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MES Si profila scontro nella maggioranza

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MES Si profila scontro nella maggioranza

MES Si profila scontro nella maggioranza. Non basta il no di Conte all’uso dei fondi del Mes per ricompattare la maggioranza.

A meno di una settimana dal consiglio europeo del 23 aprile nella maggioranza si profila uno scontro sul Mes. Il Pd non lo esclude, il M5S è di parere opposto. Secondo fonti di maggioranza bisognerà vedere cosa accadrà dopo l’incontro dei leader Ue in videoconferenza. L’intenzione del premier, come ha dichiarato la scorsa settimana, è “combattere fino in fondo la battaglia degli eurobond”. Ma le speranze di ottenere che il fondo europeo per la ripresa parta nel giro di qualche mese sono molto flebili. L’apertura del vicepresidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis ai recovery bond è apprezzata a Roma ma non è ritenuta sufficiente. Sono gli Stati membri a decidere e sugli eurobond permane il no dell’Olanda e degli altri Stati del nord. Difficile che già il 23 aprile prossimo le cose possano cambiare.

In una intervista al quotidiano tedesco Handelsblatt, Dombrovskis, punto di riferimento dei paesi rigoristi della Commissione von der Leyen, ammette: “Nessuno finora ha chiesto crediti al Mes, e non ci sono segnali che qualche governo abbia intenzione di farlo”. Poi ha annunciato che la Commissione europea intende lavorare a un fondo per la ricostruzione da finanziare con obbligazioni “sostenute da una garanzia degli Stati membri”. L’importo è di 1,5 trilioni di euro: “Potrei immaginare un tale quadro finanziario”. Ne discuteranno i leader il 23 aprile ma gli esiti sono da verificare. Ed è anche per questo che si scatena il dibattito sul Mes, unico fondo con risorse fresche disponibili in poche settimane: 410 miliardi di euro dei quali 240 da utilizzare per l’emergenza sanitaria del coronavirus, divisi per paese con una percentuale pari al 2% del pil.

Romano Prodi ha dichiarato: “Non è più condizionato. Non capisco il mio Paese, io lo userei”. Nicola Zingaretti ne rafforza l’ipotesi: “La partita la sta seguendo Conte con le istituzioni Ue. Vedremo, ma se la nostra sovranità sarà garantita e l’Europa ci darà soldi per la sanità italiana allora dovremo ragionare come Regioni sul perché non dovremmo usufruirne. Ma questo solo dopo gli appuntamenti europei”. Insomma il Pd è a favore della possibilità di usare i 36 miliardi a disposizione con il fondo Salva Stati. Sì, anche se in seguito ciò potrebbe significare intraprendere un cammino di rientro nelle regole del Patto di stabilità e crescita, ora sospeso. Questione che riguarderà tutti gli Stati europei indeboliti dalla pandemia, solo che peserà di più sui paesi con un debito più alto e destinato a crescere.

Invece per il M5s resta il no: “La condizionalità esiste a prescindere. Una volta superata l’emergenza se l’Italia vi facesse ricorso sarebbero guai”. La senatrice Barbara Lezzi ha dichiarato: “Ogni volta che gli italiani devono essere convinti a mandar giù una purga arriva Romano Prodi che tira fuori dal cilindro l’olio di ricino da somministrare. Sempre pronto, secondo convenienza (la sua), a passare dal si Euro all’Euro a due velocità, dal si Eurobond a forse Eurobond, dal si Mes al forse Mes, dal no Mes al si Mes senza condizionalità. Un facile escamotage per avere sempre ragione”.

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