Politica
CORONAVIRUS Il premier Conte contrario all’obbligatorietà del vaccino
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CORONAVIRUS Il premier Giuseppe Conte sul vaccino: “Non ritengo che debba essere obbligatorio ma deve essere messo a disposizione”.
Il premier Conte sul vaccino: “Il bilancio personale preferisco farlo alla fine. Vorrei aspettare di uscire dalla pandemia e poi trarre le conclusioni. Il bilancio sull’Italia lo stanno facendo anche all’estero, su diversi quotidiani. Mi sembra sia un bilancio positivo. Si analizza il modello italiano e lo si propone, ed è motivo di grande orgoglio“.
Quindi prosegue: “Se il bilancio è positivo è merito di tutti voi, i risultati sono stati raggiunti tutti insieme con sacrificio ma se possiamo essere visti come modello per altri paesi è positivo. Ma dobbiamo restare comunque vigili e accorti. Sono state settimane e mesi difficili. Abbiamo dovuto fare le valutazioni di tutte le implicazioni. Ma abbiamo lavorato sempre con metodo, responsabilità e coscienza ed è stata la nostra forza. Cosa non rifarei? Non saprei in questo momento. Finora abbiamo preso delle decisioni, anche i famosi Dpcm, che a monte avevano dei decreti legge. Li abbiamo assunti avendo a base le valutazioni degli esperti. Con grande condivisione di tutti i ministri, anche se ero io a firmarli, di governatori e sindaci”.
Sui verbali del Cts Conte dice: “Senza il vaccino era un processo decisionale delicato. Rivendico che restassero riservati. Ma non significa secretati, mai posto un segreto di Stato. Sono il primo a consentirne la pubblicazione. Non abbiamo nulla da nascondere”. Rispetto ai ritardi: “A noi il 5 marzo sembrava che il contagio stesse scappando di mano. Speranza chiese ragioni solo per quei due Comuni. Ne nasce un parere del 5 sera. La notte ci riuniamo e predisponiamo tutto. La mattina dopo in Protezione Civile mi precipito a parlare con gli esperti e propongo questa soluzione più radicale. Perché solo ad Alzano e Nembro? Mi sono detto ‘forse dovevamo pensare a una misura più radicale’. Convengono con questa proposta e il 7 ci consegnano un verbale che opta per questa scelta. La notte emetto un Dpcm per una zona rossa in tutta la Lombardia. Non credo di aver perso tempo”.
Sulla questione migranti afferma: “Non possiamo tollerare che arrivino migranti positivi al coronavirus”. Alla domanda se sia meglio una cena con Salvini o con Meloni ha risposto: “Con Salvini c’è qualche difficoltà di comunicazione, confido di poter dialogare meglio con la Meloni”. Sulle prossime elezioni: “Il mio orizzonte è fine legislatura, il programma è di riforma del Paese e questo è il mio unico orizzonte temporale. A precisa domanda dissi di non essere disinteressato alla politica e hanno scritto che voglio fare un partito. Ma lo escludo, non sono interessato a fare un partito”. Sulla questione della legge elettorale: “Sarebbe abbastanza eccentrico se il presidente del Consiglio sostenuto da forze di maggioranza che hanno concordato una riforma della legge elettorale in senso proporzionale non la sostenesse. Mi auguro continui il dialogo tra le forze di maggioranza. Quella riforma elettorale si collega alla prospettiva della riforma costituzionale e completerebbe un quadro”.
Sul referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari: “Al referendum voterò a favore della riduzione di senatori e deputati”. Voto che si allinea alla maggioranza dei 5Stelle, favorevoli alla legge Di Maio che dispone un Parlamento con 300 deputati (invece di 630) e 200 senatori (ora sono 315). Sul ponte sullo stretto di Messina: “Non sono favorevole, penso invece a un tunnel sottomarino. Sullo Stretto dobbiamo pensare, quando si riveleranno le condizioni, a un capolavoro di ingegneria. Un ponte anche sottomarino. Per il ponte non ci sono le condizioni. Prima però dobbiamo preoccuparci dei collegamenti interni, in primis l’alta velocità al Sud”.
BONUS PARTITE IVA: CRIMI INFURIATO CON I CINQUE DEPUTATI
Politica
Incontri tra Salvini e Bossi a Gemonio: i temi al centro del dibattito.
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# Incontro a Gemonio tra Salvini e Bossi: Un Dialogo Proficuo
Un significativo incontro si è svolto a Gemonio, Varese, tra il leader della Lega Matteo Salvini e l’ex segretario Umberto Bossi. La conversazione, durata oltre un’ora, è avvenuta in un’atmosfera di cordialità e rilassatezza, specialmente dopo le recenti notizie infondate sullo stato di salute di Bossi. Salvini ha descritto l’incontro come estremamente positivo, esprimendo soddisfazione reciproca.
Tematiche Affrontate nell’Incontro
Durante il colloquio, sono stati affrontati diversi argomenti di rilevanza nazionali. In primo luogo, l’autonomia è stata al centro del dibattito, con Salvini che l’ha definita una “battaglia storica della Lega”, utile per l’intero Paese. Oltre a ciò, si è parlato di infrastrutture lombarde, giustizia, sicurezza e immigrazione. Anche le questioni economiche e le strategie energetiche, compreso un occhio attento al nucleare, hanno trovato spazio nelle discussioni.
L’incontro ha visto la presenza della famiglia di Bossi, tra cui sua moglie Manuela Marrone e il figlio Renzo. Salvini ha manifestato l’intenzione di mantenere Bossi aggiornato sugli sviluppi futuri, promettendo nuove occasioni di incontro.
Prospettive di Ulteriori Incontri
Tra gli impegni presi, Salvini ha assicurato che terrà Bossi informato sulle questioni affrontate, aprendo a un futuro incontro che includerà anche ministri, a partire da Roberto Calderoli. Questa premessa sottolinea l’importanza di un dialogo continuo e costruttivo con il fondatore della Lega, riconoscendo il suo valore e contributo ai temi cruciali che il partito e il Paese si trovano ad affrontare.
Questa iniziativa di coinvolgimento evidenzia come la Lega intenda valorizzare la propria storia e il legame con le radici, mirando a costruire un futuro solido e orientato verso l’autonomia e la sicurezza nazionale.
Politica
Cambio al vertice: Giuli subentra dopo le dimissioni del Ministro Sangiuliano
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# Dimissioni di Gennaro Sangiuliano: Un Cambiamento al Vertice della Cultura
La Lettera di Dimissioni
Il 7 settembre 2024, Gennaro Sangiuliano ha ufficialmente rassegnato le proprie dimissioni dal ruolo di Ministro della Cultura. Questo annuncio è avvenuto attraverso una lettera indirizzata alla premier Giorgia Meloni, dopo una serie di polemiche e indiscrezioni che hanno tenuto banco negli ultimi giorni. Sangiuliano ha espresso la sua soddisfazione per i risultati ottenuti nelle politiche culturali durante il suo mandato, ma ha affermato la necessità di considerare le sue dimissioni come “irrevocabili”.
Pressioni e Malumori nel Governo
Le tensioni all’interno del governo erano palpabili, con pressioni crescenti nei confronti di Sangiuliano. Fonti vicine al governo hanno rivelato che l’atmosfera era diventata insostenibile a causa delle continue rivelazioni legate a un’imprenditrice campana. Questa situazione ha messo in discussione la credibilità dell’intero esecutivo e della stessa Giorgia Meloni, spingendo alcuni membri di Fratelli d’Italia a suggerire che fosse indispensabile chiudere la questione rapidamente per il bene della coalizione.
Il Ruolo della Meloni e l’Exit Strategy
Dopo un iniziale sostegno a Sangiuliano, la premier Meloni ha riconosciuto che le circostanze richiedevano una rapida risoluzione della crisi. Questo ha portato a una riflessione profonda sull’opportunità politica di chiudere la questione al più presto. Meloni ha poi deciso di non partecipare al G7 dei Parlamenti e ha dedicato il suo tempo alla gestione della situazione e all’individuazione di una strategia di uscita per Sangiuliano. Nel pomeriggio, ha informato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, delle dimissioni del ministro.
Il Nuovo Ministro e le Prospettive Future
Dopo aver accettato le dimissioni di Sangiuliano, il Presidente Mattarella ha firmato il decreto che nomina Alessandro Giuli, attuale presidente della Fondazione Maxxi, come nuovo Ministro della Cultura. In seguito al giuramento di Giuli, Giorgia Meloni ha espresso pubblicamente il suo apprezzamento per Sangiuliano, definendolo un uomo capace e onesto, e ha assicurato che con il nuovo ministro continueranno gli sforzi per il rilancio della cultura nel Paese.
Reazioni e Riconoscimenti
Le reazioni alle dimissioni di Sangiuliano sono state di sostegno e riconoscimento. Antonio Tajani, segretario di Forza Italia, ha elogiato Sangiuliano per il suo operato e ha sottolineato come la sua scelta di dimettersi gli permetta di difendersi e dimostrare la sua integrità. Matteo Salvini ha anch’esso inviato un messaggio di gratitudine al ministro dimissionario e ha dato il benvenuto al suo successore Giuli.
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In conclusione, le dimissioni di Gennaro Sangiuliano segnano un momento significativo nella politica culturale italiana, evidenziando le sfide e le dinamiche che influenzano l’attuale governo. La nomina di Alessandro Giuli potrebbe rappresentare un nuovo inizio per il dicastero e per la cultura nazionale.
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