Politica
ROMA Raggi sulla ricandidatura: “Non è il momento di parlare di poltrone”
ROMA La Sindaca Virginia Raggi ha parlato di una sua eventuale ricandidatura per la corsa al Campidoglio intervenendo al programma di La7 Tagadà.
ROMA Le parole della Sindaca Virginia Raggi su una sua ricandidatura: “In questo momento ai cittadini non interessa parlare di poltrone. Lo dico onestamente, questa telenovela non appassiona nessuno, a me sicuramente no. Sono qui solo per continuare a lavorare. Se ci sono persone che hanno tanto tempo da perdere e vogliono perdersi in questi ragionamenti e voli pindarici lo facessero pure. Io come Sindaco sono una cittadina tra cittadini, sono stata chiamata a fare un lavoro, è quello che sto facendo ed è quello che voglio fare. Lo faccio anche quando sono stanca all’una di notte, come ieri per la delibera tavolini. Ci sono persone che non hanno tirato fuori un soldo dal loro lavoro e devono anche pagare gli stipendi ai loro dipendenti. Io devo dare risposte a loro, per le risposte agli altri non mi sembra proprio il momento“.
IL ‘PROBLEMA’ DOPPIO MANDATO
Nei giorni scorsi il dibattito si era incentrato sulla regola pentastellata sul doppio mandato. Una regola che non permetterebbe alla Raggi di correre nuovamente per la carica di primo cittadino di Roma. Sul doppio mandato la Sindaca ha tagliato corto: “Non è un tema che può interessare gli italiani“. Se da un lato c’è stato chi, tra gli esponenti di spicco del Movimento 5 Stelle, ha aperto all’eventualità di una cancellazione della rigida regola, come ad esempio il leader politico Vito Crimi, dall’altro c’è chi invece si è opposto fermamente. Come la capogruppo pentastellata alla Regione Lazio Roberta Lombardi: “Gianroberto Casaleggio diceva: ogni volta che deroghi ad una regola, praticamente la cancelli. Quindi io dico basta deroghe“. Difficile pronosticare l’evoluzione della questione, in un dibattito che da cittadino diventerà sicuramente nazionale.
Politica
Incontri tra Salvini e Bossi a Gemonio: i temi al centro del dibattito.
# Incontro a Gemonio tra Salvini e Bossi: Un Dialogo Proficuo
Un significativo incontro si è svolto a Gemonio, Varese, tra il leader della Lega Matteo Salvini e l’ex segretario Umberto Bossi. La conversazione, durata oltre un’ora, è avvenuta in un’atmosfera di cordialità e rilassatezza, specialmente dopo le recenti notizie infondate sullo stato di salute di Bossi. Salvini ha descritto l’incontro come estremamente positivo, esprimendo soddisfazione reciproca.
Tematiche Affrontate nell’Incontro
Durante il colloquio, sono stati affrontati diversi argomenti di rilevanza nazionali. In primo luogo, l’autonomia è stata al centro del dibattito, con Salvini che l’ha definita una “battaglia storica della Lega”, utile per l’intero Paese. Oltre a ciò, si è parlato di infrastrutture lombarde, giustizia, sicurezza e immigrazione. Anche le questioni economiche e le strategie energetiche, compreso un occhio attento al nucleare, hanno trovato spazio nelle discussioni.
L’incontro ha visto la presenza della famiglia di Bossi, tra cui sua moglie Manuela Marrone e il figlio Renzo. Salvini ha manifestato l’intenzione di mantenere Bossi aggiornato sugli sviluppi futuri, promettendo nuove occasioni di incontro.
Prospettive di Ulteriori Incontri
Tra gli impegni presi, Salvini ha assicurato che terrà Bossi informato sulle questioni affrontate, aprendo a un futuro incontro che includerà anche ministri, a partire da Roberto Calderoli. Questa premessa sottolinea l’importanza di un dialogo continuo e costruttivo con il fondatore della Lega, riconoscendo il suo valore e contributo ai temi cruciali che il partito e il Paese si trovano ad affrontare.
Questa iniziativa di coinvolgimento evidenzia come la Lega intenda valorizzare la propria storia e il legame con le radici, mirando a costruire un futuro solido e orientato verso l’autonomia e la sicurezza nazionale.
Politica
Cambio al vertice: Giuli subentra dopo le dimissioni del Ministro Sangiuliano
Dimissioni di Gennaro Sangiuliano: Un Cambiamento al Vertice della Cultura
La Lettera di Dimissioni
Il 7 settembre 2024, Gennaro Sangiuliano ha ufficialmente rassegnato le proprie dimissioni dal ruolo di Ministro della Cultura. Questo annuncio è avvenuto attraverso una lettera indirizzata alla premier Giorgia Meloni, dopo una serie di polemiche e indiscrezioni che hanno tenuto banco negli ultimi giorni. Sangiuliano ha espresso la sua soddisfazione per i risultati ottenuti nelle politiche culturali durante il suo mandato, ma ha affermato la necessità di considerare le sue dimissioni come “irrevocabili”.
Pressioni e Malumori nel Governo
Le tensioni all’interno del governo erano palpabili, con pressioni crescenti nei confronti di Sangiuliano. Fonti vicine al governo hanno rivelato che l’atmosfera era diventata insostenibile a causa delle continue rivelazioni legate a un’imprenditrice campana. Questa situazione ha messo in discussione la credibilità dell’intero esecutivo e della stessa Giorgia Meloni, spingendo alcuni membri di Fratelli d’Italia a suggerire che fosse indispensabile chiudere la questione rapidamente per il bene della coalizione.
Il Ruolo della Meloni e l’Exit Strategy
Dopo un iniziale sostegno a Sangiuliano, la premier Meloni ha riconosciuto che le circostanze richiedevano una rapida risoluzione della crisi. Questo ha portato a una riflessione profonda sull’opportunità politica di chiudere la questione al più presto. Meloni ha poi deciso di non partecipare al G7 dei Parlamenti e ha dedicato il suo tempo alla gestione della situazione e all’individuazione di una strategia di uscita per Sangiuliano. Nel pomeriggio, ha informato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, delle dimissioni del ministro.
Il Nuovo Ministro e le Prospettive Future
Dopo aver accettato le dimissioni di Sangiuliano, il Presidente Mattarella ha firmato il decreto che nomina Alessandro Giuli, attuale presidente della Fondazione Maxxi, come nuovo Ministro della Cultura. In seguito al giuramento di Giuli, Giorgia Meloni ha espresso pubblicamente il suo apprezzamento per Sangiuliano, definendolo un uomo capace e onesto, e ha assicurato che con il nuovo ministro continueranno gli sforzi per il rilancio della cultura nel Paese.
Reazioni e Riconoscimenti
Le reazioni alle dimissioni di Sangiuliano sono state di sostegno e riconoscimento. Antonio Tajani, segretario di Forza Italia, ha elogiato Sangiuliano per il suo operato e ha sottolineato come la sua scelta di dimettersi gli permetta di difendersi e dimostrare la sua integrità. Matteo Salvini ha anch’esso inviato un messaggio di gratitudine al ministro dimissionario e ha dato il benvenuto al suo successore Giuli.
—
In conclusione, le dimissioni di Gennaro Sangiuliano segnano un momento significativo nella politica culturale italiana, evidenziando le sfide e le dinamiche che influenzano l’attuale governo. La nomina di Alessandro Giuli potrebbe rappresentare un nuovo inizio per il dicastero e per la cultura nazionale.
-
Attualità2 giorni fa
Arrestato finto maresciallo per richiesta di 10mila euro dopo investimento di donna incinta da parte del figlio
-
Attualità2 giorni fa
La Vela di Calatrava sarà pronta per giugno, in tempo per il Giubileo dei Giovani 2025
-
Attualità24 ore fa
Chiusa la scuola elementare del Quarticciolo a causa della presenza di Legionella nell’acqua del bagno.
-
Attualità3 giorni fa
Il giallo del viaggio per le cure dentali a Bangkok: scompare Vincenzo Grappa da Roma