Politica
Salvini contro Renzi: “È meno credibile di una pianta grassa”

Matteo Salvini torna al Papeete, la spiaggia dell’europarlamentare Massimo Casanova, ma ciò non basta a calmarlo. Il leader leghista è un fiume in piena e ne ha per tutti. La rabbia di Salvini si scaglia contro Conte, Di Maio e, soprattutto, Renzi.
Ciò che disturba di più il leader leghista non è la certezza di essere processato per la nave Open arms. Era certo almeno da mercoledì che non avrebbe raggiunto i 160 voti che gli avrebbero evitato il processo. E forse il motivo è proprio quello. Salvini sperava in un aiuto di Renzi che invece ha votato contro di lui. Forse non era sufficiente a evitargli il processo ma un voto clamoroso e lo scompiglio nella maggioranza come dice un salviniano: “Non avrebbe avuto prezzo”. Ma l’aiuto non è arrivato. E così le parole più dure Salvini le riserva proprio al capo di Italia Viva. A partire proprio dall’aula: “Preferisco l’imbarazzato ‘bel tacer’ del M5S alle gratuite supercazzole di Renzi e compagnia. È passato dall’avere come modello De Gasperi al comportarsi come uno Scilipoti qualunque”.
La candidata alla presidenza della Regione Toscana, Susanna Ceccardi. in un’intervista afferma: “I renziani strizzano l’occhio a destra e a manca. Ho sentito da Salvini che Renzi gli avrebbe detto ‘chiamami e parliamo del voto'”. Il leghista avrebbe risposto: “Con il cavolo che lo chiamo”. Anche in Aula Salvini ripete: “Per me i messaggini non contano niente. Renzi è meno credibile di una pianta grassa. Neanche i suoi genitori gli danno più retta. Non ho mai dato del venditore di tappeti a Renzi per un semplice motivo: ho troppo rispetto dei venditori di tappeti. Italia viva diceva che Azzolina e Bonafede non sono capaci di fare i ministri. E Azzolina e Bonafede sono là. È per questo che sono sempre meno gli italiani che gli credono. Non li votano neanche i loro genitori”.
Qualche appunto c’è anche per Luigi Di Maio e Giuseppe Conte: “L’anno scorso mi aiutavano a chiudere i porti e quest’anno mi mandano a processo”. Ma il nemico resta Renzi perché dalla prima settimana di luglio le interlocuzioni tra i due gruppi erano più serrate. Fino al voto per il rinvio della legge elettorale di metà mese che i leghisti hanno accolto con brindisi. L’altra notte il mantenimento al Senato di due presidenze di commissione leghiste aveva alimentato la speranza dei salviniani che ora masticano amaro: “Renzi si è ridotto a fare Alfano, da solo dentro il Palazzo e niente nel paese. Continui pure così”.
SCUOLA – LA MINISTRA AZZOLINA: “50.000 DOCENTI IN PIU'”
Politica
Incontri tra Salvini e Bossi a Gemonio: i temi al centro del dibattito.

# Incontro a Gemonio tra Salvini e Bossi: Un Dialogo Proficuo
Un significativo incontro si è svolto a Gemonio, Varese, tra il leader della Lega Matteo Salvini e l’ex segretario Umberto Bossi. La conversazione, durata oltre un’ora, è avvenuta in un’atmosfera di cordialità e rilassatezza, specialmente dopo le recenti notizie infondate sullo stato di salute di Bossi. Salvini ha descritto l’incontro come estremamente positivo, esprimendo soddisfazione reciproca.
Tematiche Affrontate nell’Incontro
Durante il colloquio, sono stati affrontati diversi argomenti di rilevanza nazionali. In primo luogo, l’autonomia è stata al centro del dibattito, con Salvini che l’ha definita una “battaglia storica della Lega”, utile per l’intero Paese. Oltre a ciò, si è parlato di infrastrutture lombarde, giustizia, sicurezza e immigrazione. Anche le questioni economiche e le strategie energetiche, compreso un occhio attento al nucleare, hanno trovato spazio nelle discussioni.
L’incontro ha visto la presenza della famiglia di Bossi, tra cui sua moglie Manuela Marrone e il figlio Renzo. Salvini ha manifestato l’intenzione di mantenere Bossi aggiornato sugli sviluppi futuri, promettendo nuove occasioni di incontro.
Prospettive di Ulteriori Incontri
Tra gli impegni presi, Salvini ha assicurato che terrà Bossi informato sulle questioni affrontate, aprendo a un futuro incontro che includerà anche ministri, a partire da Roberto Calderoli. Questa premessa sottolinea l’importanza di un dialogo continuo e costruttivo con il fondatore della Lega, riconoscendo il suo valore e contributo ai temi cruciali che il partito e il Paese si trovano ad affrontare.
Questa iniziativa di coinvolgimento evidenzia come la Lega intenda valorizzare la propria storia e il legame con le radici, mirando a costruire un futuro solido e orientato verso l’autonomia e la sicurezza nazionale.
Politica
Cambio al vertice: Giuli subentra dopo le dimissioni del Ministro Sangiuliano

# Dimissioni di Gennaro Sangiuliano: Un Cambiamento al Vertice della Cultura
La Lettera di Dimissioni
Il 7 settembre 2024, Gennaro Sangiuliano ha ufficialmente rassegnato le proprie dimissioni dal ruolo di Ministro della Cultura. Questo annuncio è avvenuto attraverso una lettera indirizzata alla premier Giorgia Meloni, dopo una serie di polemiche e indiscrezioni che hanno tenuto banco negli ultimi giorni. Sangiuliano ha espresso la sua soddisfazione per i risultati ottenuti nelle politiche culturali durante il suo mandato, ma ha affermato la necessità di considerare le sue dimissioni come “irrevocabili”.
Pressioni e Malumori nel Governo
Le tensioni all’interno del governo erano palpabili, con pressioni crescenti nei confronti di Sangiuliano. Fonti vicine al governo hanno rivelato che l’atmosfera era diventata insostenibile a causa delle continue rivelazioni legate a un’imprenditrice campana. Questa situazione ha messo in discussione la credibilità dell’intero esecutivo e della stessa Giorgia Meloni, spingendo alcuni membri di Fratelli d’Italia a suggerire che fosse indispensabile chiudere la questione rapidamente per il bene della coalizione.
Il Ruolo della Meloni e l’Exit Strategy
Dopo un iniziale sostegno a Sangiuliano, la premier Meloni ha riconosciuto che le circostanze richiedevano una rapida risoluzione della crisi. Questo ha portato a una riflessione profonda sull’opportunità politica di chiudere la questione al più presto. Meloni ha poi deciso di non partecipare al G7 dei Parlamenti e ha dedicato il suo tempo alla gestione della situazione e all’individuazione di una strategia di uscita per Sangiuliano. Nel pomeriggio, ha informato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, delle dimissioni del ministro.
Il Nuovo Ministro e le Prospettive Future
Dopo aver accettato le dimissioni di Sangiuliano, il Presidente Mattarella ha firmato il decreto che nomina Alessandro Giuli, attuale presidente della Fondazione Maxxi, come nuovo Ministro della Cultura. In seguito al giuramento di Giuli, Giorgia Meloni ha espresso pubblicamente il suo apprezzamento per Sangiuliano, definendolo un uomo capace e onesto, e ha assicurato che con il nuovo ministro continueranno gli sforzi per il rilancio della cultura nel Paese.
Reazioni e Riconoscimenti
Le reazioni alle dimissioni di Sangiuliano sono state di sostegno e riconoscimento. Antonio Tajani, segretario di Forza Italia, ha elogiato Sangiuliano per il suo operato e ha sottolineato come la sua scelta di dimettersi gli permetta di difendersi e dimostrare la sua integrità. Matteo Salvini ha anch’esso inviato un messaggio di gratitudine al ministro dimissionario e ha dato il benvenuto al suo successore Giuli.
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In conclusione, le dimissioni di Gennaro Sangiuliano segnano un momento significativo nella politica culturale italiana, evidenziando le sfide e le dinamiche che influenzano l’attuale governo. La nomina di Alessandro Giuli potrebbe rappresentare un nuovo inizio per il dicastero e per la cultura nazionale.
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