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CORONAVIRUS Insulti dai balconi ai bambini in strada
CORONAVIRUS Insulti dai balconi ai bambini in strada.
Vero che il coronavirus ha aumentato lo stress delle persone ma arrivare al punto di lanciare insulti ai bambini è quanto di più inqualificabile possa succedere. “Quando è uscita la circolare del Viminale ero felicissima. Volevo portare fuori mia figlia ma dopo aver visto ciò che scrive la gente sui social ho quasi paura a farlo. Veramente devo temere per portare mia figlia dieci minuti a sgranchirsi le gambe?”, si chiede Federica, 38 anni, mamma di Bianca, una bimba di 10 anni. Questo l’interrogativo di tutti quei genitori che ieri hanno gioito all’idea di poter concedere qualche minuto d’aria ai loro figlioli chiusi in casa da più di un mese. Ma non avevano fatto i conti con l’astio dei social e il parere negativo della regione Lombardia. L’assessore Giulio Gallera si augura infatti che “i cittadini ignorino questa folle, insensata e irresponsabile circolare”.
E così, come successo ai runner, c’è chi urla dai balconi contro chi esce di casa e chi reclama il diritto a fare un minimo di attività fisica. “Non siamo ancora usciti a passeggiare e già ci danno degli ignoranti”, dichiara un’altra mamma mostrando gli oltre 1.000 commenti sotto il post di Lombardia Notizie. Commenti tutti del tipo: “Da oggi orde di bambini e genitori liberi di scorrazzare in giro vanificheranno tutti i sacrifici fatti fino a ora”. In molti chiedono alla Regione una ordinanza per vanificare la circolare del Viminale. I genitori dal canto loro replicano: “Nessuno ha intenzione di creare assembramenti. Si tratta solo di permettere ai bambini di vedere il cielo. Non tutti hanno 150 metri quadri di casa e due balconi”.
A detta di molti i genitori che vogliono uscire con i figli sono “quelli che andavano a correre e che non sanno stare senza aperitivo con gli amici. Ma che non sanno gestirseli a casa se non mollandoli davanti a uno schermo”. In difesa dei genitori accorrono i nonni come Marisa: “Trovo alienante sia quanto preteso dai nostri bambini che giudizi e commenti che leggo. Voglio pensare che siano scritti da chi non vede un bimbo da secoli o non ne abbia mai visti”. “In giro c’è una rabbia e una presunzione di assumersi il ruolo di giudice allucinante”, dice Claudia, mamma di due bambini di 10 e 4 anni.
Una quarantacinquenne, due figli di 10 e 7 anni, racconta: “Sono separata e l’altro giorno ho portato i bambini dal padre. Ci siamo fermati pochi minuti nello spazio verde sotto casa. Diverse persone si sono affacciate dai balconi urlandoci insulti. I bambini si sono spaventati. Soprattutto dopo le minacce di chiamare la polizia, che è arrivata. Poveri poliziotti, erano più imbarazzati di noi. Ci hanno chiesto di tornare a casa per quieto vivere ma si vedeva quanto fossero dispiaciuti. La sera ho scoperto che le stesse persone che ci hanno rimproverato ci avevano ripreso e messo sui social. Nessun rispetto neanche per i bambini che si vedono benissimo. Quando ho letto i commenti sotto mi sono fatta una doccia per piangere senza che i bambini mi vedessero. Uscirò ancora con loro perché una passeggiata li aiuta a restare sereni ma tante amiche hanno deciso di non farlo per paura”.
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