Primo Piano
AUTOSTRADE Il M5S sulla proposta di Aspi: “Per noi è no”
AUTOSTRADE Aspi ha inviato al Governo la proposta per evitare la revoca delle concessioni.
Martedì prossimo toccherà al Consiglio dei ministri esaminare la proposta di Aspi contro la revoca delle autostrade. Il confronto però resta articolato con il M5S che si dichiara ancora e sempre contrario. La proposta del cda di Aspi è finalizzata a una positiva definizione della procedura di contestazione. Autostrade per l’Italia ha recapitato ai due ministeri competenti, Trasporti ed Economia, e a Palazzo Chigi il proprio progetto. Per ora nulla si sa sui contenuti della proposta, sulla quale vige la consegna del silenzio. Fonti di primo piano del M5S ‘bocciano’ la proposta: “Per noi resta no”.
Il risarcimento di 3,4 miliardi per chiudere il procedimento, i 13,2 miliardi di investimenti e 7 di manutenzioni, nonché un taglio dei pedaggi, un incremento medio annuo massimo dell’1,75% sull’intero arco temporale della concessione non bastano a convincere i grillini. Questo nonostante Aspi nella sua proposta abbia evitato di chiedere la modifica del dl Milleproroghe, ovvero della norma che riduceva l’indennizzo a 7 miliardi in caso di revoca, cifra molto più bassa dei 23 miliardi previsti dalla convenzione siglata nel 2008. I tecnici continuano a studiare il documento con le proposte avanzate ma la posizione dei 5 Stelle appare netta. Per il Movimento resta dunque la richiesta di revoca o in alternativa l’uscita dei Benetton da Aspi, senza ruoli di minoranza.
La parola decisiva spetta al Cdm, dove le posizioni nella maggioranza restano distanti. Al quartier generale di Autostrade per l’Italia a Roma l’ad Roberto Tomasi e il Cda dopo giorni di lavoro hanno presentato al governo una proposta convincente per evitare la revoca. L’offerta è arrivata sul tavolo della ministra delle Infrastrutture e trasporti, Paola De Micheli, che la esaminerà con i tecnici del ministero. Lunedì ne parlerà con il premier Conte che aveva detto di attendersi “una proposta vantaggiosa” per lo Stato. Martedì il consiglio dei ministri dovrebbe sciogliere il nodo. Non si esclude, però, un possibile slittamento a mercoledì o giovedì.
Le questioni sono due. La prima, più tecnica, riguarda la concessione in sé (sistema tariffario, manutenzione e investimenti). La seconda è di governance, ossia quale dovrà essere la nuova struttura societaria di Autostrade per l’Italia. Sul primo punto il governo vuole un taglio delle tariffe pari almeno al 5%, maggiori controlli sulla rete e una accelerazione sugli investimenti. Il tutto per una cifra pari a circa 3,4 miliardi (a inizio giugno Aspi aveva offerto 2,8 miliardi) da aggiungere ai 7,5 miliardi di investimenti del piano presentato da Tomasi a gennaio. Poi la questione della governance. Il governo chiede ai Benetton di fare un passo indietro sul controllo della società (oggi Atlantia ha l’88% di Autostrade).
Sembra che la holding sia disposta a scendere sotto il 50% (si parla del 30%) non attraverso una cessione tout court ma con un aumento di capitale pari a circa 3 miliardi di euro per far entrare nell’azionariato delle ‘nuove’ Autostrade Cdp, F2i, Poste Vita e alcune casse previdenziali. Il timore dei pentastellati è che arrivi un’offerta che vada bene ai Dem ma non a loro. Il presidente della Camera, Roberto Fico, ha dichiarato: “Io sono per la revoca con un piano preciso che riesca a supportare la gestione. Mi interessa però affermare un principio. Dopo la tragedia del ponte Morandi è finito il tempo in cui può succedere un disastro senza che chi sbaglia vada via”.
Per Italia viva Luigi Marattin afferma: “Da parlamentare e cittadino vorrei sapere chi subentrerà nella gestione delle Autostrade e con quali risorse, che fine fanno i lavoratori di Aspi e che valutazione di rischio è stata fatta sul risarcimento che dovrebbe essere versato ai Benetton”. Arrivano inviti a fare presto anche dall’opposizione: “La soluzione migliore potrebbe essere rinnovare la concessione con condizioni diverse e avviare strumenti per verificare attentamente che le regole siano rispettate e la sicurezza tutelata”, afferma Antonio Tajani di Forza Italia.
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