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FONDI LEGA Uomo fermato mentre scappa: tre commercialisti indagati
FONDI LEGA Fermato ed arrestato dagli investigatori del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza di Milano mentre scappava in Brasile Luca Sostegni.
Luca Sostegni è il liquidatore di una società che riguarda la vicenda dei fondi della Lega. L’accusa nei suoi confronti è di peculato su fondi della Regione Lombardia ed estorsione. L’uomo ha avuto un ruolo in una compravendita immobiliare tra società riferibili ai commercialisti del carroccio e la Lombardia Film Commission, società pubblica all’epoca presieduta proprio da uno dei commercialisti della Lega. La vicenda riguarda “la vendita di un capannone industriale ubicato nel comune di Cormano intervenuta tra l’Immobiliare Andromeda e la fondazione Lombardia Film Commission”. Sostegni era il liquidatore della società Paloschi s.r.l. che avrebbe venduto l’immobile ad Andromeda. Quest’ultima poi l’ha rivenduto alla Lombardia Film Commission. Il prezzo di vendita però sarebbe risultato gonfiato da 400.000 a 800.000 euro.
Indagati per peculato anche i commercialisti vicini alla Lega Antonio Di Rubba (ex presidente della fondazione Lombardia Film Commission), Andrea Manzoni e Michele Scillieri. I primi due sono revisori contabili del Carroccio alla Camera e al Senato. Entrambi collegati al tesoriere leghista Giulio Centemero che però non risulta tra gli indagati. Il terzo commercialista invece ha lo studio a Milano. Studio dove a fine 2107 si registrò e domiciliò il movimento ‘Lega per Salvini premier’. È lui che avrebbe architettato l’operazione. Negli ultimi mesi, dopo la sentenza di Genova sui famosi 49 milioni frutto di una truffa ai danni dello Stato, la Guardia di Finanza ha riaperto la caccia ai soldi della Lega.
Dagli articoli pubblicati dall’Espresso è emerso inoltre che altri 3 milioni di euro sono “usciti dalle casse dei due partiti”, Lega Nord e Lega per Salvini premier, per “finire spesso, dopo lunghi giri, ad aziende private e sui conti personali di uomini molto vicini allo stesso Salvini”. Sul caso negli ultimi due anni hanno indagato quattro procure. Oltre a quella di Milano, la procura di Bergamo e quella di Genova, che ha puntato i riflettori sul riciclaggio dei famosi 49 milioni. La procura di Roma, invece, si è occupata dei 250.000 euro versati dal costruttore Luca Parnasi all’associazione Più Voci del tesoriere Centemero che per questa vicenda ha visto chiedere il suo rinvio a giudizio.
Su Centemero pesa anche un’altra richiesta di processo da parte dei pm di Milano per circa 40.000 euro arrivati da Esselunga. Salvini sui social prende le distanze dichiarando di non conoscere le persone coinvolte nella vicenda: “La pazienza delle persone perbene ha un limite. Da oggi querelo chiunque accosti il mio nome a gente mai vista né conosciuta. Coi diffamatori di professione ci vedremo in Tribunale, sperando di non trovare un Palamara qualunque”. La Procura di Milano intanto sta indagando per accertare se esistono anche altre operazioni con lo stesso ‘schema’ di quello utilizzato nella compravendita ‘gonfiata’ dell’immobile di Cormano.
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