Cronaca
ROMA Evade dai domiciliari per svagarsi alla casa al mare
Rintracciato dalla Polizia a Tor S. Lorenzo, l’uomo è stato arrestato.
Un noto pregiudicato romano, Emiliano Sollazz,o è evaso dai domiciliari ed è stato arrestato dalla Polizia di Stato dopo essere stato rintracciato in località Tor S. Lorenzo. L’uomo, sottoposto agli arresti domiciliari per reati inerenti gli stupefacenti, era evaso dall’abitazione in cui stava scontando la pena.Dopo aver accertato la sua assenza presso il luogo di detenzione, a seguito di un normale controllo effettuato la sera precedente, gli agenti del commissariato San Paolo sono ritornati il giorno dopo, riscontrando nuovamente l’assenza del soggetto ma predisponendo già la possibilità di attivare le ricerche altrove. Pertanto, dopo aver effettuato un controllo presso un’ulteriore abitazione a lui riconducibile, grazie ad ulteriori indagini si è riusciti ad individuare la casa dove al momento l’uomo si era nascosto, situata in località Tor S. Lorenzo, prospiciente al mare. A seguito della necessaria irruzione e dopo aver chiuso le numerose vie di fuga (di cui una che dava direttamente sulla spiaggia), Sollazzo veniva trovato ancora a letto insieme alla sua compagna e celata sotto di esso, veniva rinvenuta una pistola, completa di caricatore e munizionamento, di illecita provenienza. Per garantirsi libertà di movimento ed eludere ogni controllo celava la propria identità utilizzando un documento contraffatto, una carta d’identità intestata ad un soggetto romano esistente e dimorante a Roma ma effigiante la foto del latitante. Chiari i segni di una sua fuga definitiva sia per non permettere alcun tracciamento bancario si era premunito di una ragguardevole somma di denaro in contanti della quale non si conosce la provenienza, visto che l’uomo è senza alcuna fonte di reddito certificata. La perquisizione presso il domicilio romano, ha permesso di rinvenire un’altra pistola di marca straniera modificata per poter essere accessoriata con un “abbattitore di rumore”, in merito alla quale sono in corso accertamenti al fine di definirne la provenienza e stabilirne la certa clandestinità. L’uomo, dopo gli atti di rito, è stato associato presso un istituto carcerario prontamente disponibile, mentre la compagna è stata denunciata in stato di libertà per favoreggiamento.
Cronaca
Prime dieci sospensioni effettuate
Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.
Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.
I DANNI
Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.
LA RIAPERTURA
In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.
Cronaca
Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda
Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.
LA SEQUENZA
La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.
SOTTO LA LENTE
Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.
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