Cronaca
Multata ex M5S: “Vado allla Camera”, ma si dirigeva a Ostia Lido

Altra giornata di controlli e sanzioni per la polizia che ha dovuto multare chi si dirigeva a fare gite fuori porta. Tra queste anche una deputata ex M5S
Eppure i politici dovrebbero dare il buon esempio. Invece è accaduto che quest’oggi, durante i consueti controlli, la polizia abbia dovuto multare Sara Cunial. La parlamentare, espulsa in primavera dal Movimento Cinque Stelle e fortemente no vax, si stava dirigendo a Ostia Lido. Fermata da un posto di blocco, ha detto agli agenti di essere deputato e che era in giro per lavoro. La spiegazione non ha convinto le forze dell’ordine che l’hanno multata per aver violato il decreto ministeriale che impone l’uscita solamente per casi di necessità.
ARRIVANO I SOLDI DALL’INPS, ECCO QUANDO SARANNO EROGATI
Cronaca
Stranezze antiche: quel dio barbuto nell’oasi di via Latina, sull’Appia Antica

Scoperto a Roma una testa barbuta antica che sembra un filosofo hipster del II secolo d.C., con capelli ondulati e una barba da fare invidia ai moderni influencer! Ritrovata per caso durante scavi, potrebbe essere Giove o un dio egiziano riciclato – chissà se predicava sui social dell’antichità? #ArcheologiaDrammatica #TestaBarbutaVirale #RomaHipster
Le Divinità
Gli archeologi hanno dissotterrato questa meraviglia marmorea nelle Tombe di via Latina, un angolo dimenticato del parco archeologico dell’Appia Antica. La testa, più grande del normale, ha occhi intensi e una barba cesellata che urla “divinità romana o filosofo presuntuoso”. Si parla di Giove, Apollo o magari Serapide, il dio egiziano della fertilità – perché, diamine, chi non ama un po’ di abbondanza antica? Per ora, la squadra la chiama affettuosamente “l’Apollo delle Tombe Latine”, ma con quella barba, potrebbe benissimo essere un imperatore che si credeva un genio.La Storia
Questa scoperta inaspettata è spuntata durante scavi in una basilica paleocristiana del V secolo, dove probabilmente la testa è stata riutilizzata come materiale di risulta – un classico riciclo romano, perché buttare via una scultura quando puoi farla finire sotto una chiesa? Diretta dall’architetto Simone Quilici, l’area è un’oasi di rovine tra la via Latina e i monumenti dei Cesari. Ora, la testa barbuta è in viaggio verso i laboratori di Matera per un restauro epico, con studenti che la studieranno come se fosse un reperto alieno. Chissà cosa rivelerà una volta pulita – forse segreti che farebbero arrossire i politici moderni!
Cronaca
Mafia cinese: il sicario ha freddato la coppia con un colpo in testa

Un sicario incappucciato aspetta una coppia cinese fuori casa a Roma, li fa secchi con sei colpi di pistola per una faida mafiosa: la mafia orientale si fa sentire nella Capitale! #MafiaCinese #SpariARoma #AffariSporchi
L’Agguato
Nella notte romana, un killer con il volto coperto ha trasformato una tranquilla via Prenestina in un set da film di gangster. Zhang Dayong, 53 anni, e la sua fidanzata Gong Xiaoqing, 38 anni, entrambi cinesi, sono stati abbattuti mentre rientravano in bici. Sei proiettili da calibro 9 dritti alla testa: non c’è stato scampo. Si parla di legami con la mafia cinese, un’organizzazione che da anni infila i suoi tentacoli negli affari sporchi tra Roma, Napoli e Prato, dalla logistica all’abbigliamento. Dayong, un tipo con un passato da “Uomo nero” nelle inchieste, aveva costruito un impero su trasporti, immigrazione clandestina e persino locali a luci rosse – mica male per uno che arrivava dalla Cina.L’Assassino
Gli sbirri del Nucleo Investigativo di Roma sospettano che si tratti di una guerra tra clan per il controllo del business, roba che fa impallidire le vecchie mafie italiane. Il killer ha suonato a casaccio ai citofoni, è entrato come se niente fosse, e ha aspettato pazientemente al secondo piano. Quando la coppia è arrivata, bam: esecuzione in piena regola. È scappato a piedi, lasciando i corpi per terra. Ora i carabinieri setacciano telecamere e cellulari per beccare questo fantasma armato – chissà se è uno di quei “senza nome” che Dayong importava dalla Cina per i suoi traffici.
Il Mandante
Le indagini corrono su due binari: da una parte, dare un nome al sicario; dall’altra, smascherare chi ha ordinato il colpo. Dayong era un gregario del boss Zhang Naizhong, coinvolto in estorsioni e intimidazioni, come quella storia della “guerra delle grucce” a Prato. Il mandante? Probabilmente si nasconde tra i concorrenti che litigano per l’impero economico in Italia, con affari che puzzano di droga, manodopera sfruttata e minacce. Gli inquirenti stanno indagando sui contatti della coppia, incluso l’affitto dell’appartamento da un connazionale legato a negozi all’Esquilino – un bel groviglio di intrighi orientali nella Roma che non dorme.
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