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CORONAVIRUS Lamorgese: “Senza mascherine rischiamo tanto”
CORONAVIRUS La ministra degli Interni Luciana Lamorgese dichiara: “Senza mascherine si rischia il lockdown”.
La Lamorgese annuncia: “Senza mascherine rischiamo di nuovo il lockdown”. Con la fine del lockdown e la ripresa delle attività il virus è di nuovo in crescita. In che modo pensate di far rispettare le regole? “Non mi stancherò mai di ripetere che ognuno di noi debba autoimporsi l’uso della mascherina e il rispetto della distanza interpersonale. I controlli affidati alle forze di polizia, che voglio ringraziare per il costante impegno, sono fondamentali. Le prefetture monitorano tutti i giorni le situazioni più a rischio. Ma la consapevolezza che ognuno di noi sia il miglior controllore di se stesso non ci deve abbandonare. In caso contrario rischiamo di tornare indietro, ai mesi bui di chiusura della scorsa primavera”.
Ministro Lamorgese la ‘minaccia’ sembra arrivare non dai giovanissimi ma dai quarantenni che non usano le mascherine. Lamorgese quali sono i rimedi: “Prima di tutto l’uso delle mascherine. Riguardo alle notizie di cronaca sulle modalità della movida credo che da parte delle istituzioni, della scuola e delle stesse famiglie sia necessario uno sforzo più incisivo. Per informare e rendere più consapevoli i giovani, e non solo loro, sui rischi che stiamo correndo. È un impegno che deve riguardare tutti anche in termini di iniziative sulla fruibilità di spazi per il divertiment. Spazi destinati ai ragazzi che hanno subito un contraccolpo a livello psicologico per il lockdown”. È al vaglio l’ipotesi di un prolungamento dello stato di emergenza per il paese, cosa ne pensa? “Il governo, con l’ausilio delle valutazioni del Comitato tecnico scientifico, assumerà le decisioni che riterrà più opportune. In modo da prevenire una nuova diffusione del contagio”.
Nell’ultimo mese è aumentato il numero degli sbarchi ‘fantasma’ e la presenza di migranti positivi al coronavirus. Le amministrazioni locali chiedono rassicurazioni: “Le misure di contenimento del virus rendono complesse e ancor più delicate le procedure per i controlli sanitari sui migranti che raggiungono autonomamente le nostre coste. Anche per il personale che opera sul territorio. Due giorni fa sono andata a Lampedusa per verificare la situazione e ho potuto rassicurare il sindaco Martello sull’impegno del governo a non lasciare sola la sua comunità. Il test sierologico viene eseguito a tutti i migranti che sbarcano sull’isola grazie al servizio sanitario della Regione siciliana. Quindi i nuovi arrivati sono trasferiti in tempi brevi verso altre destinazioni”.
Il maggior numero di arrivi proviene dalla Libia e dalla Tunisia, cosa sta succedendo al confine tra i due paesi? “La scorsa settimana ero a Tripoli e ho avuto un approfondito confronto con il presidente Fayez al Serraj e con diversi componenti dell’esecutivo. È stata un’occasione importante e attesa da tempo per confermare al governo libico che l’Italia è pronta a intensificare gli sforzi per la stabilizzazione del paese. Assicurando un adeguato supporto al suo sviluppo economico. Con gli interlocutori libici ho affrontato le questioni relative ai flussi migratori anche alla luce del vertice ministeriale in video conferenza da Trieste, organizzato dall’Italia e condiviso dalla commissione e dalla presidenza di turno tedesca, che ha messo per la prima volta intorno allo stesso tavolo i rappresentanti di Algeria, Libia, Marocco, Mauritania e Tunisia”.
I porti libici e tunisini sembrano fuori controllo. Gli ultimi arrivi in Italia stanno portando anche molti radicalizzati con precedenti per terrorismo. In che modo stiamo contrastando il fenomeno? “I controlli antiterrorismo sono rigorosi e la situazione è costantemente monitorata dalla Polizia di prevenzione. Di recente sono stati rintracciati soggetti radicalizzati che risultavano espulsi. Sono finiti in arresto e poi allontanati dal territorio nazionale. Va anche detto che in questo campo la collaborazione internazionale, in particolare con le autorità tunisine, sta dando risultati”.
Le partenze dalla Tunisia sono aumentate: non funziona più l’accordo con quel governo? “I rapporti con la Tunisia sono sempre più intensi e costruttivi. Per questo posso annunciare che lunedì prossimo andrò a Tunisi dove incontrerò il presidente Kais Saied, e il ministro dell’Interno Hichem Mechichi. Anche per capire cosa possiamo fare di più per il controllo delle frontiere. Tuttavia non possiamo dimenticare che la Tunisia sta attraversando una grave crisi economica, con tassi di disoccupazione molto alti anche in un settore trainante come il turismo. Ora più che mai l’Italia e la Ue devono tendere la mano a questo Paese la cui stabilità economica e sociale rappresenta uno dei presupposti per un’azione determinata contro il traffico dei migranti”.
Il nuovo decreto sicurezza quando arriverà? “Il tavolo con la maggioranza istituito al Viminale è vicino al traguardo. Nei prossimi giorni avremo un testo condiviso con le modifiche che riguardano quasi esclusivamente le norme sull’immigrazione. L’intento è anche quello di non toccare la disposizione vigente nella parte in cui rende inapplicabile per le forze di polizia la causa di non punibilità per la particolare tenuità del fatto nell’ipotesi di resistenza, violenza o minaccia. Sui tempi di presentazione del provvedimento tutto dipende dall’agenda dei lavori parlamentari”.
Il Viminale mostra da mesi preoccupazione per le possibili tensioni sociali e più volte lei stessa ha lanciato l’allarme. Quali sono i timori? “È dal giorno in cui fu imposto il lockdown che sottolineo l’esigenza per tutte le istituzioni di registrare i segnali di disagio che arrivano dal territorio. Il governo, con i suoi provvedimenti, ha lavorato intensamente per prevenire eventuali tensioni sociali. In vista dell’autunno dobbiamo continuare a prestare il massimo dell’attenzione con una opera di ascolto che passa soprattutto attraverso le prefetture. Perché quello sarà il tempo in cui la crisi farà sentire i contraccolpi più duri”.
IL MINISTRO GUALTIERI ANTICIPA ALCUNE MISURE DEL DECRETO DI LUGLIO
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