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FESTE ROMANE San Giuseppe Frittellaro

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FESTE ROMANE San Giuseppe Frittellaro

San Giuseppe è considerato il santo protettore dei poveri, delle famiglie, dei padri di famiglia, di carpentieri, ebanisti, falegnami, artigiani ed operai in genere. Invocato per una buona morte dei moribondi e dei senzatetto. Inoltre è protettore delle ragazze da marito. Questo in ricordo della sua castità e del fatto che non ripudiò Maria rimasta incinta durante il fidanzamento.

Il 19 Marzo si festeggia non tanto solo San Giuseppe quanto la coppia che, in un paese straniero e in attesa del loro bambino, si vide rifiutata la richiesta di un riparo per il parto dovendo ‘ripiegare’ in una grotta. Atto fortemente contrario alla sacralità dell’ospitalità per secoli ricordato, in particolare in Sicilia, con l’allestimento di un banchetto dove si invitavano poveri ed emarginati. In questa occasione un sacerdote benediva la tavola e i poveri erano serviti dal padrone di casa. In alcuni paesi il banchetto era allestito direttamente in chiesa. Inoltre il protettore dei pionieri e degli emigranti (per la fuga in Egitto). Invocato anche contro le tentazioni carnali e contro l’usura (i primi Monti di Pietà si chiamavano Monti di San Giuseppe).

Fin dalla seconda metà dell’800 la festa è associata a due caratteristiche particolari: i falò e i dolci fritti. La celebrazione, coincidendo con la fine dell’inverno e l’inizio della primavera, si è venuta a sovrapporre ai riti di purificazione agraria (i Lupercalia) di chiara origine pagana. Infatti si bruciano i residui del raccolto dei campi formando cataste accese nelle piazze. Il rito dei falò era ed è accompagnato, in tutta Italia, dalla preparazione delle zeppole (frittelle). In ricordo forse del fatto che San Giuseppe oltre che falegname dopo la fuga in Egitto fosse stato anche venditore di frittelle meritandosi, da parte del popolo romano, l’affettuoso nomignolo di ‘San Giuseppe frittellaro’. A Roma fino alla fine degli anni ’50 era tradizione preparare delle ‘frittelle’ e dei ‘bignè’ di San Giuseppe. Soprattutto nel quartiere Trionfale dove si trova la Basilica Minore di San Giuseppe. Qui venivano attrezzati decine di banchi con tanto di calderone pieno d’olio ove friggere i dolci.

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