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CORONAVIRUS Colosimo: “Zingaretti cacci i mercanti dalle istituzioni”

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CORONAVIRUS Colosimo: “Zingaretti cacci i mercanti dalle istituzioni”

Nella giornata odierna, il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Chiara Colosimo è intervenuta in consiglio regionale in merito alla vicenda delle mascherine fantasma rivolgendosi al presidente Zingaretti

CORONAVIRUS Colosimo: “Le responsabilità penali sono personali e saranno accertate, ma adesso mi rivolgo  all’uomo, per di più ex malato e alla sua responsabilità politica e gli chiedo di cacciare i mercanti dal tempio delle istituzioni. Sulla verosimile truffa nei confronti della nostra Regione sono stata la prima a denunciare in solitaria il 7 aprile con un’interrogazione di Fratelli d’Italia, come il mio ruolo richiedeva, e il 10 aprile alla Procura della Repubblica, come la mia coscienza di cittadina richiedeva. Vanno sottolineate le ricadute di un modus operandi approssimativo, superficiale e imprudente, con cui hanno operato i vertici della protezione civile, vertici selezionati dalla giunta, non all’altezza dello straordinario impegno messo in campo dai volontari, e anche la completa assenza della nostra struttura di anticorruzione. 

 I 36 MILIONI DESTINATI A DPI MAI ARRIVATI

Si rende conto, presidente Zingaretti, di cosa vuol dire per una popolazione divenuta improvvisamente più povera e per di più costretta a un regime di detenzione domiciliare sapere che, mentre mancano le risorse per i più elementari aiuti alimentari, 36 milioni di euro sono stati destinati a DPI che non sono mai arrivati? Inoltre, a fronte dell’anticipo da capogiro e del ridicolo rientro di queste ore, non è stata effettuata alcuna valutazione preliminare dell’affidabilità del fornitore e si è dato ai cittadini lo spettacolo indecente del tentativo, maldestro e vergognoso, di trovare una “Seguros” che offre una copertura senza averne titolo. Cercando il nome del titolare della inesistente società assicurativa, infatti,  si evincono tra le indicizzazioni i rapporti dello stato delle Mafie nel Lazio, perché questa persona è imputato in un processo del clan Pagnozzi. Io mi vergogno e lo dico con il cuore in gola di chi ha sussurrato uno due tre quattro cinque dieci 100 passi e ha sfilato in corteo ogni volta che ha potuto il 19 luglio a Palermo”.

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