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Cinema

RECENSIONE FILM L’attacco dei Giganti a cura di Tommaso Bucciarelli

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RECENSIONE FILM L’attacco dei Giganti a cura di Tommaso Bucciarelli

RECENSIONE FILM L’attacco dei Giganti – Quest’anime vi catapulterà in un mondo straordinario, il tutto, raccontato da Tommaso Bucciarelli

RECENSIONE FILM L’attacco dei Giganti – Passato quasi totalmente il periodo della libertà imprigionata, ho voluto vedere un anime che mi portasse in un futuro apocalittico nel quale si era prigionieri liberi con un unico timore: L’attacco Dei Giganti.

L’Attacco Dei Giganti è una serie anime giapponese dall’omonimo manga, genere dark fantasy, autore Hajiame Isajama, prodotta nel 2013, distribuito in Italia dal 24 settembre 2015 da Rai 4, ora su Netflix, regia di Tetsurò Araki. Personaggi principali Eren, ragazzo orgoglioso, Mikasa, giovane orientale, e Armin, ragazzo intelligente.

Siamo in un futuro anteriore di 200 anni, e c’è un ragazzo, Eren, che viene svegliato dall’amica Mikasa mentre dorme sotto un albero. Sottopassano l’entrata di quello che sembra un castello, e parlano con un gendarme che gli dice quanto sia comodo la loro attività, quindi il far niente, poiché vivono pacificamente da più di 100 anni all’interno dei tre ordini protetti delle mura, Wall Maria che è l più esterno, Wall Rose e Wall Sina, il centro.

L’altitudine cresce dirigendosi verso il punto centrale.

Eren dice ai due amici di voler arruolarsi nel Corpo Ricerca, quello più pericoloso perché studia i giganti.

Al di fuori di Wall Maria c’è un mondo sconosciuto per tutti gli umani all’interno degli ordini, ed il governo sconsiglia di uscire, perché ci sono i giganti, l’unico pericolo dell’umanità.

Incontrano Armin, un loro esile amico, e lo salvano dall’aggressione di altri ragazzi che si divertivano a picchiarlo.

Mentre sono vicini ed Eren espone la sua sicurezza perché vivono nelle mura, Armin dice che il pericolo c’è sempre, ed avviene una cosa mai vista prima: si vede un immenso gigante, di proporzioni ancora più sconsiderate, che riesce a far crollare parte delle mura Maria creando una breccia dalla quale entrano gli altri.

Fuggono tutti verso Wall Rose, ed Eren corre verso la sua casa per salvare la madre, la vede crollata, e lei è intrappolata nelle macerie. Lui prova a liberarla, ma un gigante si sta avvicinando. Mikasa lo raggiunge e cerca di aiutarlo provando ad alzare una trave, ma è pesante per entrambi, e la madre gli dice di salvarsi lasciandola là.

Li raggiunge il gendarme di prima, che li prende, e li porta lontano, con Armin che strilla di voler salvare la madre, ma mentre si allontanano, vede il gigante che la prende, e la divora.

Eren vuole vendicare la madre e liberare tutta la popolazione imprigionata negli ordini, e Mikasa dice che lo seguirà ovunque, perché lei vive grazie a lui; Eren è timoroso, ma vuole impegnarsi. Per arruolarsi devono superare i test di ammissione, e mostrare la loro efficacia nell’utilizzare gli strumenti del Movimento Tridimensionale, ma Eren sembra non averne il talento.

In questo periodo di cambiamenti mondiali, quelli ai quali le sofferenze sono cose che stiamo vivendo in maniera che ci appaiono inspiegabilmente lievi, per molti sono come costrizioni esagerate di governatori che pensano soprattutto al livello economico, ma in effetti ci rendiamo conto che sta per abbattersi su di noi un qualcosa che non riusciamo ancora a comprendere, un’entità grande, ma che non riusciamo a vedere, è come se fosse nascosta ai nostri occhi dalla cosa che abbiamo costruito per proteggercene: un muro.

Ho percepito subito, come ho iniziato a vederlo, che era un anime ricco di morali che possono maturare lentamente, e mi hanno colpito le musiche di sottofondo e le grafiche dal tratto incerto che caricano la curiosità dello spettatore.

Mi sono informato ed ho letto dei vari premi vinti dall’anime, regia, sceneggiatura e colonna sonora su tutti.

È bello, molto gradevole riuscire a farsi cullare dalla durezza dei personaggi che appaiono tutti vagamente somiglianti, ma ai quali ci si riesce ad affezionare. Ricerca da cosa sono attaccati, trova cosa sta attaccando noi.

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David di Donatello, 19 candidature per “C’è ancora domani”

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David di Donatello, 19 candidature per “C’è ancora domani”

Annunciate le candidature per i film ai prossimi David di Donatello,  su tutti spiccano “C’è ancora domani” di Paola Cortellesi e “Io Capitano” di Matteo Garrone.

Paola Cortellesi all’esordio da regista ha fatto centro, infatti le candidature all’ambito statuetta sono ben 19, tra cui quella di miglior film. Un film ambientato ai tempi della guerra, che racconta la classica famiglia patriarcale di quell’epoca. La pellicola interamente girata in bianco e nero è da pochi giorni sulle piattaforme streaming e sta spopolando, se l’inizio della carriera da regista per la brava attrice romana è questo, ci aspettano altri grandi capolavori.

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È morto il regista Paolo Taviani, maestro del cinema italiano

È morto il regista Paolo Taviani, maestro del cinema italiano

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È morto il regista Paolo Taviani, maestro cinema italiano

È morto il regista Paolo Taviani, maestro del cinema italiano.

Il regista Paolo Taviani è morto a Roma dopo una breve malattia all’età di 92 anni, lasciando la moglie Lina Nerli Taviani e i figli Ermanno e Valentina. La cerimonia laica funebre si terrà lunedì 4 marzo presso la Protomoteca del Campidoglio dalle 10 alle 13. Paolo Taviani, insieme al fratello Vittorio, ha formato una delle coppie più influenti del cinema italiano, firmando film indimenticabili che hanno fatto la storia del cinema.

Il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha espresso il suo cordoglio per la scomparsa del regista, definendolo un grande maestro del cinema italiano. Anche l’assessore alla Cultura della Regione Lazio, Simona Baldassarre, ha elogiato il contributo di Taviani al cinema italiano, definendolo una figura libera e coraggiosa della cultura italiana. Paolo Taviani aveva annunciato di tornare sul set dopo aver diretto il film “Leonora Addio” nel 2022, progettando di realizzare un nuovo film intitolato “Canto delle Meduse” con l’attrice Kasia Smutniak.

Nato a San Miniato nel 1931, Paolo Taviani si trasferì a Roma negli anni Cinquanta con il fratello Vittorio per iniziare la loro carriera nel cinema, dirigendo documentari e il loro primo film da soli, “I sovversivi”. I fratelli Taviani sono stati protagonisti di un cinema civilmente impegnato con film che hanno ricevuto numerosi premi e riconoscimenti italiani ed europei.

Tra i film di maggior successo dei fratelli Taviani ci sono “Sotto il segno dello Scorpione”, “La notte di San Lorenzo” e “Padre padrone”, basato sul libro di Gavino Ledda e vincitore della Palma d’Oro a Cannes. La filmografia dei Taviani include anche adattamenti di opere letterarie come le novelle di Luigi Pirandello e il romanzo di Goethe “Le affinità elettive”.

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