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Briatore fa chiarezza: “Non sono intubato. Al Billionaire regole sempre rispettate”

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Briatore fa chiarezza: “Non sono intubato. Al Billionaire regole sempre rispettate”

Dopo essere risultato positivo al Covid 19 e ricoverato al San Raffaele di Milano, Flavio Briatore fa chiarezza. E si difende dalle accuse.

Briatore fa chiarezza in un’intervista a La Stampa: “Al Billionaire le regole sono state sempre rispettate, facendo entrare sempre il giusto numero di persone. Ma vedendo l’andamento delle serate, non bastava contingentare gli ingressi e predicare il distanziamento. Se fai entrare 100 persone in mille metri quadri e loro stanno tutte appiccicate, non puoi farci nulla“.

Sulle sue condizioni: “Sono ricoverato in una stanza da solo. Non prendo ossigeno, nè tanto meno sono intubato. Mi sento bene, non ho nulla di speciale. La temperatura è a posto, respiro bene e sono perfino riuscito a lavorare. Mi auguro però di uscire presto“.

Sulla scoperta della sua positività: “Al mio arrivo in ospedale mi hanno fatto il tampone, come succede con qualunque paziente. Tutto qui. E mi sono ritrovato isolato in una stanza. Fortunatamente adesso sono un pò meno preoccupato. Temevo infatti che anche mio figlio Falco, che ha 10 anni, fosse stato contagiato. Per fortuna il referto dell’ospedale di Montecarlo, arrivato stamattina, ha detto che è negativo“.

Sui contagiati al Billionaire: “Stiamo seguendo ora per ora le condizioni di tutti. Stanno tutti bene, tranne un ragazzo che aveva precedenti patologie. Non appena è scattato l’allarme, abbiamo predisposto il tampone per tutti i dipendenti. Abbiamo però saputo che gruppi di 50-60 ragazzi ordinavano casse di champagne e se le andavano a bere sulla spiaggia insieme ai fornitori. Ballavano e facevano festa sino all’alba. E lì purtroppo non potevamo intervenire“.

Cronaca

Giovane ferito con colpi di machete: un sospettato fermato per tentato omicidio

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Giovane ferito con colpi di machete: un sospettato fermato per tentato omicidio

Giovane ferito con colpi di machete: un sospettato fermato per tentato omicidio

Cronaca – La squadra mobile di Torino ha arrestato un giovane italiano poco più che ventenne con l’accusa di tentato omicidio, ritenuto il presunto responsabile del ferimento avvenuto a colpi di machete nel capoluogo piemontese di un giovane di 24 anni, aggredito mentre si spostava su un monopattino.

Secondo la ricostruzione degli eventi, la vittima è stata raggiunta da due uomini su motorino, uno dei quali è sceso dal veicolo e ha inflitto ripetuti colpi alla gamba sinistra. Le lesioni sono state così gravi che i medici hanno dovuto amputare la gamba durante un intervento chirurgico notturno.

Il sospettato è stato individuato in un albergo della città e portato in questura per essere interrogato dagli investigatori. Le motivazioni dell’aggressione sono ancora oggetto di indagine, così come sono in corso le ricerche del complice.

La vittima rimane ricoverata in ospedale in condizioni gravi, mentre le autorità continuano ad operare per fare luce su questo tragico episodio di violenza. Fonte

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Cronaca

In Stato vegetativo per formaggio. A giudizio il pediatra

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Stato vegetativo per formaggio, giudizio pediatra mancato.

Cronaca – Il bambino aveva mangiato un pezzettino di formaggio contaminato che gli aveva causato un’insufficienza renale acuta. La pediatra dell’ospedale dove era stato trasferito si era rifiutata di visitarlo, ritardando così la diagnosi. Da allora il bambino è in stato vegetativo e la famiglia ha continuato a chiedere giustizia, portando avanti la battaglia legale. La dottoressa del reparto di pediatria dell’Ospedale Santa Chiara di Trento è stata rinviata a giudizio, dopo che i genitori si erano rivolti a lei sette anni fa.

Il bambino aveva mangiato il formaggio in gita e si era sentito male. Dopo essere stato trasportato in ospedale, i medici decisero di trasferirlo al reparto pediatrico del Santa Chiara di Trento. La diagnosi della malattia causata dal batterio escherichia coli nel formaggio sarebbe stata ritardata di tre giorni, causando gravissime conseguenze al bambino. I pubblici ministeri hanno accusato la pediatra di lesioni e rifiuto di atti d’ufficio e la prima udienza del processo è stata fissata per il 24 aprile.

La battaglia legale era già in corso contro il caseificio responsabile della contaminazione del formaggio. Il legale rappresentante del caseificio sociale Coredo e il responsabile del controllo sono stati condannati per lesioni personali colpose gravissime. Ora la battaglia legale si sposta sul piano medico, con la famiglia del bambino che chiede un risarcimento per i danni subiti.

La famiglia del bambino si è costituita parte civile e chiede un risarcimento di oltre un milione di euro per il bambino e alcune centinaia di migliaia di euro per il padre, per compensare la perdita del rapporto con il figlio. La battaglia legale continua per garantire che tragedie simili non si ripetano in futuro.

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