Politica
Anche Zingaretti contrario al taglio dei parlamentari
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Anche il segretario del Pd e presidente della regione Lazio, Nicola Zingaretti, contrario al taglio dei parlamentari.
Zingaretti contrario al taglio dei parlamentari. Dopo averlo votato, come previsto negli accordi per la formazione del governo giallorosso, non essendo stata approvata una nuova legge elettorale ugualmente parte dell’intesa il Pd in vista del referendum confermativo ora si mostra contrario. Sulla questione però il M5S non è disponibile a trattare. Non sono i pentastellati ma Italia Viva a ostacolare l’approvazione di una nuova legge elettorale e che non rinuncia alla riduzione del numero di deputati e senatori. Una situazione che genera nuove frizioni. “Senza una nuova legge elettorale il taglio dei parlamentari può diventare pericoloso. A rischio è la rappresentatività del Parlamento”, ha detto Zingaretti.
“Tagliare i parlamentari senza riforma elettorale vuol dire mutilare la nostra bella Costituzione. No allo scempio! Costituzione mutilata è sinonimo di democrazia bloccata!”, ha scritto sui social padre Bartolomeo Sorge, l’ex direttore di Civiltà Cattolica. A cercare di smussare le posizioni è il capogruppo dem alla Camera, Graziano Delrio, affermando che loro erano i primi a chiedere di rimettere in moto il percorso di riforma della legge elettorale e che vogliono accelerare per dare seguito a un accordo che ha come unico scopo difendere la Costituzione. Un conflitto scatenato da Matteo Renzi che ha dato l’ok e poi frenato sul proporzionale che trova d’accordo Pd, Movimento 5 Stelle e Leu.
Il leader di Italia Viva guarda più al suo futuro e a quello del suo partito che a quello del Governo. Anche se sostiene che la sua è una posizione coerente portando avanti il modello elettorale dei sindaci, ovvero il maggioritario. Liberi e Uguali, con il capogruppo Federico Fornaro, specifica:“Siamo da sempre a favore del proporzionale con una soglia di sbarramento ragionevole”. Non quel 5% fissato in un primo accordo di maggioranza che rischierebbe di tenere fuori diverse forze politiche. E tra queste proprio Leu. “Le preoccupazioni espresse da molte personalità, in ultimo Bartolomeo Sorge, sul pericolo di votare a favore del referendum sul taglio ai parlamentari senza una nuova legge elettorale sono fondate e sono anche le nostre”, dichiara Zingaretti cercando di evitare lo strappo e chiedendo aiuto ai renziani.
“Rinnovo l’appello alla collaborazione, a tutti gli alleati e a fare di tutto affinché, a partire dal testo condiviso dalla maggioranza, si arrivi entro il 20 settembre a un pronunciamento di almeno un ramo del Parlamento”, ha detto il segretario Dem. Il provvedimento sarebbe dovuto arrivare alla Camera il 27 luglio ma è rimasto fermo in commissione Affari costituzionali. Per questo nella maggioranza si spera in un aiutino da parte di Forza Italia. Mariastella Gelmini però sostiene: “Le urgenze sono altre”. Stessa posizione della capogruppo al Senato, Anna Maria Bernini, che parla di “matrimonio di interesse” giallorosso.
UOMO RIMASTO FERITO DOPO UN AGGUATO A COLPI DI PISTOLA
Politica
Incontri tra Salvini e Bossi a Gemonio: i temi al centro del dibattito.
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# Incontro a Gemonio tra Salvini e Bossi: Un Dialogo Proficuo
Un significativo incontro si è svolto a Gemonio, Varese, tra il leader della Lega Matteo Salvini e l’ex segretario Umberto Bossi. La conversazione, durata oltre un’ora, è avvenuta in un’atmosfera di cordialità e rilassatezza, specialmente dopo le recenti notizie infondate sullo stato di salute di Bossi. Salvini ha descritto l’incontro come estremamente positivo, esprimendo soddisfazione reciproca.
Tematiche Affrontate nell’Incontro
Durante il colloquio, sono stati affrontati diversi argomenti di rilevanza nazionali. In primo luogo, l’autonomia è stata al centro del dibattito, con Salvini che l’ha definita una “battaglia storica della Lega”, utile per l’intero Paese. Oltre a ciò, si è parlato di infrastrutture lombarde, giustizia, sicurezza e immigrazione. Anche le questioni economiche e le strategie energetiche, compreso un occhio attento al nucleare, hanno trovato spazio nelle discussioni.
L’incontro ha visto la presenza della famiglia di Bossi, tra cui sua moglie Manuela Marrone e il figlio Renzo. Salvini ha manifestato l’intenzione di mantenere Bossi aggiornato sugli sviluppi futuri, promettendo nuove occasioni di incontro.
Prospettive di Ulteriori Incontri
Tra gli impegni presi, Salvini ha assicurato che terrà Bossi informato sulle questioni affrontate, aprendo a un futuro incontro che includerà anche ministri, a partire da Roberto Calderoli. Questa premessa sottolinea l’importanza di un dialogo continuo e costruttivo con il fondatore della Lega, riconoscendo il suo valore e contributo ai temi cruciali che il partito e il Paese si trovano ad affrontare.
Questa iniziativa di coinvolgimento evidenzia come la Lega intenda valorizzare la propria storia e il legame con le radici, mirando a costruire un futuro solido e orientato verso l’autonomia e la sicurezza nazionale.
Politica
Cambio al vertice: Giuli subentra dopo le dimissioni del Ministro Sangiuliano
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# Dimissioni di Gennaro Sangiuliano: Un Cambiamento al Vertice della Cultura
La Lettera di Dimissioni
Il 7 settembre 2024, Gennaro Sangiuliano ha ufficialmente rassegnato le proprie dimissioni dal ruolo di Ministro della Cultura. Questo annuncio è avvenuto attraverso una lettera indirizzata alla premier Giorgia Meloni, dopo una serie di polemiche e indiscrezioni che hanno tenuto banco negli ultimi giorni. Sangiuliano ha espresso la sua soddisfazione per i risultati ottenuti nelle politiche culturali durante il suo mandato, ma ha affermato la necessità di considerare le sue dimissioni come “irrevocabili”.
Pressioni e Malumori nel Governo
Le tensioni all’interno del governo erano palpabili, con pressioni crescenti nei confronti di Sangiuliano. Fonti vicine al governo hanno rivelato che l’atmosfera era diventata insostenibile a causa delle continue rivelazioni legate a un’imprenditrice campana. Questa situazione ha messo in discussione la credibilità dell’intero esecutivo e della stessa Giorgia Meloni, spingendo alcuni membri di Fratelli d’Italia a suggerire che fosse indispensabile chiudere la questione rapidamente per il bene della coalizione.
Il Ruolo della Meloni e l’Exit Strategy
Dopo un iniziale sostegno a Sangiuliano, la premier Meloni ha riconosciuto che le circostanze richiedevano una rapida risoluzione della crisi. Questo ha portato a una riflessione profonda sull’opportunità politica di chiudere la questione al più presto. Meloni ha poi deciso di non partecipare al G7 dei Parlamenti e ha dedicato il suo tempo alla gestione della situazione e all’individuazione di una strategia di uscita per Sangiuliano. Nel pomeriggio, ha informato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, delle dimissioni del ministro.
Il Nuovo Ministro e le Prospettive Future
Dopo aver accettato le dimissioni di Sangiuliano, il Presidente Mattarella ha firmato il decreto che nomina Alessandro Giuli, attuale presidente della Fondazione Maxxi, come nuovo Ministro della Cultura. In seguito al giuramento di Giuli, Giorgia Meloni ha espresso pubblicamente il suo apprezzamento per Sangiuliano, definendolo un uomo capace e onesto, e ha assicurato che con il nuovo ministro continueranno gli sforzi per il rilancio della cultura nel Paese.
Reazioni e Riconoscimenti
Le reazioni alle dimissioni di Sangiuliano sono state di sostegno e riconoscimento. Antonio Tajani, segretario di Forza Italia, ha elogiato Sangiuliano per il suo operato e ha sottolineato come la sua scelta di dimettersi gli permetta di difendersi e dimostrare la sua integrità. Matteo Salvini ha anch’esso inviato un messaggio di gratitudine al ministro dimissionario e ha dato il benvenuto al suo successore Giuli.
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In conclusione, le dimissioni di Gennaro Sangiuliano segnano un momento significativo nella politica culturale italiana, evidenziando le sfide e le dinamiche che influenzano l’attuale governo. La nomina di Alessandro Giuli potrebbe rappresentare un nuovo inizio per il dicastero e per la cultura nazionale.
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