Attualità
PMI e partite Iva: in arrivo una boccata d’aria con i contributi a fondo perduto
È allo studio del Governo una manovra da 15 miliardi di euro in aiuto di partite Iva, micro imprese e piccole imprese che hanno perso fatturato a fronte dell’emergenza Covid-19. Il piano statale prevedrebbe misure come il ristoro degli affitti, il taglio delle bollette e lo stanziamento di una serie di contributi per consentire di accedere a prestiti a fondo perduto.
Stando alle ultime notizie, il Governo italiano è pronto ad accorrere in ulteriore soccorso delle attività commerciali più colpite dall’emergenza coronavirus. Secondo quanto annunciato dal ministro dello sviluppo economico Stefano Patuanelli, a beneficiare di un pacchetto di aiuti complessivo da 15 miliardi di euro saranno:
- Micro imprese,
- Piccole imprese,
- Artigiani,
- Commercianti.
A tale proposito, sul sito di Contributi PMI puoi consultare la sezione dedicata a tutti i bandi con finanziamento a fondo perduto previsti per supportare le micro e le piccole imprese. Recentemente, per esempio, è stato introdotto il Decreto Liquidità, una misura straordinaria varata per aiutare le imprese nazionali con un numero di dipendenti inferiore alle 5mila unità e un fatturato complessivo non superiore a 1,5 miliardi di euro. Le aziende in possesso di questi requisiti hanno la possibilità di accedere immediatamente a un prestito con copertura fino al 90% della somma finanziata. Il credito ottenuto non potrà comunque essere superiore al 25% di quanto fatturato nel 2019, né superare un contributo massimo complessivo di 25mila euro per impresa. Speciali contributi a fondo perduto sono previsti anche per le aziende fornitrici di dispositivi anti-Covid. Il Governo Conte ha infatti pubblicato il Bando Cura Italia, riservato alle imprese produttrici di forniture sanitarie come mascherine e Dpi per la salute e la sicurezza degli operatori sanitari e della popolazione. Contemporaneamente, il MiSE (Ministero per lo Sviluppo Economico) sta lavorando per finanziare con forme di liquidità diretta le microimprese che impiegano un massimo di 10 dipendenti. Le misure allo studio dovrebbero consentire di aumentare di 200 euro il bonus concesso ai titolari di partita Iva, portandolo così da 600 a 800 euro. La necessità primaria è quella di garantire, anche con indennizzi a fondo perduto, un meccanismo di ristoro ai professionisti in sofferenza. Si pensi ad artigiani, commercianti o lavoratori autonomi che, nonostante si siano trovati costretti a chiudere le loro attività, sono comunque chiamati a sostenere i costi fissi di affitto, bollette e forniture. In questo caso, la proposta è quella di un ristoro totale, o perlomeno parziale, del canone di affitto e di un taglio sensibile dei costi delle utenze. Quello che stiamo vivendo è un momento delicato. Per sopravvivere, lavoratori autonomi, micro e piccole imprese devono poter accedere a liquidità erogate nella forma dei finanziamenti a fondo perduto, una boccata d’ossigeno necessaria in un periodo inaspettato di fragilità economica.
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