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CORONAVIRUS Raggi fa igienizzare 4mila kilometri di strade

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CORONAVIRUS Raggi fa igienizzare 4mila kilometri di strade

Roma in quarantena e la Sindaca Virginia Raggi sfida il coronavirus igienizzando ogni angolo della Capitale per contenerne la diffusione

Non si ferma il lavoro della Giunta capitolina, nonostante n periodo storico difficile. La Raggi sfida il coronavirus e lo fa attraverso la sanificazione e igienizzazione delle strade della città. Ama è al lavoro per garantire la pulizia delle arterie principali e secondarie, allo stesso tempo cercando di contenere la diffusione del COVID-19. Virginia Raggi ha fatto il punto della situazione dal suo profilo Facebook dichiarando quanto segue: “Le strade di Roma questa settimana sono state sanificate con più di 2 milioni di litri di igienizzante. Grazie ai dipendenti di Ama e Servizio Giardini che hanno ripulito 4mila km di strade“.

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Fiumicino, incidente sul lavoro in aeroporto: morto un operaio

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Fiumicino, incidente sul lavoro in aeroporto: morto un operaio

(Adnkronos) – A quanto si apprende, questa mattina, intorno alle 7.30, un operaio della ditta Lazio Servizi Srl, incaricata dei lavori da Quick Turn Engine Center Europe Srl, azienda che si occupa di interventi su motori aeronautici, è morto per un incidente sul lavoro che si è verificato presso l’officina, gestita da diversi anni dalla stessa società, situata nelle vicinanze del varco numero 5 dell’aeroporto di Fiumicino. 

Le condizioni sono apparse subito gravi e, nonostante il tempestivo intervento dell’elisoccorso e dell’ambulanza, per l’operaio non c’è stato nulla da fare. Sul posto la magistratura per i primi accertamenti sulla dinamica dell’incidente. 

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West Nile, casi nel Lazio “solo la punta dell’iceberg”: oggi vertice degli infettivologi

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West Nile, casi nel Lazio “solo la punta dell’iceberg”: oggi vertice degli infettivologi

(Adnkronos) – Nella West Nile “i casi individuati rappresentano solo la punta dell’iceberg, poiché la maggior parte delle infezioni decorre in modo asintomatico: occorre fare diagnosi precoci e mappare il territorio”. E’ il monito di Miriam Lichtner della Simit, la Società italiana di malattie infettive e tropicali che alla luce dei 7 infettati – con un’anziana morta – in provincia di Latina, invita a “rafforzare la sorveglianza clinica e ambientale e ad attuare con urgenza misure di prevenzione contro il vettore, la zanzara Culex pipiens”.  

Gli specialisti sottolineano che “la rete infettivologica regionale, rafforzata dopo la pandemia da Covid-19, è già attiva” e che oggi “si terrà un vertice con tutti i reparti di Malattie infettive e i pronto soccorso del Lazio, con l’avvio di attività di formazione per i sanitari” coordinate dal segretario Simit Emanuele Nicastri, direttore Uoc Divisione Malattie infettive ad alta intensità di cura Irccs Inmi Spallanzani di Roma. Intanto “la Regione Lazio ha già attivato le disinfestazioni nei Comuni colpiti e un monitoraggio degli insetti vettori”. 

“La diagnosi è molto importante, fortunatamente tra gli infettivologi c’è molta attenzione sull’argomento e si lavora da anni nel diffondere la conoscenza di queste patologie a tutta la classe medica”, evidenzia Lichtner, professore ordinario di Malattie infettive e tropicali all’università Sapienza di Roma. “I colleghi di Latina – rimarca – sono stati molto bravi a pensare al West Nile e a identificare i casi con il supporto del laboratorio dello Spallanzani. I sintomi spesso assomigliano a un’influenza: febbre, mal di testa, rash cutaneo. Ma in alcuni casi compaiono tremori, sonnolenza, stato confusionale. Occorre intercettare subito i casi sospetti con screening mirati, specialmente nei pronto soccorso e dai medici di medicina generale”.  

L’esperta evidenzia che “il virus del West Nile non ha una cura specifica codificata. Il trattamento è sintomatico e di supporto: idratazione, controllo della febbre, monitoraggio delle funzioni vitali del paziente. Nei casi più gravi si possono utilizzare immunoglobuline e antivirali utilizzati per altri virus, come ad esempio il remdesivir. Per questo la diagnosi precoce e la prevenzione sono oggi i principali strumenti che abbiamo per contenere l’infezione”.  

“Accanto alla sorveglianza clinica, poi – ricorda Lichtner – è fondamentale la prevenzione ambientale: il vettore va controllato con disinfestazioni basate su larvicidi e adulticidi, a partire dalle aree umide e dai centri abitati. Anche i cittadini possono fare la loro parte: no ai ristagni d’acqua nei giardini, attenzione ai sottovasi, uso di repellenti e zanzariere”. E “con queste elevate temperature – raccomanda la docente – bisogna estendere l’attenzione a tutta la famiglia delle arbovirosi, come Dengue, Usutu, Chikungunya, Zika, visto che alcune di queste infezioni si sono già verificate anche alle nostre latitudini”. 

“La situazione è da tenere sotto controllo – concorda il direttore scientifico della Simit, Massimo Andreoni – e non è una buona notizia che si siano registrati i primi casi anche nel Lazio. Questo indica una diffusione crescente del virus, che in diverse regioni italiane è già endemico e viene trasmesso dalla comune zanzara Culex, ben presente anche nel nostro Paese. Da un lato il cambiamento climatico, con temperature più elevate e maggiore umidità, sta favorendo la proliferazione delle zanzare; dall’altro diventa fondamentale che i medici riconoscano precocemente questa infezione. Solo così – avverte lo specialista – possiamo evitare complicanze serie, soprattutto nei pazienti più fragili”. 

Gli infettivologi puntualizzano che, “a differenza della Dengue, la persona infettata” dal West Nile virus “difficilmente può essere una fonte di infezione se viene punta in quanto nell’uomo l’infezione viene detta abortiva-terminale (dead-end host)”. 

 

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