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REFERENDUM Trionfa il Sì, Di Maio: “Ce l’abbiamo fatta”

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REFERENDUM Trionfa il Sì, Di Maio: “Ce l’abbiamo fatta”

L’affluenza al voto per il referendum è stata del 53,84%. Luigi Di Maio ha definito la vittoria del Sì un “risultato storico”. Magi (+Europa): “Dalle sconfitte si deve imparare”

L’affluenza definitiva al voto per il referendum è stata del 53,84% alla chiusura dei seggi. A renderlo noto il Viminale in una nota. Ha vinto il Sì con un vantaggio di quasi il 70%. Luigi di Maio ha così commentato il risultato del referendum: “Ce l’abbiamo fatta” e ancora: “Quello raggiunto oggi è un risultato storico. Torniamo ad avere un Parlamento normale, con 345 poltrone e privilegi in meno. È la politica che dà un segnale ai cittadini. Senza il M5S tutto questo non sarebbe mai successo”. Zingaretti: “Con la vittoria del Sì si apre ora una stagione di riforme: lo vogliamo e con gli alleati faremo di tutto perché vada avanti spedita”. Riccardo Molinari della Lega ha così commentato:”I 5 Stelle hanno chiesto il voto per il Sì finalizzato ad avere istituzioni più efficienti con un Parlamento di solo 600 eletti. Il Popolo sovrano ha scelto. Ora la logica conseguenza sarebbe che si sciogliessero le Camere per sperimentare finalmente l’efficienza conquistata con la riforma, anche perché sarebbe strano avere un Parlamento non in linea con la Costituzione nella sua composizione e ancora più strano pensare che un Parlamento sfiduciato dai cittadini possa scegliere il prossimo Presidente della Repubblica”.

Riccardo Magi di +Europa: “Dalle sconfitte si deve imparare. Abbiamo voluto questo Referendum perché credevamo che fosse giusto spiegare e far decidere agli italiani su una modifica della Costituzione che non affronta nessuno dei tanti problemi del nostro sistema politico istituzionale e invece ne aggraverà alcuni e ne creerà di nuovi. Solo un mese fa i sondaggi davano il NO al 12%, il dato finale è del 30% nonostante uno squilibrio impressionante nell’informazione. Una rimonta incredibile fatta senza i grandi partiti (tutti almeno apparentemente per il SÌ), senza i milioni di euro investiti dal Movimento 5 Stelle in pubblicità e con tutta la passione civile di migliaia e migliaia di cittadini organizzati in comitati che ce l’hanno messa davvero tutta per difendere il pluralismo delle idee, contro un’idea demagogica e infantile della politica. Ne è valsa la pena? Senza dubbio SÌ. Perché abbiamo dato prova che non tutta l’Italia ha ceduto alla retorica dell’anti-politica come rimedio ad una politica che non funziona. Un pezzo di Italia vuole che la cura sia una politica e una democrazia migliore. E qui viene la domanda, la provocazione. Siamo in grado di offrirgliela? Noi militanti, parlamentari, dirigenti, segretari, abbiamo capito? Nelle città in cui sono stato a far campagna ho incontrato tanti attivisti con i volantini di Radicali in una mano e quelli di Più Europa nell’altra a fare campagna. Cos’è successo in questi anni lo sappiamo. Divisi per metodo e visione (divisioni a volte fondate, spesso poco comprensibili) non ci siamo accorti che rischiavamo di spegnere il loro entusiasmo. Il fatto che ci siano e che in ogni città si siano organizzati con gli attivisti di VOLT, dei Verdi di Azione e che con loro ci fossero tanti elettori e iscritti del Partito Democratico dovrebbe dirci qualcosa e farci capire che hanno ragione loro e abbiamo torto noi. Dovremmo prenderci del tempo per ascoltarli sul serio e soprattutto riuscire poi a costruire assieme a loro una proposta capace di vincere la prossima volta che ci toccherà sfidare tanto l’anti-politica quanto il sovranismo. Per questo voglio prendermi un impegno: viaggerò di più, ascolterò di più. I prossimi anni saranno decisivi, rinunciare a battersi non è un’opzione. A presto!”

ELEZIONI Il commento del ministro Lamorgese

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Incontri tra Salvini e Bossi a Gemonio: i temi al centro del dibattito.

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Incontri tra Salvini e Bossi a Gemonio: i temi al centro del dibattito.

# Incontro a Gemonio tra Salvini e Bossi: Un Dialogo Proficuo

Un significativo incontro si è svolto a Gemonio, Varese, tra il leader della Lega Matteo Salvini e l’ex segretario Umberto Bossi. La conversazione, durata oltre un’ora, è avvenuta in un’atmosfera di cordialità e rilassatezza, specialmente dopo le recenti notizie infondate sullo stato di salute di Bossi. Salvini ha descritto l’incontro come estremamente positivo, esprimendo soddisfazione reciproca.

Tematiche Affrontate nell’Incontro

Durante il colloquio, sono stati affrontati diversi argomenti di rilevanza nazionali. In primo luogo, l’autonomia è stata al centro del dibattito, con Salvini che l’ha definita una “battaglia storica della Lega”, utile per l’intero Paese. Oltre a ciò, si è parlato di infrastrutture lombarde, giustizia, sicurezza e immigrazione. Anche le questioni economiche e le strategie energetiche, compreso un occhio attento al nucleare, hanno trovato spazio nelle discussioni.

L’incontro ha visto la presenza della famiglia di Bossi, tra cui sua moglie Manuela Marrone e il figlio Renzo. Salvini ha manifestato l’intenzione di mantenere Bossi aggiornato sugli sviluppi futuri, promettendo nuove occasioni di incontro.

Prospettive di Ulteriori Incontri

Tra gli impegni presi, Salvini ha assicurato che terrà Bossi informato sulle questioni affrontate, aprendo a un futuro incontro che includerà anche ministri, a partire da Roberto Calderoli. Questa premessa sottolinea l’importanza di un dialogo continuo e costruttivo con il fondatore della Lega, riconoscendo il suo valore e contributo ai temi cruciali che il partito e il Paese si trovano ad affrontare.

Questa iniziativa di coinvolgimento evidenzia come la Lega intenda valorizzare la propria storia e il legame con le radici, mirando a costruire un futuro solido e orientato verso l’autonomia e la sicurezza nazionale.

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Cambio al vertice: Giuli subentra dopo le dimissioni del Ministro Sangiuliano

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Cambio al vertice: Giuli subentra dopo le dimissioni del Ministro Sangiuliano

# Dimissioni di Gennaro Sangiuliano: Un Cambiamento al Vertice della Cultura

La Lettera di Dimissioni

Il 7 settembre 2024, Gennaro Sangiuliano ha ufficialmente rassegnato le proprie dimissioni dal ruolo di Ministro della Cultura. Questo annuncio è avvenuto attraverso una lettera indirizzata alla premier Giorgia Meloni, dopo una serie di polemiche e indiscrezioni che hanno tenuto banco negli ultimi giorni. Sangiuliano ha espresso la sua soddisfazione per i risultati ottenuti nelle politiche culturali durante il suo mandato, ma ha affermato la necessità di considerare le sue dimissioni come “irrevocabili”.

Pressioni e Malumori nel Governo

Le tensioni all’interno del governo erano palpabili, con pressioni crescenti nei confronti di Sangiuliano. Fonti vicine al governo hanno rivelato che l’atmosfera era diventata insostenibile a causa delle continue rivelazioni legate a un’imprenditrice campana. Questa situazione ha messo in discussione la credibilità dell’intero esecutivo e della stessa Giorgia Meloni, spingendo alcuni membri di Fratelli d’Italia a suggerire che fosse indispensabile chiudere la questione rapidamente per il bene della coalizione.

Il Ruolo della Meloni e l’Exit Strategy

Dopo un iniziale sostegno a Sangiuliano, la premier Meloni ha riconosciuto che le circostanze richiedevano una rapida risoluzione della crisi. Questo ha portato a una riflessione profonda sull’opportunità politica di chiudere la questione al più presto. Meloni ha poi deciso di non partecipare al G7 dei Parlamenti e ha dedicato il suo tempo alla gestione della situazione e all’individuazione di una strategia di uscita per Sangiuliano. Nel pomeriggio, ha informato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, delle dimissioni del ministro.

Il Nuovo Ministro e le Prospettive Future

Dopo aver accettato le dimissioni di Sangiuliano, il Presidente Mattarella ha firmato il decreto che nomina Alessandro Giuli, attuale presidente della Fondazione Maxxi, come nuovo Ministro della Cultura. In seguito al giuramento di Giuli, Giorgia Meloni ha espresso pubblicamente il suo apprezzamento per Sangiuliano, definendolo un uomo capace e onesto, e ha assicurato che con il nuovo ministro continueranno gli sforzi per il rilancio della cultura nel Paese.

Reazioni e Riconoscimenti

Le reazioni alle dimissioni di Sangiuliano sono state di sostegno e riconoscimento. Antonio Tajani, segretario di Forza Italia, ha elogiato Sangiuliano per il suo operato e ha sottolineato come la sua scelta di dimettersi gli permetta di difendersi e dimostrare la sua integrità. Matteo Salvini ha anch’esso inviato un messaggio di gratitudine al ministro dimissionario e ha dato il benvenuto al suo successore Giuli.

In conclusione, le dimissioni di Gennaro Sangiuliano segnano un momento significativo nella politica culturale italiana, evidenziando le sfide e le dinamiche che influenzano l’attuale governo. La nomina di Alessandro Giuli potrebbe rappresentare un nuovo inizio per il dicastero e per la cultura nazionale.



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