Cronaca
OMICIDIO SACCHI Arriva la richiesta della Procura di Roma per Princi

OMICIDIO SACCHI È arrivata questa mattina la richiesta di condanna della Procura di Roma per Giovanni Princi, nell’ambito dell’inchiesta sull’assassinio del giovane Luca Sacchi.
OMICIDIO SACCHI La Procura di Roma ha chiesto una condanna a 6 anni e 4 mesi, oltre al pagamento di una multa di 30mila euro, nei confronti di Giovanni Princi. Lo riporta l’Ansa. Il giovane è accusato del tentativo di acquisto di 15 kg di marijuana nell’ambito della vicenda che il 23 ottobre scorso ha portato all’omicidio di Luca Sacchi nei pressi di un pub in zona Appio. Princi aveva chiesto ed ottenuto di essere giudicato con il rito abbreviato dal gup Pier Luigi Balestrieri. L’accusa è di violazione della legge sugli stupefacenti.
SENTENZA IL 22 GIUGNO
Secondo l’accusa Princi, che si trova agli arresti domiciliari, avrebbe avuto un ruolo primario come intermediario nella trattativa per l’acquisto di stupefacenti tra Sacchi e la fidanzata e i pusher di San Basilio, in particolare con Valerio Del Grosso e Paolo Pirino. Questi ultimi sono gli autori materiali dell’omicidio. Sono attualmente sotto processo assieme, tra gli altri, proprio ad Anastasiya, fidanzata di Sacchi. La sentenza è attesa per il 22 Giugno prossimo.
Attualità
Il giallo di Emanuela: corpo tra i cespugli e nessuna traccia

La tragica vicenda di Emanuela Ruggeri, il cui corpo è stato ritrovato senza vita tra i cespugli di via del Mandrione, solleva interrogativi inquietanti che non possono essere ignorati. Sei giorni di silenzio, un ultimo messaggio alla madre – “Vado al mare” – e poi il nulla: nessuna traccia, nessun testimone, nessuna telecamera. Solo un cadavere in avanzato stato di decomposizione in una zona degradata e pericolosa di Roma.
Finora gli elementi accertati lasciano spazio a poche certezze e molte ipotesi: non ci sono segni evidenti di violenza, ma il corpo nascosto nella vegetazione fa pensare a un tentativo deliberato di occultamento. Difficile immaginare un malore o un incidente in un luogo così isolato senza che qualcuno abbia notato qualcosa.
L’ipotesi tecnica di “morte in conseguenza di altro reato” apre a un ventaglio di possibilità: potrebbe trattarsi di un gesto volontario, di un evento accidentale, o – come molti temono – di un crimine coperto con cura.
In attesa dell’autopsia e dell’analisi dei tabulati telefonici, ciò che resta è un senso profondo di inquietudine, non solo per la morte di Emanuela, ma per il vuoto di sicurezza e trasparenza che vicende come questa continuano a mettere in luce nella nostra società.
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