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Cinema

RECENSIONE Film Il Buco a cura di Tommaso Bucciarelli

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RECENSIONE Film Il Buco a cura di Tommaso Bucciarelli

RECENSIONE Film Il Buco – Tommaso Bucciarelli racconta questo film horror da vedere durante la quarantena

RECENSIONE Film Il Buco – Incastrato come tutti dentro casa, ho ritenuto giusto vedere un film che già di per se, ha nell’immagine della locandina e nel nome, quel qualcosa che ti incarcera ne Il Buco.

Il Buco è un film thriller, horror/splatter VM18, della durata di 94 minuti, prodotto in Spagna nel 2019 e distribuito da Netflix, regia di Galder Gatzelu-Urrutia, ed ha come protagonista Ivan Massaguè (Goreng), contornato da altri tra i quali quelli più importanti sono Eorion Eguileor (Trimagasi) e Antonia San Juan (Imaguiri).

Ha vinto il Toronto International Film Festival e vai premi tra i quali il Premio Goya.

Lo schermo all’inizio ci offe un elegante e minuzioso chef che rigorosamente coordina un’immensa quantità di personale, tutti lindi e assoggettati dal potere invisibile di questo personaggio.

Dopodiché compare Goreng che si sveglia in una grande sala bianca di un edificio altissimo, e vede che dalla parte opposta della stessa, c’è un signore più grande di età seduto su di un letto. Si orizzonta e comprende che la struttura è composta dalla sala senza finestre che ha un lavandino, degli asciugamani ed un solo gabinetto, con un buco al centro della sala che, guardandovi dentro, si vedono gli altri livelli identici con all’interno sempre e solo due persone.

Goreng è un volontario della sperimentazione che ha deciso di entrarvi e rimanervi sei mesi, per ricevere in cambio l’attestato di permanenza. Lui sapeva solo di poter entrare con un oggetto a scelta in questo posto, ma di cosa avrebbe trovato o com’era fatto non sapeva assolutamente nulla.

Prova a fare qualche domanda al compagno di livello Trimagasi, e lui gli risponde in maniera fredda, e lo fa perché è ovvio. Trimagasi gli dice, a mo’ di macchina, che non gli parleranno quelli sopra, solo e non con certezza quelli sotto, e che ogni informazione che lui darà, lo farà solo se prima Goreng gliene offrirà un’altra.

Compare una luce verde su una parete, e ne La Fossa, quindi il buco tra un livello e l’altro, scende una piattaforma con alimenti, e Goreng vede il compagno fiondarsi per accaparrare più cibo possibile. Lo vede mangiare come un animale. La piattaforma passa dall’alto verso il basso, e più sei in basso meno trovi, negli ultimi non si trova nulla. Ogni mese, al loro risveglio, i prigionieri si trovano ad un livello diverso, e forse non con lo stesso compagno.

Goreng vuole capire.

Atrocemente costretto a vedere. Mi sono sentito ingabbiato nello scoprire il perché di questo film che è VM18 non per del che puoi pensare.

Di fattura spagnola, c’è sempre qualche riferimento politico che dislivella le persone in vari ranghi, con il potere che viene dall’alto, e i poveri che ringhiano animaleschi dal basso, ma verso l’alto.

Il Buco è una macchina che con gli oggetti rappresenta l’introspezione di chiunque lo vede, calcolando le emozioni che da calme e posate, divengono attive e squilibrate, e più passa il tempo, più vuoi non vederlo, meno riesci a disfartene.

È ovvio.

Voglio nuovamente avvisarti che è uno splatter, ma forse poco pupl… o anche si?

Perso nell’immensità della ristrettezza della visione, in realtà pensavo che riassumere l’inizio di questo film sarebbe stato breve, facile. E invece mentre la scrivevo mi sono accorto che ho riferito qualcosa, ma tra le poche cose, ancora ne mancano tante, e devi vederla, devi sapere. Immagina che chiunque troverà il perché deve farlo, e tu non dico che puoi, ma devi saperlo. L’imperativo è d’obbligo in ogni carcere, perché nello stesso sei punito. E tu credi in Dio?

Ricorda che ci son materie che possono essere lontanamente e illegalmente paragonate alle emozioni che ci compongono.

Nel film, pieno ai miei occhi di aforismi sporchi, posso dirti solo una cosa:

La merda è più efficace della solidarietà spontanea.

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David di Donatello, 19 candidature per “C’è ancora domani”

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David di Donatello, 19 candidature per “C’è ancora domani”

Annunciate le candidature per i film ai prossimi David di Donatello,  su tutti spiccano “C’è ancora domani” di Paola Cortellesi e “Io Capitano” di Matteo Garrone.

Paola Cortellesi all’esordio da regista ha fatto centro, infatti le candidature all’ambito statuetta sono ben 19, tra cui quella di miglior film. Un film ambientato ai tempi della guerra, che racconta la classica famiglia patriarcale di quell’epoca. La pellicola interamente girata in bianco e nero è da pochi giorni sulle piattaforme streaming e sta spopolando, se l’inizio della carriera da regista per la brava attrice romana è questo, ci aspettano altri grandi capolavori.

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È morto il regista Paolo Taviani, maestro del cinema italiano

È morto il regista Paolo Taviani, maestro del cinema italiano

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È morto il regista Paolo Taviani, maestro cinema italiano

È morto il regista Paolo Taviani, maestro del cinema italiano.

Il regista Paolo Taviani è morto a Roma dopo una breve malattia all’età di 92 anni, lasciando la moglie Lina Nerli Taviani e i figli Ermanno e Valentina. La cerimonia laica funebre si terrà lunedì 4 marzo presso la Protomoteca del Campidoglio dalle 10 alle 13. Paolo Taviani, insieme al fratello Vittorio, ha formato una delle coppie più influenti del cinema italiano, firmando film indimenticabili che hanno fatto la storia del cinema.

Il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha espresso il suo cordoglio per la scomparsa del regista, definendolo un grande maestro del cinema italiano. Anche l’assessore alla Cultura della Regione Lazio, Simona Baldassarre, ha elogiato il contributo di Taviani al cinema italiano, definendolo una figura libera e coraggiosa della cultura italiana. Paolo Taviani aveva annunciato di tornare sul set dopo aver diretto il film “Leonora Addio” nel 2022, progettando di realizzare un nuovo film intitolato “Canto delle Meduse” con l’attrice Kasia Smutniak.

Nato a San Miniato nel 1931, Paolo Taviani si trasferì a Roma negli anni Cinquanta con il fratello Vittorio per iniziare la loro carriera nel cinema, dirigendo documentari e il loro primo film da soli, “I sovversivi”. I fratelli Taviani sono stati protagonisti di un cinema civilmente impegnato con film che hanno ricevuto numerosi premi e riconoscimenti italiani ed europei.

Tra i film di maggior successo dei fratelli Taviani ci sono “Sotto il segno dello Scorpione”, “La notte di San Lorenzo” e “Padre padrone”, basato sul libro di Gavino Ledda e vincitore della Palma d’Oro a Cannes. La filmografia dei Taviani include anche adattamenti di opere letterarie come le novelle di Luigi Pirandello e il romanzo di Goethe “Le affinità elettive”.

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