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CORONAVIRUS Ong Dafoh accusa il governo cinese

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CORONAVIRUS Ong Dafoh accusa il governo cinese

La DAFOH invita il Governo e il Parlamento italiani ad agire nei confronti del governo cinese per i decessi e i danni causati dalla pandemia di Covid-19

I membri della ONG DAFOH (Doctors Against Forced Organ Harvesting, Medici contro il prelievo forzato di organi) che da 14 anni indaga sulle accuse contro la Repubblica Popolare Cinese di prelievo forzato di organi ai danni dei prigionieri di coscienza, invita il Parlamento e il Governo italiani ad agire nei confronti del regime cinese per i decessi e i danni causati dalla Pandemia. “Il governo cinese era a conoscenza dell’esplosione dell’epidemia dalla fine del 2019. A partire da quel momento, è iniziata una strategia di censura e disinformazione che ha causato la morte di centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo, mettendo in pericolo la vita di milioni di altre. Il regime cinese ha usato il virus come un cavallo di Troia, allo scopo di portare un attacco al di fuori dei propri confini e gettare nel caos l’intero pianeta. Una condotta efferata. E altrettanto efferati sono il genocidio pianificato a tavolino e il prelievo forzato di organi perpetrati da oltre 20 anni in Cina ai praticanti del Falun Gong”. Così ha parlato il dott. Torsten Trey, direttore esecutivo della Dafoh.

IL COMUNICATO DELLA DAFOH

Crediamo che l’esplosione dell’epidemia di Covid-19 non sia stato un evento accidentale ma il risultato della sistematica disinformazione e dell’insabbiamento che hanno trasformato un’epidemia di portata locale in una pandemia. Crediamo che la causa di questa pandemia sia la mancanza di trasparenza, un problema ormai cronico per la Cina. Una precedente presa di posizione ufficiale dell’Occidente contro il prelievo forzato di organi da prigionieri di coscienza, avrebbe comunicato al regime cinese quanto la trasparenza sia un requisito indispensabile per ogni governo, e avrebbe probabilmente permesso di essere pronti anche nella risposta alla pandemia. La mancanza di azioni e provvedimenti da parte della comunità internazionale, dei governi e di istituzioni come l’UNHCR, ha invece trasmesso al regime cinese il messaggio che persino crimini di gravità inaudita come il prelievo forzato di organi possano essere liberamente perpetrati senza conseguenze (la Cina è persino diventata nazione leader nei trapianti a livello mondiale, benché sia priva di un programma di donazione di organi realmente funzionante). A conferma di questi gravi crimini, nel giugno 2019, il tribunale indipendente per il prelievo forzato di organi “China Tribunal” presieduto dal giudice britannico Geoffrey Nice, ha emesso un verdetto che denuncia come il prelievo forzato di organi sia tutt’ora in corso in Cina (mentre l’analisi dei dati sui trapianti in Cina ha dimostrato come i numeri del programma di donazioni cinese siano falsificati). Se si permette al regime comunista cinese di continuare a calpestare indisturbato gli standard etici e i valori umani che sono alla base della nostra civiltà, la pandemia di Covid-19 potrebbe non essere l’ultimo disastro sanitario planetario ad avere origine in Cina. Il precedente dell’epidemia SARS del 2003 è un monito in questo senso. Data la gravità dei crimini contro l’Umanità commessi dal regime comunista cinese, e considerata la sua ostinata mancanza di trasparenza, il fatto che ne vengano accolte le delegazioni mediche nel nostro Paese è qualcosa di oltraggioso e inaccettabile. Tutto questo non è più tollerabile. Siamo al punto in cui è necessaria una voce forte e risoluta, che dica la verità, e che metta la dittatura cinese di fronte alla responsabilità degli innumerevoli crimini contro l’Umanità che da decenni perpetra indisturbata. Per ulteriori informazioni, è possibile consultare il sito: www.dafoh.org

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