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CORONAVIRUS Ricciardi sconcertato dall’annuncio di Putin sul vaccino

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CORONAVIRUS Ricciardi sconcertato dall’annuncio di Putin sul vaccino

Il professor Walter Ricciardi: “Dal punto di vista tecnico-scientifico quello di Putin sul vaccino è un annuncio sconcertante”.

Il professor Ricciardi, consulente del ministro della Salute e docente ordinario d’Igiene e Medicina preventiva all’Università Cattolica, parla del vaccino russo annunciato da Putin e registrato poche ore fa: “Non ci sono dettagli sulla fase 1 né sulla fase 2, nessuna pubblicazione. Un vaccino realizzato in questo modo non potrà essere commercializzato nei Paesi che, come l’Italia, seguono un protocollo ferreo”. La Russia sembra aver ottenuto un risultato importante ma con tempistiche molto brevi.

Cosa ne pensa? “Non si può che restare sconcertati guardando la cosa dal punto di vista scientifico. Di questo vaccino non si sa nulla. Non ci sono pubblicazioni che attestino gli esiti delle prime fasi. Non c’è nessun dato. Totale mancanza di trasparenza. In Italia sarebbe impossibile registrare un vaccino sul quale non è stata ultimata la fase 3. E così in ogni Paese che segue regole ferree nell’iter di perfezionamento di un prodotto”. Quindi non cambia nulla per i ricercatori: “Esatto, per noi non c’è nessun cambiamento. Il motivo è semplice. Nessun Paese che si adegua a regole scientifiche rigorose autorizzerebbe la somministrazione di un vaccino di cui non è noto nulla. Non sarebbe nemmeno pensabile commercializzare un prodotto simile. Non si sa se è immunogeno, se è sicuro. Resta solo lo sconcerto perché c’è la sensazione che in casi come questi la politica voglia travalicare la scienza”.

Putin dice che una dose è stata somministrata anche alla figlia: “Avrà partecipato come volontaria alla fase uno o alla fase due immagino. Ma ciò che serve per dire che un vaccino è sicuro è l’ultima fase. Alla quale, nel mondo, sono arrivati solo tre o quattro team”. Il ruolo dell’Italia nella ricerca di un vaccino: “Uno dei progetti che sta affrontando la fase 3, e che quindi è a un livello avanzato di sperimentazione, è quello di AstraZeneca che sarà prodotto a Pomezia e infialato ad Anagni”. Quando potrà essere disponibile sul mercato? “A fine settembre o inizio ottobre sapremo se sarà pronto entro fine anno. Altrimenti potrebbe arrivare all’inizio del 2021. Sono questi i tempi per un vaccino che protegga in sicurezza”.

A quel punto si porrà il tema dell’obbligatorietà: “Credo che debba essere obbligatorio solo per i bambini, che vanno protetti perché dipendono da altri, ma non per gli adulti. Ad eccezione del personale sanitario o di pubblica utilità come i poliziotti, i vigili del fuoco, chi lavora nelle mense. Di tutti quelli che, insomma, fanno mestieri che senza vaccino metterebbero a rischio la salute degli altri”. Con la libertà di scelta non si corre il rischio di rendere più lento il percorso che dovrebbe portare a sconfiggere il virus? “Credo che con una buona campagna di informazione, spiegando a tutti che il vaccino salva la vita, si possa arrivare all’immunità di gregge. Ma resto contrario all’obbligatorietà assoluta. L’importante è che la maggioranza della popolazione si vaccini quando si potrà”.

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