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SCUOLA Boccia avvisa il Cts: “Alla fine decideremo noi”
Il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia dichiara: “Sulle misure di sicurezza per la scuola la decisione definitiva la prende il governo nella sua interezza non il Cts. Finché non c’è un accordo non ci sono linee guida”.
Boccia sulla scuola lancia un vero e proprio avvertimento. Il documento dell’Istituto superiore di Sanità è rimasto sul tavolo del ministro della Salute Roberto Speranza che dovrà decidere se dare il suo avallo o meno. Il nodo è sull’obbligo di quarantena nel caso di contagi. Secondo gli esperti del Cts sarà la Asl, coinvolgendo medici di famiglia e pediatri, a decidere come procedere, se isolare la classe o la scuola. Ma la quarantena per la classe sembra inevitabile quando il contagiato è un alunno. Nel governo però non sono tutti d’accordo. Boccia e il Pd vorrebbero che prima di chiudere le scuole si facessero test molecolari rapidi in modo da ridurre al minimo le chiusure. In caso di quarantena resta da sciogliere il nodo della didattica a distanza che dovrebbe accompagnare la classe durante l’assenza. I professori non potrebbero insegnare perché considerati in malattia come tutti gli altri lavoratori.
Qualche dettaglio sulla ripresa dell’anno scolastico però nelle due riunioni tra la ministra Azzolina, il commissario Domenico Arcuri, il Cts e in serata i sindacati, si è chiarito. Il comitato tecnico scientifico ha confermato che, sebbene il distanziamento di un metro sia una delle misure cardine della prevenzione, per la scuola resta soltanto “un obiettivo da garantire quanto prima”. La distanza è impossibile da mantenere dove non sono arrivati i banchi o non ci sono le aule aggiuntive. Il chiarimento con il commissario Domenico Arcuri e la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ha confermato quanto il Cts aveva anticipato. Si può cominciare senza distanziamento solo dove non si può fare altrimenti ma bisogna che tutti lavorino per trovare soluzioni. In serata Azzolina e Arcuri hanno proposto a presidi e sindacati i criteri per la distribuzione dei due milioni e mezzo di nuovi banchi.
Priorità alle regioni con l’indice Rt dei contagi più alto, a quelle che aprono le scuole prima, alle elementari e a quelle che non hanno abbastanza banchi per le aule esterne. Sono le regioni del Sud ad aver chiesto il maggior numero di banchi. La Sicilia ha chiesto di cambiarne il 69%, la Campania il 61%. Veneto ed Emilia Romagna il 15 e il 16%. Resta aperta la questione della responsabilità penale dei presidi e la questione dei trasporti. Lunedì partirà un tavolo tecnico tra Cts, ministero ed enti locali per cercare soluzioni per scaglionare gli arrivi degli studenti. Una delle preoccupazioni è che far muovere 8 milioni di ragazzi possa essere molto rischioso. L’ipotesi dell’inizio scaglionato è però bocciata dal governo e dalla maggioranza. Dalla stessa ministra Azzolina a Davide Faraone (Iv) che ha minacciato di occupare le scuole se non si comincia il 14.
LA DECISIONE DEL COMITATO TECNICO SCIENTIFICO SUL RIENTRO A SCUOLA
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