Roma e dintorni
ANZIO Tentano di uccidere un uomo investendolo due volte

ANZIO I Carabinieri della Compagnia di Anzio hanno individuato due trentenni del luogo con l’accusa di tentato omicidio ai danni di un ragazzo di 24 anni; avevano tentato di uccidere l’uomo investendolo due volte.
ANZIO Nella tarda serata di ieri, i Carabinieri hanno individuato due trentenni del luogo con l’accusa di tentato omicidio ai danni di un ragazzo di 24 anni, originario della Guinea, ospite di un centro di accoglienza di Aprilia. Mentre il giovane extracomunitario percorreva la via Goldoni di Lavinio a bordo di una bicicletta, due uomini lo hanno affiancato con un’utilitaria, sotto l’effetto di sostanze alcooliche e stupefacenti. Tra loro c’è stato un diverbio e sono volate parole anche a sfondo razziale. Poi l’auto ha investito l’uomo in bici una prima volta, dopo avere effettuato un’inversione di marcia. Guidando contromano, lo ha investito nuovamente, lasciandolo tramortito a terra per poi dileguarsi.
SOCCORSI E RICERCHE
Un passante ha fortunatamente subito soccorso la vittima. Vittima che poi l’ambulanza ha condotto al pronto soccorso dell’Ospedale di Anzio, incosciente e con profonde ferite alla testa e al tronco. Gli accertamenti dei medici hanno escluso lesioni interne per cui la prognosi, che resta riservata, ha consentito di escludere il pericolo di vita. Nel frattempo, i Carabinieri hanno avviato immediate indagini che hanno consentito di individuare rapidamente l’autore del folle gesto e il suo accompagnatore. Hanno rintracciato il conducente intorno all’una di notte a bordo della sua utilitaria, su cui erano evidenti i segni dell’investimento. Il conducente dell’auto, con precedenti per reati inerenti le sostanze stupefacenti, è stato quindi arrestato e condotto in carcere a Velletri. Il passeggero, incensurato, è stato denunciato in stato di libertà all’Autorità Giudiziaria. I militari hanno provveduto a sequestrare vettura e bici.
Roma e dintorni
West Nile, casi nel Lazio “solo la punta dell’iceberg”: oggi vertice degli infettivologi

(Adnkronos) – Nella West Nile “i casi individuati rappresentano solo la punta dell’iceberg, poiché la maggior parte delle infezioni decorre in modo asintomatico: occorre fare diagnosi precoci e mappare il territorio”. E’ il monito di Miriam Lichtner della Simit, la Società italiana di malattie infettive e tropicali che alla luce dei 7 infettati – con un’anziana morta – in provincia di Latina, invita a “rafforzare la sorveglianza clinica e ambientale e ad attuare con urgenza misure di prevenzione contro il vettore, la zanzara Culex pipiens”.
Gli specialisti sottolineano che “la rete infettivologica regionale, rafforzata dopo la pandemia da Covid-19, è già attiva” e che oggi “si terrà un vertice con tutti i reparti di Malattie infettive e i pronto soccorso del Lazio, con l’avvio di attività di formazione per i sanitari” coordinate dal segretario Simit Emanuele Nicastri, direttore Uoc Divisione Malattie infettive ad alta intensità di cura Irccs Inmi Spallanzani di Roma. Intanto “la Regione Lazio ha già attivato le disinfestazioni nei Comuni colpiti e un monitoraggio degli insetti vettori”.
“La diagnosi è molto importante, fortunatamente tra gli infettivologi c’è molta attenzione sull’argomento e si lavora da anni nel diffondere la conoscenza di queste patologie a tutta la classe medica”, evidenzia Lichtner, professore ordinario di Malattie infettive e tropicali all’università Sapienza di Roma. “I colleghi di Latina – rimarca – sono stati molto bravi a pensare al West Nile e a identificare i casi con il supporto del laboratorio dello Spallanzani. I sintomi spesso assomigliano a un’influenza: febbre, mal di testa, rash cutaneo. Ma in alcuni casi compaiono tremori, sonnolenza, stato confusionale. Occorre intercettare subito i casi sospetti con screening mirati, specialmente nei pronto soccorso e dai medici di medicina generale”.
L’esperta evidenzia che “il virus del West Nile non ha una cura specifica codificata. Il trattamento è sintomatico e di supporto: idratazione, controllo della febbre, monitoraggio delle funzioni vitali del paziente. Nei casi più gravi si possono utilizzare immunoglobuline e antivirali utilizzati per altri virus, come ad esempio il remdesivir. Per questo la diagnosi precoce e la prevenzione sono oggi i principali strumenti che abbiamo per contenere l’infezione”.
“Accanto alla sorveglianza clinica, poi – ricorda Lichtner – è fondamentale la prevenzione ambientale: il vettore va controllato con disinfestazioni basate su larvicidi e adulticidi, a partire dalle aree umide e dai centri abitati. Anche i cittadini possono fare la loro parte: no ai ristagni d’acqua nei giardini, attenzione ai sottovasi, uso di repellenti e zanzariere”. E “con queste elevate temperature – raccomanda la docente – bisogna estendere l’attenzione a tutta la famiglia delle arbovirosi, come Dengue, Usutu, Chikungunya, Zika, visto che alcune di queste infezioni si sono già verificate anche alle nostre latitudini”.
“La situazione è da tenere sotto controllo – concorda il direttore scientifico della Simit, Massimo Andreoni – e non è una buona notizia che si siano registrati i primi casi anche nel Lazio. Questo indica una diffusione crescente del virus, che in diverse regioni italiane è già endemico e viene trasmesso dalla comune zanzara Culex, ben presente anche nel nostro Paese. Da un lato il cambiamento climatico, con temperature più elevate e maggiore umidità, sta favorendo la proliferazione delle zanzare; dall’altro diventa fondamentale che i medici riconoscano precocemente questa infezione. Solo così – avverte lo specialista – possiamo evitare complicanze serie, soprattutto nei pazienti più fragili”.
Gli infettivologi puntualizzano che, “a differenza della Dengue, la persona infettata” dal West Nile virus “difficilmente può essere una fonte di infezione se viene punta in quanto nell’uomo l’infezione viene detta abortiva-terminale (dead-end host)”.
Roma e dintorni
West Nile, Artemisia Lab “in prima linea per la sicurezza dei viaggiatori”

(Adnkronos) – Artemisia Lab in prima linea per la sicurezza dei viaggiatori contro il rischio West Nile. “A seguito del recente decesso avvenuto nel Lazio, attribuito a un’infezione neuro-invasiva da West Nile virus – comunica il network in una nota – si accende l’attenzione sulle problematiche emergenti di salute pubblica e sulla necessità di una risposta sanitaria adeguata e tempestiva. In questo scenario, Artemisia Lab – Polo viaggi, centro sanitario d’eccellenza autorizzato dal ministero della Salute, rappresenta un punto di riferimento per la prevenzione, la diagnosi e la gestione clinica delle malattie infettive, con particolare competenza nell’ambito della medicina tropicale. Autorizzato dal ministero della Salute, il Polo viaggi opera presso il centro Artemisia Lab Alessandria (Roma, via Piave 76) ed è coordinato dal dottor Paolo Meo, figura di riferimento nel panorama della medicina tropicale. Il servizio offerto è completo e personalizzato: dalla consulenza specialistica alla profilassi, fino alla cura specifica per ogni viaggiatore”.
“L’infezione da West Nile virus – spiegano gli esperti di Artemisia Lab – è trasmessa principalmente dalla puntura di zanzare infette. Nella maggior parte dei casi è asintomatica, ma può manifestarsi con sintomi lievi come febbre, mal di testa, nausea e vomito, linfonodi ingrossati, sfoghi cutanei. Nei casi più gravi (meno dell’1% delle infezioni) si possono verificare sintomi neuro-invasivi, come febbre alta persistente, forti mal di testa, debolezza muscolare, disorientamento, tremori, disturbi visivi e convulsioni. In presenza di sintomi sospetti, in particolare nei soggetti fragili o immunocompromessi, è fondamentale rivolgersi tempestivamente a strutture sanitarie altamente specializzate. Tra queste, il Polo viaggi Artemisia Lab si distingue per competenza e specializzazione. A supporto delle attività, il polo si avvale anche della consulenza straordinaria del professor Aldo Morrone, figura di spicco a livello internazionale nel campo della dermatologia tropicale, delle malattie infettive e della medicina delle migrazioni”, si legge nella nota. “I centri Artemisia Lab – si ricorda – sono aperti tutto l’anno, 7 giorni su 7, anche ad agosto e a Ferragosto”.
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