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OMICIDIO CERCIELLO La madre di Elder consiglia il figlio: “Fai come Amanda Knox”

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OMICIDIO CERCIELLO La madre di Elder consiglia il figlio: “Fai come Amanda Knox”

OMICIDIO CERCIELLO La madre di Elder consiglia il figlio: “Conosci Amanda Knox? Ha scritto un libro con un contratto di pubblicazione da quattro milioni di dollari”.

La madre di Elder intercettata in carcere consiglia il figlio. Il 5 settembre del 2019 Leah Elder incontra per la prima volta in carcere suo figlio, sotto processo con Gabriel Natale Hjort per l’omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega, ucciso con undici coltellate il 26 luglio. Il figlio sta male: “Sono così depresso, cazzo, senza speranza”. La mamma cerca di rassicurarlo e gli consiglia di pensare a qualcosa di simbolico: “Magari una tartaruga che hai incontrato in Thailandia”.

Quindi inizia a parlargli di Amanda Knox, la ragazza americana, di buona famiglia accusata di un omicidio per poi essere assolta. Come suo figlio ha vissuto il carcere e anche l’arma del delitto, un coltello, è la stessa. La madre di Elder spera che la sua vicenda sia d’ispirazione per il figlio. Magari per un nuovo bestseller: “Ci sono diversi modi per mantenerti più sereno. Sai di Amanda Knox, conosci quella storia? Fu rilasciata dal carcere dopo un paio di processi e alla fine ha scritto un libro con un contratto di pubblicazione da quattro milioni di dollari”. Il racconto di Leah entra nei dettagli: “Gli altri carcerati italiani le strappavano gli appunti per invidia e lei li riscriveva. Quando è uscita aveva materiale per un libro”. Il figlio però non sa di chi stia parlando: “Ma era accusata di?”.

Leah gli riassume il caso: “Aveva vissuto per un po’ a Perugia. Era una studentessa americana che faceva uno scambio universitario e aveva una coinquilina inglese. Poi era implicato un ragazzo, credo italiano o africano. Dicono che erano tutti coinvolti in un una specie di ‘gioco sessuale’ andato male, con un coltello, e la ragazza inglese era stata accoltellata”. Il messaggio è chiaro. Se Elder vuole farcela deve fare come Amanda: “La sua sopravvivenza è grazie alla scrittura di quel diario e che abbia trovato qualcosa per se stessa quando ha dovuto affrontare tutto. Lei ha fatto così ed è sopravvissuta. So che questo è uno dei periodi peggiori perché è passato quasi un mese da quando sei qui”.

Nei due incontri in carcere, il 5 e il 6 settembre, c’è spazio per i sogni di infanzia: “Ti ricordi quando volevi fare il poliziotto?”. E per le speranze: “Non so quando uscirò, forse intorno ai 25 anni”. I toni del dialogo si fanno drammatici: “Ho un album di fotografie tue che porto sempre con me e quella luce non era sparita dai tuoi occhi finché non hai iniziato con la droga”. Cocaina, erba e Molly, una varietà di MDMA. La donna gli contesta l’abuso di stupefacenti: “Perché, perché, perché, perché la droga? Perché, perché, perché?”. Elder la rassicura: “Ho smesso con le droghe pesanti”. E accusa Gabriel Natale Hjorth: “La cocaina la voleva il mio amico. Io non la volevo. Non mi interessava. È scemo. Lo sanno tutti”.

L’unica preoccupazione del ragazzo sembra quella di tornare al più presto negli Stati Uniti, anche a costo di essere arruolato dai suprematisti bianchi in carcere: “Non mi importa della Fratellanza Ariana”. Ma nessun pentimento: “Sono venuto qui per cercare di essere una persona migliore e ora sono il cattivo”. L’omicidio del vicebrigadiere è solo una fatalità: “Quella notte non è stata colpa mia. La mia vita è stata tutta una sfortuna”. Quindi accusa nuovamente le forze dell’ordine: “A notte fonda, senza mostrare un distintivo, senza fare nulla per qualificarsi come poliziotto”. Il giovane confida alla madre di voler cambiare generalità: “Pensavo a Xavier. L’unica cosa che mi collega a questo caso è il nostro cognome”. E immagina già nuove mete da visitare: “Forse la Russia o la Germania. La Russia è fichissima. Di sicuro non viaggerò più con un coltello”.

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