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Cronaca

OSTIA Colpo Gdf ai Fasciani: sei imprese sotto sequestro

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OSTIA Colpo GdF ai Fasciani: sei imprese sotto sequestro.

OSTIA Colpo Gdf ai Fasciani. Confiscate, su disposizione della Corte d’Appello Capitolina, 6 imprese riconducibili al clan e del valore complessivo di circa 3 milioni di euro. Il provvedimento, definitivo a seguito delle pronunce della Corte di Cassazione, scrive dunque la parola fine all’operazione denominata ‘Tramonto’. A quest’ultima hanno lavorato i Finanzieri del Gico del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Roma, insieme ai colleghi del II Gruppo di Ostia. A coordinare il gruppo la Direzione Distrettuale Antimafia capitolina. L’operazione aveva portato, nel marzo 2014, all’arresto da parte delle Fiamme Gialle di 16 persone: tra esse Carmine Fasciani, accusato di intestazione fittizia di beni aggravata dal metodo mafioso. Un reato costato al boss una condanna a 8 anni e 6 mesi di reclusione. Secondo gli inquirenti, il clan era insuinato e radicato nell’economia legale: gestiva infatti aziende nel campo della ristorante, stabilimenti balneari e discoteche. Per far sì che gli inquirenti non risalissero a loro, si servivano di prestanome, riuscendo così a ripulire i soldi guadagnati con l’usura, l’estorsione e il traffico di droga. Nel 2013, nell’ambito dell’operazione ‘Nuova Alba’, alcune società, operanti nello stabilimento balneare ‘Faber Village’ di Ostia, erano state colpite da provvedimento cautelare. Per eluderlo, Fasciani aveva creato una serie di piccole imprese, intestate a ‘teste di legno’. Proprio grazie ad esse era riuscito a mantenere la gestione della struttura ricreativa e delle attività commerciali nello stabilimento. Tali imprese sono state ora acquisite dallo Stato, mentre amministratori giudiziari si occupano di controllare l’attività dello stabilimento.

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Femminicidio a Sula: Ritrovato il cellulare di Ilaria in casa di Mark Samson, che dichiara di averlo dato a sua madre.

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Femminicidio a Sula: Ritrovato il cellulare di Ilaria in casa di Mark Samson, che dichiara di averlo dato a sua madre.

#SvoltaChocNelCaso: Il killer cambia versione sul telefono della vittima, e la verità è più inquietante di quanto si pensi!

La confessione inaspettata

In un colpo di scena che sta accendendo i riflettori sulle indagini, il killer ha rivelato ai pubblici ministeri di aver passato il telefono della giovane vittima a sua madre, Nors Manlapaz. Questa ammissione ha lasciato tutti a chiedersi cosa altro potrebbe emergere da questa intricata storia di inganni e misteri.

La storia che si sgretola

Prima di questa rivelazione, l’uomo aveva sostenuto di aver gettato il dispositivo in un tombino, una narrazione che ora è stata smascherata come falsa. Gli inquirenti sono in fibrillazione, e i dettagli di questo voltafaccia stanno alimentando speculazioni su possibili nuovi indizi nascosti.

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L’ex fidanzato e il segreto della valigia misteriosa

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L’ex fidanzato e il segreto della valigia misteriosa

#MisteroUccisioneARoma Scopri i dettagli scioccanti sul cellulare ritrovato della studentessa uccisa, che potrebbe svelare segreti inimmaginabili! #Roma #Femminicidio #IndaginiSegrete

Il Ritrovamento Scioccante

È stato finalmente ritrovato il cellulare di Ilaria Sula, la giovane studentessa tragicamente uccisa con tre coltellate al collo dal suo ex fidanzato Mark Samson. L’apparecchio, ora sotto sequestro, è stato scoperto a casa di Samson, il reo confesso che ha abbandonato il corpo della vittima in un dirupo nella zona di Capranica Prenestina. Ma cosa potrebbe nascondere questo telefono? Gli inquirenti sono già al lavoro per analizzarlo, alimentando la curiosità su possibili messaggi o prove nascoste che potrebbero cambiare tutto.

Le Indagini in Corso

Intanto, le autorità stanno approfondendo gli esami disposti dalla Procura di Roma sul tablet e sul computer di Ilaria, oltre al cellulare di Samson. I pm, coordinati dal procuratore aggiunto Giuseppe Cascini, contestano a Samson l’omicidio volontario aggravato dalla relazione affettiva e l’occultamento di cadavere. È incredibile pensare a quante tracce digitali potrebbero emergere, rivelando lati oscuri di questa storia che tiene tutti con il fiato sospeso.

Il Racconto Drammatico della Madre

«Sembrava un demonio, ho avuto paura che mi facesse del male». Sono queste le parole agghiaccianti di Nors Man Lapaz, la madre di Mark Samson, durante un interrogatorio in Questura. La donna, ora indagata per concorso in occultamento di cadavere, ha descritto le ore successive al femminicidio avvenuto nell’appartamento di via Homs, nel quartiere Africano. Ha sentito i due discutere animatamente quella mattina, e quando ha bussato alla porta, ha trovato il figlio in uno stato terrificante. Tremava e farfugliava frasi confuse, come «se non lo facevo io, ammazzavano me», lasciando intendere un possibile scenario alternativo che gli inquirenti stanno verificando con attenzione. Ma è lei che potrebbe aver aiutato a ripulire la scena del crimine e a infilare il corpo in una valigia, un dettaglio che fa rabbrividire e solleva mille domande su cosa sia davvero accaduto.

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