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Pietro Orlandi: “Chiedo aiuto a Ratzinger, non porti segreti nella tomba”
Pietro Orlandi nel giorno in cui ricorrono i 37 anni dalla scomparsa della sorella torna ad esprimersi sulla triste vicenda.
Torna a parlare Pietro Orlandi, il fratello che non ha mai smesso di cercarla. Da piazza Sant’Apollinare, ultimo luogo dove avvistarono Emanuela il 22 giugno del 1983, dichiara:“Il mio appello a fare giustizia e a raccontarci la verità lo rivolgo non a Papa Francesco ma a Papa Ratzinger. Era vicinissimo a Giovanni Paolo II. Ora, che a 93 anni si avvicina al Padre, se sa qualcosa lo dica. Non si porti segreti nella tomba come Wojtyla. Io mi auguro che abbia una vita lunga, gli faccio ogni augurio. Negli anni del pontificato Benedetto ha avuto sempre un profilo molto tiepido con noi ma ora qualcosa potrebbe cambiare. Io gli chiedo di dire ciò che sa. Mi piacerebbe incontrarlo. So che è ancora più difficile che incontrare papa Francesco ma almeno, ripeto, se sa qualcosa lo dica“.
Poi ricorda che la famiglia, assistita dall’avvocato Laura Sgrò, ha chiesto al Vaticano l’apertura di una inchiesta formale e che lui stesso si aspettava di essere sentito come testimone: “Avevo preso accordi. Anche rispetto all’invio dei miei documenti e ai precedenti verbali dell’inchiesta italiana. Si era fatto sentire anche il precedente comandante della Gendarmeria vaticana. Mi avevano promesso collaborazione. Ero convinto di essere chiamato da un momento all’altro ma ancora nulla. Persino la nostra avvocatessa non è mai stata ricevuta dal pm Milano”. Sulla vicenda delle ossa del Cimitero Teutonico: “Da parte vaticana si è trattato di un esame molto veloce e sbrigativo su 26 sacchi di ossa rinvenute nel Teutonico e attribuite ad epoca ottocentesca. Fatto del resto, piuttosto normale, la presenza di un ossario in un camposanto”.
Quello su cui invece non hanno fatto luce sono i reperti ritrovati in prossimità delle due tombe indicate dall’avviso anonimo da cui era partita l’istanza di richiesta di rilevazioni al Teutonico. Ma il sospetto è sul fatto che le due tombe nel camposanto, appartenenti a due principesse germaniche dimoranti, siano state rinvenute già vuote al momento della apertura formale: “Abbiamo fatto delle richieste per avere le planimetrie per capire se erano stati fatti dei lavori in quell’area ma non ci hanno mai risposto”.
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