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RECENSIONE FILM La Teoria del Tutto a cura di Tommaso Bucciarelli

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RECENSIONE FILM La Teoria del Tutto a cura di Tommaso Bucciarelli

RECENSIONE FILM La Teoria del Tutto – Un film che vi farà piangere ma anche emozionare. Ecco la recensione a cura di Tommaso Bucciarelli 

RECENSIONE FILM La Teoria del Tutto – Da quel che ci è stato detto, sembra che oggi 4 maggio parta la fase due, e quindi si dovrebbe iniziare quel provare a tornare pian piano ai livelli sociali simili al prima della pandemia, una cosa difficile, La Teoria Del Tutto.

La Teoria Del Tutto è un film biografico, drammatico e sentimentale prodotto nel Regno Unito e distribuito da Netflix, della durata di 123 minuti, sotto la regia di James Marsh, con protagonista Eddie Redmayne (Stephen Hawking) ed un ruolo importante per Felicity Jones (Jane Wilde) oltre a Maxine Peake (Elaine Mason).

Eddie Redmayne in questo film vice l’Oscar miglior attore protagonista.

Siamo nel 1963, e Stephen è un giovane studente dell’università di Cambridge, che insieme ad amici con i quali gioca, ride e scherza, va ad una festa nella quale viene colpito dalla figura di una bella ragazza, Jane, anche lei a distanza richiamata dall’immagine di Stephen.

Si avvicinano, e senza presentarsi, lui dice cosmologia, i suoi studi, lei risponde lettere.

Si allontanano dalla confusione e trovano un posto dove sedersi, e su domande che lei gli fa, lui risponde di essere ateo, e che sta cercando l’equazione che spieghi la nascita dell’universo, con lei che ad un certo punto deve andare, ma gli lascia il suo numero di telefono.

Stephen deve ancora scegliere e dire su cosa farà la tesi del dottorato, ed ha anche per la testa Jane, e si accorge di fare movimenti molto lenti, del tipo non riuscire a correre e con gesti, far cadere bicchieri.

Alla festa della primavera invita Jane al ballo, lei accetta, ma una volta arrivati lui le dice che gli piace vedere chi balla, ma lui non lo fa. Si allontanano nuovamente dalla confusione, e si fermano in un punto dove si baciano per la prima volta.

Camminando per l’università, Stephen cade e viene ricoverato. Dopo attente analisi, gli riferiscono che ha l’atrofia muscolare progressiva, e che non potrà vivere per più di un paio d’anni.

Per Stephen camminare, scrivere e parlare divengono atti difficili, e lui rifiuta questa malattia all’inizio, ma Jane gli rimane a fianco e dice di amarlo, dandogli carica e forza, riaccendendo la sua speranza.

Ti dirò la totale verità: prima di vederlo, questo film non sapevo di cosa trattasse, quindi non avevo letto la sinossi su Netflix né guardato nulla su Wikipedia, cosa che solitamente faccio.

Stupito. Dopo pochi primi piani, ed avendo sentito come si chiamava il protagonista, già s’era creata in me la supposizione che quel Stephen fosse Hawking, ma la certezza l’ho avuta quando, visibile forse solo ai miei occhi, è comparso un piccolo calendario che faceva vedere in che anno fossero.

Eddie ha interpretato magistralmente Stephen, ed infatti mentre lo vedevo, ho voluto metterlo in pausa controllando sul già citato Wikipedia ed ho riscontrato che la mia supposizione dell’Oscar era reale.

Ebbene si, sono un appassionato di cinematografia, ma questo attore non ricordo di averlo mai sentito nominare, né sapevo avesse vinto questo premio. Strano.

Ma si può sempre crescere, in ogni ambito. Ho la memoria breve mal funzionante per un grave trauma del passato, ma quel che ho vissuto non è neanche lontanamente vicino a Stephen, tanto che mi vergogno di aver accennato la mia disavventura come se la stessi paragonando a quella del fisico di straordinario intelletto che ci ha lascato nel 2018.

Vedere, ed immaginare quello che ha passato questo scientifico britannico, è un qualcosa di assolutamente impensabile, ed è questo racconto video, è motivante, ti da la forza di credere che ogni cosa è possibile, l’importante è crederci, arruolarti per l’impresa.

Suppongo che tu, perlomeno di sfuggita, possa averlo visto o sentito nominare realmente, e sapere che oggettivamente lui è riuscito a fare quel che anche una persona senza malattie crede di poter solo sognare, col plus di ascoltare anche i monologhi che faceva, è utilissimo per chiunque.

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