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RECENSIONE FILM Pasolini a cura di Tommaso Bucciarelli

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RECENSIONE FILM Pasolini a cura di Tommaso Bucciarelli

RECENSIONE FILM Pasolini recensito da Tommaso Bucciarelli

RECENSIONE FILM Pasolini – E vagando nella Home di Netflix per trovare un film di un cerio spessore, noto quello su un personaggioautore di film, libri e articoli da giornalista, un italiano dalla penna nuda: Pasolini.

Pasolini è un film biografico e drammatico sull’artista, della durata di 86 minuti, con regia di Abel Ferrara, ha per interprete protagonista Willem Defoe (Pier Paolo Pasolini), accompagnato da Ninetto Davoli (Eduardo De Filippo), Riccardo Scamarcio (Ninetto Davoli) e brevemente Valerio Mastrandrea (Domenico Naldini).

Alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, è stato criticato per la sua regia e il contenuto scandaloso.

Pasolini e un giornalista stanno vedendo un film che mostra immagini sconce e a corpi nudi, e mentre il filmato va avanti, al regista viene chiesto perché abbia abbandonato la politica, con Pasolini che risponde di esserci sempre, allora il giornalista chiede se il sesso è politica, e lui afferma che anche il sesso, tutto è politica. Ultima domanda è cosa si sente lui: poeta, scrittore, regista, sceneggiatore, drammaturgo o giornalista, e Pasolini risponde che sul suo passaporto si definisce scrittore.

Si sente la voce di Pasolini fuori campo che parla di un nuovo romanzo, e dice che non serve alla sua vita, ma è un preambolo. Nelle immagini con questo sottofondo, si vedono dei giovani con lui di notte in un parco, ed uno e Paolini che si allontanano di una decina di metri. Il regista si inginocchia e dopo aver detto “Amore”, inizia a praticare del sesso orale, ed all’orgasmo, il giovane si richiude i pantaloni ed al suo posto ci si mette un altro.

Il giorno dopo, lo sveglia la madre chiamandolo Pieruti, e mentre fa colazione legge dei brutti episodi accaduti e narrati dal giornale, con l’aggiunta di dichiarazioni politiche.

Dopo un incontro in un gruppo di ricchi, lo si vede solo davanti alla macchina da scrivere, poi lo si sente leggere quello che sta scrivendo, per è un monologo che verrà poi esposto da un artista, nel quale lo stesso si prende i diritti accordati di esprimere quel che Pasolini ha scritto per lui, ed interpreta che è una parabola tra il rapporto tra l’autore e la forma che egli crea.

Poi si sente parlare, e si vedono scene montate, del DC9 che crollla, e Pasolini si esprime in un monologo nel quale parte dal fatto che “Non esistono più gli umani, siamo tutti macchine che adorano le stesse cose”.

Una cosa fondamentale, è che io ti riferisca che questa opera è studiata, intensa e molto simile al linguaggio che Pasolini esprimeva nei suoi film.

Ci sono queste ultime ore di Pasolini nelle quali si sentono e si vedono le sue abitudini di vita, i suoi gusti d’ogni genere, ed il suo eloquio eccellente, il tutto con Davoli che interpreta un personaggio dell’opera incompiuta che stava scrivendo, e Scamarcio che interpreta il Davoli della storia reale.

Il fatto che in questo film reciti anche Ninetto Davoli, mi consiglia che Pasolini sia interpretato pressappoco in maniera similare alla realtà.

È sempre stato un regista, sennonché un autore, scenografo, poeta, o scrittore come da passaporto, essenzialmente di nicchia, e conosciuto, adorato, da quella parte di pubblico che studia dentro le sue esposizioni, audaci, forti, scandalose.

Ho sentito quel che mostravano le immagini, ed il sonoro di questo tributo a colui che ha allargato gli orizzonti della cinematografia italiana, rischiando quel che è avvenuto, e quindi critiche ed attacchi che passano dal faceto all’arroganza, con sempre e quasi solo parole sulle sue attitudini sessuali.

Probabilmente la narrazione e la visione degli ultimi minuti di vita di Pasolini, ti farà venire dubbi sulla realtà degli eventi, che non hanno mai avuto fonti certe, ma vedile, riflettici, poi mettiamoci a guardare il vuoto easpettiamo, qualcosa accadrà.

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David di Donatello, 19 candidature per “C’è ancora domani”

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David di Donatello, 19 candidature per “C’è ancora domani”

Annunciate le candidature per i film ai prossimi David di Donatello,  su tutti spiccano “C’è ancora domani” di Paola Cortellesi e “Io Capitano” di Matteo Garrone.

Paola Cortellesi all’esordio da regista ha fatto centro, infatti le candidature all’ambito statuetta sono ben 19, tra cui quella di miglior film. Un film ambientato ai tempi della guerra, che racconta la classica famiglia patriarcale di quell’epoca. La pellicola interamente girata in bianco e nero è da pochi giorni sulle piattaforme streaming e sta spopolando, se l’inizio della carriera da regista per la brava attrice romana è questo, ci aspettano altri grandi capolavori.

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È morto il regista Paolo Taviani, maestro del cinema italiano

È morto il regista Paolo Taviani, maestro del cinema italiano

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È morto il regista Paolo Taviani, maestro cinema italiano

È morto il regista Paolo Taviani, maestro del cinema italiano.

Il regista Paolo Taviani è morto a Roma dopo una breve malattia all’età di 92 anni, lasciando la moglie Lina Nerli Taviani e i figli Ermanno e Valentina. La cerimonia laica funebre si terrà lunedì 4 marzo presso la Protomoteca del Campidoglio dalle 10 alle 13. Paolo Taviani, insieme al fratello Vittorio, ha formato una delle coppie più influenti del cinema italiano, firmando film indimenticabili che hanno fatto la storia del cinema.

Il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha espresso il suo cordoglio per la scomparsa del regista, definendolo un grande maestro del cinema italiano. Anche l’assessore alla Cultura della Regione Lazio, Simona Baldassarre, ha elogiato il contributo di Taviani al cinema italiano, definendolo una figura libera e coraggiosa della cultura italiana. Paolo Taviani aveva annunciato di tornare sul set dopo aver diretto il film “Leonora Addio” nel 2022, progettando di realizzare un nuovo film intitolato “Canto delle Meduse” con l’attrice Kasia Smutniak.

Nato a San Miniato nel 1931, Paolo Taviani si trasferì a Roma negli anni Cinquanta con il fratello Vittorio per iniziare la loro carriera nel cinema, dirigendo documentari e il loro primo film da soli, “I sovversivi”. I fratelli Taviani sono stati protagonisti di un cinema civilmente impegnato con film che hanno ricevuto numerosi premi e riconoscimenti italiani ed europei.

Tra i film di maggior successo dei fratelli Taviani ci sono “Sotto il segno dello Scorpione”, “La notte di San Lorenzo” e “Padre padrone”, basato sul libro di Gavino Ledda e vincitore della Palma d’Oro a Cannes. La filmografia dei Taviani include anche adattamenti di opere letterarie come le novelle di Luigi Pirandello e il romanzo di Goethe “Le affinità elettive”.

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