Cronaca
Ultima ora Roma – Attenzione ai finti poliziotti
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Nell’ultimo periodo si è registrata, nel territorio della Capitale, una serie di furti e rapine in abitazione portate a termine con la tecnica dei “finti poliziotti” ad opera di persone che, con la scusa di dover effettuare alcune verifiche della corrente o di dover svolgere un attività di polizia giudiziaria e facendo leva sull’abbigliamento ingannevole con indosso divise della Polizia, hanno svaligiato gli alloggi portando via beni preziosi di ogni genere.
La Tecnica
In particolare si è rilevato come alcuni soggetti, spesso in numero di quattro, di corporatura media e carnagione olivastra, disorientando le vittime con indumenti riconducibili alle Forze dell’Ordine, simulando un controllo o una perquisizione finalizzata alla ricerca di droga, si sono introdotti in alcuni appartamenti e/o ville per poi asportare denaro, gioielli ed oggetti preziosi. I rapinatori, sempre con al seguito armi tipicamente in dotazione agli agenti, hanno sfruttato questo periodo di ferie estive in cui i proprietari si recano in villeggiatura lasciando la custodia dell’abitazione a personale domestico e, in tutti gli episodi, per agire ancor più indisturbati e destare meno sospetto, hanno sfruttato anche l’emergenza dettata dalla pandemia da Covid-19, operando sempre con il volto travisato da mascherine chirurgiche e cappellini con loghi delle Forze dell’Ordine. L’analisi del fenomeno ha permesso di rilevare come le modalità con cui vengono messi a segno i colpi siano differenti, ovvero mentre in alcuni casi viene suonato il campanello da persone indossanti semplicemente abiti di colore blu – a volte con fratini con la scritta “POLIZIA” – ma con al collo placche identificative tipiche di personale di polizia che svolge servizio in borghese, in altre occasioni hanno indossato vere e proprie uniformi della Polizia di Stato per introdursi nelle abitazioni dove frequentemente rimangono solamente colf e domestiche. Pertanto, al fine di scongiurare ulteriori episodi di rapine in abitazione con tali modalità si raccomanda, qualora si presentino alla porta persone sospette con indosso uniformi delle Forze dell’Ordine, di contattare immediatamente il 112 NUE –Numero Unico Europeo per le emergenze affinché si possa verificare che effettivamente si tratti di operatori di Polizia. Si suggerisce altresì in tali casi, allo scopo di far allontanare immediatamente i malintenzionati, di riferire loro di aprire la porta solamente dopo aver contattato il 112 ed aver verificato quanto dichiarato.
Cronaca
Prime dieci sospensioni effettuate
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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.
Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.
I DANNI
Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.
LA RIAPERTURA
In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.
Cronaca
Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda
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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.
LA SEQUENZA
La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.
SOTTO LA LENTE
Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.
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