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OPERAZIONE EQUILIBRI Emesse le prime condanne

OPERAZIONE EQUILIBRI Con la sentenza di oggi sono state emesse le prime condanne nei confronti di 6 imputati
La mattina del 4 giugno è scattata l'”Operazione Equilibri”, nel corso della quale i carabinieri del R.O.S. hanno eseguito, nelle province di Roma e Catania, un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Roma, su richiesta della locale Procura Distrettuale Antimafia, che ha condotto a 31 arresti (28 in carcere e 3 ai domiciliari) per associazione di tipo mafioso, nonché per i reati aggravati dal metodo e dalle finalità mafiose di estorsione, danneggiamento seguito da incendio, detenzione e porto abusivo di armi, traffico di stupefacenti, trasferimento fraudolento di valori e favoreggiamento personale. I provvedimenti sono scaturiti da un’articolata attività investigativa, condotta tra il 2014 e il 2017, che ha rivelato l’esistenza di un sodalizio mafioso, “clan FRAGALÀ”, composto prevalentemente da membri dell’omonimo nucleo familiare, di origini catanesi ma da anni trapiantato in provincia di Roma, la cui operatività criminale era estesa al quadrante sud dell’area metropolitana della Capitale, in particolare ai comuni di Pomezia, Torvaianica e Ardea.
Oggi il GUP del Tribunale di Roma (Dott. Claudio Carini) ha emesso sentenza al termine del processo, con giudizio abbreviato, nell’ambito del procedimento in titolo. L’odierna sentenza definisce in primo grado la prima tranche del procedimento in corso, mentre per la più ampia parte degli imputati, è in corso, innanzi al Tribunale di Velletri, il giudizio dibattimentale. Con l’odierna sentenza sono state inflitte condanne nei confronti dei seguenti imputati: D’ANGELO Vincenzo colpevole del reato di cui all’art. 416 bis e 629 c.p. e art 73 D.P.R. 309/90 I comma, per aver partecipato, nel territorio laziale e segnatamente nella città metropolitana di Roma, in Pomezia, Ardea e Torvaianica e nella relativa area litorale, ad un’associazione di tipo mafiosa volta a commettere delitti di estorsione aggravata, detenzione e porto di armi esplosivi, traffico di stupefacenti e altro e per acquisire in modo diretto o indiretto il controllo di attività economiche e segnatamente di esercizi commerciali. Nello specifico svolgeva il ruolo di factotum del reggente dell’organizzazione mafiosa, concorrendo in prima persona nella consumazione dei reati di estorsione, traffico di sostanze stupefacenti e di raccordo con la mafia catanese. Condannato alla pena di anni 14 e 44.000 euro di multa, oltre alla pena accessoria dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici e dell’interdizione legale e dell’incapacità di contrattare con la pubblica amministrazione per la durata della condanna, nonché della misura di sicurezza della libertà vigilata per anni tre. COPPOLA Emiddio, colpevole dei reati di cui all’art. 10,12,14 L. 497/74 e art 73 D.P.R. 309/90, aggravati dal fine di agevolare l’associazione mafiosa. Nello specifico deteneva illegalmente e portava in luogo pubblico un ‘arma comune da sparo consegnandola al capo dell’organizzazione mafiosa e acquistava unitamente ad altri un quantitativo di 15 kg di sostanza stupefacente di tipo hashish. Condannato alla pena di anni 10 di reclusione e 40.000 euro di multa, oltre alla pena accessoria dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici e all’interdizione legale per la durata della pena inflitta, nonché della misura della libertà vigilata per due anni. ISLAMI Renato colpevole del reato di cui all’art. 73 D.P.R. 309/90 I comma e art. 416 bis 1 c.p. poiché importava, trasportava e vendeva sostanza stupefacente tipo marijuana con la finalità di agevolare l’associazione mafiosa. Condannato alla pena di anni 8 e 4 mesi e 32.000 euro di multa, oltre alla pena accessoria dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici e dell’interdizione legale per la durata della pena nonché alla misura di sicurezza della libertà vigilata per due anni. LORIA Francesco colpevole del reato di cui all’art. 629 comma 1 e 2 c.p., 628 comma 3 nr.1 c.p. e art. 416 bis.1 c.p. Nello specifico, in concorso ad altre persone, avanzava richiesta estorsiva, costringendo la vittima a versare una somma imprecisata di denaro, non superiore a 67.000 euro da utilizzare al fine di agevolare l’attività dell’associazione. Condannato alla pena di anni 7 e mesi 4 di reclusione e 10.000 euro di multa, oltre alla pena accessoria dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici e all’interdizione legale per la durata della pena nonché alla misura della libertà vigilata per due anni. MEMAJ Enrik, colpevole del reato di cui all’art. 73 I comma D P R 309/ 90 e art. 416 bis.1 c.p. Nello specifico, unitamente ad altri soggetti cedeva sostanza stupefacente di tipo cocaina per una somma pari a 130.000 euro, con la finalità di agevolare l’associazione mafiosa. Condannato alla pena di anni 7 di reclusione e 28.000 euro di multa, oltre alla pena accessoria dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici e all’interdizione legale per la durata della pena inflitta nonché alla misura di sicurezza della libertà vigilata per due anni. MAZZONI Manolo: colpevole del reato di cui all’art. 73 I comma D P R 309/ 90. Nello specifico trasportava 15 kg. di sostanza stupefacente del tipo hashish. Condannato alla pena di anni 7 di reclusione e 24.000 di multa oltre alla pena accessoria dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici e all’interdizione legale per la durata della pena inflitta nonché alla misura di sicurezza della libertà vigilata per due anni.
Cronaca
Cicalone, fa rosicare i rosiconi e dà voce a chi non ce l’ha. “Altro che divano, provateci voi!”

Cicalone è tornato a colpire, e i rosiconi da tastiera possono solo mordersi le mani! Il noto youtuber, che da anni gira le periferie più dimenticate d’Italia per mostrare al mondo quello che nessuno vuole vedere, sta facendo impazzire chi lo critica stando comodamente seduto sul divano. Con i suoi video crudi e senza filtri, Cicalone porta alla luce volti, storie e persone che per troppi sono invisibili: ragazzi sfruttati, usati come pedine da chi vuole fare la morale o raccattare qualche like, ma che in realtà non ha mai messo piede in quei posti. E allora ben vengano personaggi come lui, che hanno il coraggio di accendere i riflettori su un’Italia che fa paura, ma che esiste eccome.
Cicalone dà voce agli invisibili: e i rosiconi rosicano
Cicalone non fa video per fare il figo o per raccattare visualizzazioni facili. Lui va dove gli altri non osano: nelle periferie abbandonate, tra palazzoni fatiscenti e strade che sembrano uscite da un film distopico. Qui incontra persone che la società ha dimenticato: giovani in preda all’alcol o a sostanze, spesso sfruttati da chi li usa per i propri scopi – che sia per fare propaganda politica o per sentirsi “impegnati” senza muovere un dito. Cicalone non giudica, non fa la morale: mostra e basta. E questo dà fastidio a chi preferirebbe tenere tutto sotto il tappeto. “Sta spettacolarizzando il degrado!”, strillano i rosiconi sui social. Ma la verità è che Cicalone sta facendo quello che loro non hanno il coraggio di fare: dare un volto e una voce a chi non ce l’ha.
Altro che chiacchiere: Cicalone rischia la pelle
Parlare è facile, ma provateci voi a stare faccia a faccia con questi ragazzi! Cicalone non gira con una scorta, non ha uno staff che lo protegge: va da solo, con la sua telecamera, in posti dove un litigio banale può trasformarsi in una tragedia. Ragazzi strafatti di alcol o sostanze, che in un attimo di rabbia possono diventare pericolosi, anche per motivi stupidi. “Vorrei vedere i più ardimentosi dei rosiconi qui, a fare i fenomeni davanti a un tizio che ti fissa con un coltello in mano”, si legge in uno dei commenti dei suoi fan. E come dargli torto? Cicalone rischia la pelle per mostrare una realtà che fa comodo ignorare, mentre i criticoni se ne stanno al sicuro, a pontificare dal loro salotto con l’aria condizionata.
Sfruttati e dimenticati: Cicalone accende i riflettori
Il vero scandalo non è Cicalone, ma quello che mostra. In queste periferie, le persone non sono solo invisibili: sono sfruttate. Vengono usate come simboli da chi vuole fare la vittima o da chi cerca di raccattare consensi, senza mai fare nulla di concreto per aiutarle. Cicalone, invece, non promette soluzioni miracolose: il suo obiettivo è semplice ma potente: portare attenzione su un fenomeno che tutti fingono di non vedere. E ci riesce alla grande, con video che fanno milioni di visualizzazioni e che costringono anche i più distratti a fermarsi e guardare. Ogni volto, ogni storia che racconta è un pugno nello stomaco, ma è un pugno necessario. Perché se non ci fosse lui, chi parlerebbe di questi ragazzi?
Cicalone, un eroe moderno: i rosiconi si arrangino
Mentre i rosiconi continuano a blaterare, Cicalone va avanti per la sua strada, e meno male! Non si piega alle critiche di chi lo accusa di “sensazionalismo” o di “mettere in pericolo” le persone che filma. La verità è che lui sta facendo un lavoro che nessuno ha il coraggio di fare, e lo fa con una sincerità che spiazza. I rosiconi possono continuare a rosicare, ma Cicalone non si ferma: continuerà a girare per le periferie, a mostrare l’Italia che fa paura, a dare voce a chi non ce l’ha. E se questo vi dà fastidio, cari criticoni, alzatevi dal divano e andate a fare qualcosa di utile, invece di sparare sentenze. Cicalone è un eroe moderno, e voi siete solo invidiosi. Punto.
Ultime Notizie Roma
Scontri fra tifosi del Lecce e quelli della Roma. La protesta del sindacato di Polizia
All’indomani della vittoria di Lecce, la Roma deve però far conto con alcune problematiche che interessano i suoi supporter. A causa degli scontri avvenuti in occasione della partita tra Lecce e Roma infatti sono rimasti feriti 10 agenti di polizia del XV Reparto Mobile di Taranto.
Il sindacato Siap commenta la notizia chiedendo di inasprire le pene per chi si rende protagonista di certe azioni. “Urge immediatamente l’approvazione del DL sicurezza e di norme che inaspriscano le pene nei confronti di coloro che si rendono protagonisti di tali episodi, con daspo a vita per chi commette violenza in occasione di manifestazioni sportive.”
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