Seguici sui Social

Cinema

RECENSIONE Film Easy Rider a cura di Tommaso Bucciarelli

Pubblicato

il

RECENSIONE Film Easy Rider a cura di Tommaso Bucciarelli

RECENSIONE Film Easy Rider a cura di Tommaso Bucciarelli

RECENSIONE Film Easy Rider – Nel mezzo del cammin della serata, ho voluto dare il via alla visione del film che lanciò la Bit Generation ed uno degli attori per i quali ho più ammirazione: Jack Nicholson, che di lì ha intrapreso un Easy Rider.

Easy Rider è un film del 1969 della durata di 94 minuti, genere drammatico, con soggetto, sceneggiatura e produzione di Peter Fonda, regia di Dennis Hopper, e loro hanno voluto essere anche i protagonisti di questo cult,il primo Wyatt e il secondo Billy, e nel quale riceve la prima nomination all’Oscar, in questo caso come non protagonista, Jack Nicholson (George). Il film ha avuto anche la nomination per la miglior sceneggiatura.

Nell’American Film Institute è all’88esimo posto tra i migliori cento film statunitensi.

Siamo tra i deserti del Messico, e Wyatt con Billy hanno finito il trasporto di cocaina, e ne investono il guadagno nell’acquisto di motociclette per arrivare al carnevale di New Orleans.

Durante il primo tratto di strada, incontrano un hippy al quale danno un passaggio, ed una volta raggiunto il raduno al quale voleva arrivare il ragazzo, egli stesso li invita a passare la notte in loro compagnia, cosicché ne trascorrono parte all’aperto intorno al fuoco, poi si spostano all’interno di una sorta di casolare. Stringono conoscenza con due ragazze, poi si accordano e passano la ore passionali all’interno di una sorgente calda con loro.

Ripartono il giorno dopo, ed incontrano una parata che non ne ha i permessi, e loro vi si accomunano con le moto, ma vengono fermati ed arrestati.

Una volta tra le larghe celle di questa prigione della cittadina, vedono un ragazzo che ha dei modi di comunicare dissimili dalla normalità. È George, un avvocato alcolizzato che è figlio di una persona che ha la possibilità di farlo uscire, e parlando con i due, ci stringe amicizia e decide di aiutare anche loro.

Uscendo, lui si unisce ai due ai quali non ha fatto rasare il capo per raggiungere un bordello che conosce, e durante il loro stop notturno, mentre sono intorno ad un fuoco, Wyatt e Billy gli fanno provare per la prima volta la marijuana.

I tre non sono visti bene delle cittadine che debbono passare.

Il richiamo ad uno dei lanciatori dell’arte letteraria, è proprio per far presente che questo tra i film che avviarono una nuova forma di comunicazione con tanti modi impatti visivi divenendo l’eccellenza dei road movie.

Tra i pochi film di Nicholson che non avevo visto, è stato questo a invitarmi a farlo, poiché fu il lancio di questo attore ai miei occhi straordinario, e lo è anche a quelli di tanti altri, dato che è tra i più premiati al mondo.

Un’altra cosa che mi ha incuriosito portandomi a vederlo, è che il soggetto è stato ispirato da Fonda dopo aver visto Il Sorpasso di Dino Risi.

È un’opera tra le prime che apre la vista agli hippie degli anni ’60, ed è stata girata con pochi dialoghi scritti sul copione, ma per lo più inventati sul momento, con diversi modi di dire americani, uno slang che tradotto non ha molti significati, ma il modo in cui viene esposto dagli attori può affascinare, anche se alcune riprese ad oggi appaiono fatte da uno smartphone. Anche questa è stata una nuova trovata, il rendere viva e realista l’immagine che si presenta agli occhi dello spettatore.

Trama non complessa, ma nella quale ci si perde.

Ci sono scene che all’epoca erano davvero impensabili, con sballo dei personaggi utilizzando anche droghe nei cimiteri, con sottofondi musicali che esaltano il rock, e tra i pezzi più accostati al film c’è Born To Be Wild.

Il rock, nascere selvaggi. La vita è una musica che accarezza, graffiando le nostre voglie di libertà.

Cinema

David di Donatello, 19 candidature per “C’è ancora domani”

Pubblicato

il

David di Donatello, 19 candidature per “C’è ancora domani”

Annunciate le candidature per i film ai prossimi David di Donatello,  su tutti spiccano “C’è ancora domani” di Paola Cortellesi e “Io Capitano” di Matteo Garrone.

Paola Cortellesi all’esordio da regista ha fatto centro, infatti le candidature all’ambito statuetta sono ben 19, tra cui quella di miglior film. Un film ambientato ai tempi della guerra, che racconta la classica famiglia patriarcale di quell’epoca. La pellicola interamente girata in bianco e nero è da pochi giorni sulle piattaforme streaming e sta spopolando, se l’inizio della carriera da regista per la brava attrice romana è questo, ci aspettano altri grandi capolavori.

Continua a leggere

Cinema

È morto il regista Paolo Taviani, maestro del cinema italiano

È morto il regista Paolo Taviani, maestro del cinema italiano

Pubblicato

il

È morto il regista Paolo Taviani, maestro cinema italiano

È morto il regista Paolo Taviani, maestro del cinema italiano.

Il regista Paolo Taviani è morto a Roma dopo una breve malattia all’età di 92 anni, lasciando la moglie Lina Nerli Taviani e i figli Ermanno e Valentina. La cerimonia laica funebre si terrà lunedì 4 marzo presso la Protomoteca del Campidoglio dalle 10 alle 13. Paolo Taviani, insieme al fratello Vittorio, ha formato una delle coppie più influenti del cinema italiano, firmando film indimenticabili che hanno fatto la storia del cinema.

Il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha espresso il suo cordoglio per la scomparsa del regista, definendolo un grande maestro del cinema italiano. Anche l’assessore alla Cultura della Regione Lazio, Simona Baldassarre, ha elogiato il contributo di Taviani al cinema italiano, definendolo una figura libera e coraggiosa della cultura italiana. Paolo Taviani aveva annunciato di tornare sul set dopo aver diretto il film “Leonora Addio” nel 2022, progettando di realizzare un nuovo film intitolato “Canto delle Meduse” con l’attrice Kasia Smutniak.

Nato a San Miniato nel 1931, Paolo Taviani si trasferì a Roma negli anni Cinquanta con il fratello Vittorio per iniziare la loro carriera nel cinema, dirigendo documentari e il loro primo film da soli, “I sovversivi”. I fratelli Taviani sono stati protagonisti di un cinema civilmente impegnato con film che hanno ricevuto numerosi premi e riconoscimenti italiani ed europei.

Tra i film di maggior successo dei fratelli Taviani ci sono “Sotto il segno dello Scorpione”, “La notte di San Lorenzo” e “Padre padrone”, basato sul libro di Gavino Ledda e vincitore della Palma d’Oro a Cannes. La filmografia dei Taviani include anche adattamenti di opere letterarie come le novelle di Luigi Pirandello e il romanzo di Goethe “Le affinità elettive”.

Fonte

Continua a leggere

ARTICOLI PIU'LETTI DELLA SETTIMANA

La Cronaca di Roma è un blog sito web di notizie nazionali.
Il sito e i suoi contenuti sono rilasciati
sotto Licenza Creative Commons eccetto dove specificato diversamente.

Questo sito web non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità.
Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7.03.2001.
Alcuni contenuti sono generati attraverso una combinazione di una tecnologia proprietaria di IA e la creatività di autori indipendenti.

Le immagini video e contenuti sono liberamente tratti dal web,
per chiedere rimozioni o aggiornamenti contattare la redazione

Per contatti info [@] lacronacadiroma.it

Copyright@2018-2025