Per l’Inps i dati forniti dalla Protezione Civile riguardanti le vittime causate dal Coronavirus sarebbero poco attendibili
Secondo l’Inps i conti non tornano: in base ad uno studio condotto dall’Istituto confrontando i dati forniti dalla Protezione Civile, risulterebbero escluse dal conteggio circa 19mila vittime causate dal Coronavirus tra i mesi di marzo e aprile. Di queste, la maggior parte sarebbero concentrate soprattutto al nord (84%), di contro all’11% del centro e il 5% del sud. “La quantificazione dei decessi per Covid-19”, spiegano dall’Inps, “condotta utilizzando il numero di pazienti deceduti positivi fornito giornalmente dal dipartimento della Protezione Civile, è considerata poco attendibile, in quanto influenzata non solo dalla modalità di classificazione della causa di morte, ma anche dall’esecuzione di un test di positività”. Il 2020 si avviava ad essere un anno con una mortalità inferiore rispetto a quella attesa, ma nei mesi di marzo e aprile il Covid-19 ha cambiato tutto. Secondo l’Inps gran parte dei decessi verificatisi in questo periodo sarebbero da attribuirsi al Coronavirus e rientrerebbero nella casistica delle persone morte in casa o senza aver effettuato il tampone.
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