Cinema
RECENSIONE FILM American Beauty a cura di Tommaso Bucciarelli
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RECENSIONE FILM American Beauty a cura di Tommaso Bucciarlli
RECENSIONE FILM American Beauty – Siamo sempre alla ricerca della miglioria, pronti a prendere la scelta giusta avendone la certezza poiché detta da altri, cosicché ho voluto rivedere il film che tratta il posto da dove arrivano dei consigli: American Beauty.
American Beauty è un film commedia/drammatico americano di 121 minuti, distribuito da Netflix, girato sotto la regia di Searn Mendes su soggetto di Alan Ball, tra gli interpreti importanti c’è il protagonista Kevin Spacey (Lester Burnham) Annette Bening (Carolyn Burnham) e Thora Bich (Jane Burnham).
Cinque premi Oscar: miglior film, miglior regia, miglior attore protagonista, miglior sceneggiatura originale e miglior fotografia.
Ci accoglie l’adolescente Jane che è ripresa da qualcuno, col quale si lamenta del padre che trascura lei ma si eccita a vedere le sue amiche. Chi la riprende le chiede “Vuoi che lo uccida per te?”, lei risponde “Si”.
Lester ci racconta con la voce fuori campo la sua vita, asserendo che è un quarantaduenne senza più stimoli di vita, e che morirà tra meno di un anno. Mentre parla, si vede lui appena sveglio che si fa la doccia e si masturba, e ci dice che questo il il suo momento massimo della giornata.
Si vede nuovamente Jane, ma a scuola con la sua amica, la bellissima e pretenziosa Angela, alla quale dice che suo padre, Lester, lei lo schifa perché pensa solo a se stesso, la trascura.
Una sera Jane torna a casa e vede che il nuovo vicino, un coetaneo, la sta riprendendo con la telecamera, e lei gli fa il gesto di fottersi.
Il mattino vede la famiglia al completo, con la madre Carolyn che è un’agente immobiliare attenta a comandare il marito e all’estetica, al mostrarsi, ed è in collera con maratone figlia perché le stanno facendo fare tardi.
La sera c’è un evento alla scuola con il ballo di Jane, e Lester, obbligato da Carolyn, va con la moglie a vederla, ed è là che scopre un nuovo obiettivo. Nel ballo di gruppo, lui non guarda la figlia impreparata, ma è rapito dall’amica Angela, da quella bellezza che lo fa sognare.
Il giorno dopo si vede la famiglia dei vicini, composta dal colonnello dei Marines pensionato, la moglie turbata, ed il figlio Ricky, uno spacciatore che recita la parte del figlio perfetto per l’autoritario padre. A scuola si presenta a Jane, che gli chiede perché la spia in maniera ossessiva, e lui le risponde che non è ossessivo, solo curioso.
Quest’opera è appassionante in ogni momento, ed ogni scena una volta vista, ti vien voglia di raccontarla, ogni scena di viverla, ogni scena è un cult.
Rispecchia il riflesso contrario del titolo, esibendo le parti che sono l’opposto del beauty degli americani.
Ogni personaggio ci offre la visione di una parte brutta dell’essere, ed in qualcuno potresti trovare la tua . Lester è un affranto del presente appassionato solo del suo passato, Carolyn vuole proiettare un’immagine di successo, Jane un’adolescente cupa ma neanche troppo.
Vedendolo, scoprirai che quel che tutti cerchiamo, è quello che ci è proposto se non indotto dalla parte che è divenuta dominate nella società dopo a seconda guerra mondiale, cosicché la figura di un colonnello dei Marines, seppur in pensione, è rigida, forte, indottrinante. La donna, per essere moglie perfetta, deve lavorare ed essere competitiva, mostrando però immensi sorrisi al figlio. La ragazza giovane e bella, deve sapere che col tempo la sua immagine la porterà ad essere riconosciuta e venerata da tutti. E chi si impegna al lavoro e mostra solo il suo successo, sa che è basilare farlo per raggiungerlo, per diventare il re del suo campo.
American Beauty è uno di quei film che adoro vedere ogni volta che mi capita di farlo, ed anche se lo conosco bene, mi riempie di emozioni raccontate magistralmente dagli attori, tutti.
Quei petali rosa, rappresentano i sogni passionali che abbiamo tutti, e quella busta che vola agitata dal vento, è la nostra ricerca introspettiva di bellezza che non è ancora nata, ma vogliamo partorirla noi.
Non dobbiamo mascherare la bruttezza, dobbiamo coglierla, quindi sfruttarla e vederne la parte che ci irradia solo se si utilizzano occhi puliti.
Cinema
David di Donatello, 19 candidature per “C’è ancora domani”
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Annunciate le candidature per i film ai prossimi David di Donatello, su tutti spiccano “C’è ancora domani” di Paola Cortellesi e “Io Capitano” di Matteo Garrone.
Paola Cortellesi all’esordio da regista ha fatto centro, infatti le candidature all’ambito statuetta sono ben 19, tra cui quella di miglior film. Un film ambientato ai tempi della guerra, che racconta la classica famiglia patriarcale di quell’epoca. La pellicola interamente girata in bianco e nero è da pochi giorni sulle piattaforme streaming e sta spopolando, se l’inizio della carriera da regista per la brava attrice romana è questo, ci aspettano altri grandi capolavori.
Cinema
È morto il regista Paolo Taviani, maestro del cinema italiano
È morto il regista Paolo Taviani, maestro del cinema italiano
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È morto il regista Paolo Taviani, maestro del cinema italiano.
Il regista Paolo Taviani è morto a Roma dopo una breve malattia all’età di 92 anni, lasciando la moglie Lina Nerli Taviani e i figli Ermanno e Valentina. La cerimonia laica funebre si terrà lunedì 4 marzo presso la Protomoteca del Campidoglio dalle 10 alle 13. Paolo Taviani, insieme al fratello Vittorio, ha formato una delle coppie più influenti del cinema italiano, firmando film indimenticabili che hanno fatto la storia del cinema.
Il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha espresso il suo cordoglio per la scomparsa del regista, definendolo un grande maestro del cinema italiano. Anche l’assessore alla Cultura della Regione Lazio, Simona Baldassarre, ha elogiato il contributo di Taviani al cinema italiano, definendolo una figura libera e coraggiosa della cultura italiana. Paolo Taviani aveva annunciato di tornare sul set dopo aver diretto il film “Leonora Addio” nel 2022, progettando di realizzare un nuovo film intitolato “Canto delle Meduse” con l’attrice Kasia Smutniak.
Nato a San Miniato nel 1931, Paolo Taviani si trasferì a Roma negli anni Cinquanta con il fratello Vittorio per iniziare la loro carriera nel cinema, dirigendo documentari e il loro primo film da soli, “I sovversivi”. I fratelli Taviani sono stati protagonisti di un cinema civilmente impegnato con film che hanno ricevuto numerosi premi e riconoscimenti italiani ed europei.
Tra i film di maggior successo dei fratelli Taviani ci sono “Sotto il segno dello Scorpione”, “La notte di San Lorenzo” e “Padre padrone”, basato sul libro di Gavino Ledda e vincitore della Palma d’Oro a Cannes. La filmografia dei Taviani include anche adattamenti di opere letterarie come le novelle di Luigi Pirandello e il romanzo di Goethe “Le affinità elettive”.
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