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Cronaca

ROMA TBM Pusher sequestrati e violentati: un arresto

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ROMA TBM Pusher sequestrati e violentati: un arresto

ROMA TBM Pusher sequestrati e violentati: un arresto.

ROMA TBM Pusher sequestrati e violentati. Al termine di una difficile ricerca, gli uomini della PS li hanno ritrovati all’interno di un garage abbandonato, in zona Valle Fiorita. Erano legati a una sedia con del cellophane e presentavano sofferenze e lividi sul volto. Si tratta di una coppia di giovani originari del Viterbese, che da qualche tempo collaborava con una banda di spacciatori operante in una delle piazze di Tor Bella Monaca. Fin dall’inizio del sodalizio, però, mancati introiti e disparità nella gestione droga/soldi avevano causato problemi con i grossisti. Ne erano nati diversi dissidi, culminati nei giorni scorsi in una vera e propria violenza: i due pusher sono stati infatti sequestrati e rinchiusi nel garage. Ad avere la peggio l’uomo, picchiato più volte dagli aguzzini, che riprendevano inoltre le sevizie con il cellulare. Approfittando di una distrazione di uno dei carcerieri, la ragazza è però riuscita a ‘evadere’ e a chiamare il 112. Gli agenti del commissariato Casilino, insieme ai colleghi della Squadra Mobile e del Reparto Volanti, si sono così messi sulle sue tracce, riuscendo alla fine a individuare e liberare l’uomo. Gli stessi poliziotti hanno poi notato un ragazzo, con precedenti per spaccio nella zona, che si nascondeva tra la vegetazione: intuendo che fosse coinvolto nella vicenda, lo hanno immediatamente bloccato. S.M.M.A, 21enne egiziano, come si è appurato dalle indagini, aveva effettivamente partecipato al rapimento e filmato le violenze sull’uomo. Il video lo aveva poi mostrato alla donna, avvertendola che le sarebbe capitata la stessa cosa se ‘sgarrava’. Il telefono con il filmato è stato sequestrato a S.M.M.A, fermato e condotto a Regina Coeli. Gli uomini del commissariato Casilino proseguono ora le indagini per risalire anche agli altri membri della banda.

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Remigration al Colosseo. La protesta di Casa Pound contro l’immigrazione

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Remigration al Colosseo. La protesta di Casa Pound contro l’immigrazione

È notizia di pochissimi minuti fa come riporta il sito dell’Ansa.

Uno striscione bianco, lungo circa 10 metri srotolato al Colosseo con la scritta remigration rivendicato da CasaPound.

L’azione è stata rivendicata «per ribadire che l’unica soluzione a immigrazione, degrado e insicurezza è la remigrazione totale e senza compromessi degli irregolari», precisa CasaPound.

Come dar torto al movimento che, al di là delle appartenenze politiche, pone l’attenzione sul tema dell’immigrazione incontrollata che la causa di tantissimi problemi.

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Cronaca

Arrestato un eritreo di 29 anni per violenza sessuale su due donne alle stazioni di Roma

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Arrestato un eritreo di 29 anni per violenza sessuale su due donne alle stazioni di Roma

Ha cercato di violentare delle donne nelle stazioni di Roma. E per questo – dopo indagini lampo – è stato arrestato: i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Roma Piazza Dante hanno sottoposto a fermo di indiziato di delitto un 29enne originario dell’Eritrea, senza fissa dimora e con precedenti, gravemente indiziato dei reati di violenza sessuale continuata e lesioni personali ai danni di due donne.

Violenza sessuale alle stazioni di Roma

Le indagini dei Carabinieri, coordinate dalla Procura della Repubblica di Roma, sono scattate all’alba del 18 marzo, a seguito di una richiesta di aiuto al 112 da parte di una donna, in via Camasena, nei pressi della Stazione ferroviaria Roma Tiburtina. La vittima ha raccontato ai militari che, intorno alle ore 5 del mattino, era stata avvicinata da un uomo con la scusa di chiederle una sigaretta e che quest’ultimo l’avrebbe afferrata per il polso e per il collo, per poi spingerla e immobilizzarla a terra con la forza del proprio peso, iniziando a baciarla. La donna è riuscita a divincolarsi colpendolo a calci e strappandogli dei capelli, costringendolo così alla fuga. La donna, soccorsa, ha riportato delle lesioni giudicate guaribili in 7 giorni. Grazie alla dettagliata descrizione fornita dalla vittima e alle testimonianze raccolte da alcune persone che si sono affacciate alla finestra dopo aver sentito le urla, i Carabinieri hanno avviato immediatamente le indagini, riuscendo a ricostruire l’interno percorso dell’uomo attraverso l’analisi delle immagini dei sistemi di videosorveglianza della zona. È stato quindi accertato che, subito dopo l’aggressione, si era diretto verso la Stazione Tiburtina, dove è stato ripreso chiaramente in volto dalle telecamere mentre tentava di salire a bordo di un treno ad alta velocità diretto a Venezia, ma sarebbe poi stato fatto scendere dal personale di bordo.

L’altra violenza

Nel pomeriggio dello stesso giorno, una donna e una sua amica hanno denunciato un episodio analogo, avvenuto in via dei Dauni, nei pressi della Stazione di Roma Termini. Anche in questo caso, le donne hanno denunciato che l’uomo si sarebbe avvicinato con la scusa di chiedere qualcosa e avrebbe cercato di bloccare e baciare una delle due, venendo però respinto grazie all’intervento dell’amica. Le due donne, dopo essersi accorte che l’uomo le aveva seguite fino a casa, notando che era rimasto ancora nei pressi della loro abitazione, hanno contattato il 112 e, grazie ad un’accurata descrizione dell’uomo, i Carabinieri sono riusciti a rintracciarlo in via Tiburtina Antica, mentre indossava ancora gli indumenti della mattinata.

Le dinamiche ricostruite per entrambi gli episodi hanno consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico dell’uomo, sia mediante le immagini di videosorveglianza, sia nelle denunce sporte dalle vittime. Decisivo è stato anche il riconoscimento degli abiti indossati e il fatto che lo stesso operasse con il volto parzialmente coperto dal cappuccio del giubbotto. I Carabinieri, d’intesa con la Procura della Repubblica di Roma, lo hanno quindi sottoposto a fermo, che è stato convalidato dal Tribunale di Roma che ha disposto per lui la misura della custodia cautelare nel carcere di Regina Coeli. Si precisa che, considerato lo stato del procedimento, indagini preliminari, l’indagato deve intendersi innocente fino ad eventuale accertamento di colpevolezza con sentenza definitiva.

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