivedilo; in questo periodo, con questo male che stiamo combattendo da casa o negli ospedali, la nostra vita materialmente a distanza può unirci ancor più moralmente.
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